venerdì 26 dicembre 2008

CATTOLICI E VATICANO CONTRO LA MADRE DI GESU'

MUSICAL " MARIA DI NAZARET UNA STORIA CHE CONTINUA..... " DI M.P.LIOTTA OVVERO
IL COMPLOTTO CATTOLICO CONTRO MARIA SANTISSIMA COLEI CHE HA PORTATO IN GREMBO L'ALTISSIMO DIO ONNIPOTENTE.

CENTRO ANTI-BLASFEMIA

I CATTOLICI VATICANO COMPRESO SONO CONTRO LA SANTA VERINE MARIA E LE HANNO FATTO UN MUSICAL BLASFEMO

In questo musical vedrete la S.V.Maria come mai l'avete vista, non solo canta ma fa danza classica-moderna
e perfino mima i rapporti sessuali con Giuseppe e fa salti accrobatici.
Non è tutto Maria non è la candida e pura fanciullina dei Vangeli piena di grazie, e protetta dall'Altissimo,
no, è una fornaia di Nazaret che è coinvolta con Barabba un trafficante d'armi che la vuole sedurre.
Ultimamente Barabba lo troviamo spesso in racconti, e romanzi ed eresie, ma qui è davvero fuori luogo.
Quindi Maria secondo Maria Pia Liotta è una donna profana e popolana senza purezza.
I testi del Musical sono stati visionati ed accettati dal mariologo Padre Stefano De Fiores e don Antonio Tarzia direttore responsabile del gruppo periodici San Paolo.
Il Musical è patrocinato dal Vaticano; con sostenitori entusiasti e patricinatori: il Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, i Pontifici Consigli delle Comunicazioni sociali e della Cultura
e il presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, Claudio Maria Gelli. Qindi le autorità Vaticane approvano la dissacrazione della S.S. V.Maria.
Ormai è chiaro a tutti che in Vaticano regna Satana.
Noi credenti non abbiamo bisogno di Musical falsi blasfemi, per conoscere la S.V.Maria ci bastano i Vangeli veri e sacri.
Domanda e riflessione la S.S.V.Maria tutta pura e santa è daccordo con questo Musical blasfemo,falso e disscrante su di lei ?
E Gesù cosa ne pensa?



http://groups.google.com:80/group/centro-anti-blasfemia?hl=it

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MUSICAL MARIA DI NAZARET

Ecco le prime notizie sul musical Maria di Nazareth - Una storia che continua... Lo spettacolo è stato presentato nell'aula Giovanni Paolo II presso la Santa Sede.

L'anteprima mondiale si è già tenuta nell'aula Paolo VI, è la prima volta che il Vaticano patrocina un evento del genere.

L'opera è totalmente dedicata alla figura di Maria, mettendone in risalto la quotidianità, la sua dimensione di donna e madre in primis, ma anche madre di Dio.

Dopo la Divina Commedia, anche la Chiesa ha deciso che il teatro, forma di comunicazione primordiale, può essere una buona forma per evangelizzare e diffondere la Buona Novella...


TITOLO MUSICAL: Maria di Nazareth - Una storia che continua...
ANTEPRIMA MONDIALE: 17 giugno 2008
LUOGO: Aula Paolo VI
ORARIO: 19:30

CAST TECNICO
Ideazione: Maria Pia Liotta
Regia: Maria Pia Liotta
Libretto: Adele Dorothy Ciampa, Maria Pia Liotta
Musiche: Stelvio Cipriani
Coreografia: Salvator Spagnolo
Supervisione coreografica: Luciano Cannito
Scenografia: Antonella Luberti
Costumi: Giuseppe Tramontano
Produzione: AIRAM - Cultura e Comunicazione

ORCHESTRA: Teatro "Francesco Cilea" di Reggio Calabria

CAST ARTISTICO (attori principali)



Maria di Nazareth - Alma Manera (nella foto)
Angelo - Antonello Angiolillo
Diavolo - Marco Gandolfi Vannini
Gesù - Raffaele Latagliata
Giuseppe - Daniele Gatti
Elisabetta - Concetta Ascrizzi
Barabba - Giuseppe Cartellà

SITO UFFICIALE: www.mariadinazarethmusical.com



Audio-intervista a Marco Gandolfi Vannini qui

http://housetv.forumcommunity.net/?t=17236490



“Maria di Nazareth, una storia che continua…”,

Concedendo qualche licenza poetica alle vicende della Vergine, senza snaturare tanto meno svilire le Sacre Scritture, grazie alla supervisione teologica di padre Stefano De Fiores (studioso mariano) e di don Antonio Tarzia (direttore responsabile del gruppo periodici San Paolo), il profilo che emerge dal velo di tessuto grezzo di questa creatura è quello di una donna chiamata a un grande compito: partorire il figlio di Dio e donarlo per la salvezza dell’umanità come eucaristia del mondo.


Dall’8 dicembre al prossimo 31 maggio a Cinecittà lo spettacolo musicale ispirato alla madre di Gesù
L’annunciazione dell’Angelo, la passione di Gesù e l’ascensione al cielo. Sono i tre momenti cardine del musical Maria di Nazareth - Una storia che continua spettacolo che debutta lunedì 8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione nel teatro tenda «La casa di Maria». Una struttura di 2700 posti appositamente costruita a Cinecittà (via Vincenzo Lamaro) per ospitare, fino al 31 maggio 2009, un musical di richiamo mondiale. Lo spettacolo, prodotto da Airam e musicato dal maestro Stelvio Cipriani, è stato presentato in prima mondiale a giugno nell'Aula Paolo VI della Santa Sede davanti a ottomila persone, e nasce da una suggestione della regista Maria Pia Liotta, (autrice del libretto insieme con Adele Dorothy Ciampa, nonché mamma della protagonista, la cantante attrice Alma Manera) la quale, ispirata dalla figura della Santa Vergine - la donna più famosa della storia dell’umanità, messaggera di pace, speranza e amore - ha pensato di attualizzare la vicenda partendo dalla storia di Maria vista come semplice donna terrena. Prima figlia, poi sposa e infine madre. Concedendo qualche licenza poetica alle vicende della Vergine, senza snaturare tanto meno svilire le Sacre Scritture, grazie alla supervisione teologica di padre Stefano De Fiores (studioso mariano) e di don Antonio Tarzia (direttore responsabile del gruppo periodici San Paolo), il profilo che emerge dal velo di tessuto grezzo di questa creatura è quello di una donna chiamata a un grande compito: partorire il figlio di Dio e donarlo per la salvezza dell’umanità come eucaristia del mondo.
Un semplice cono di luce, un segmento di voce, proiezione di filmati e scenografie imponenti. Dosando questi ingredienti alla spiritualità del libretto, il musical prova a mantenere in equilibrio l’umanizzazione di Maria con la grandezza del suo mistero. Per la prima volta su un palcoscenico la protagonista infatti è Maria di Nazareth, interprete «umanizzata» della storia su cui si fonda il Cristianesimo: Maria la bella fornaia ebrea che impasta il pane, che respinge le avance del diabolico Barabba (un venditore di armi) e si innamora del mite Giuseppe. Nel ruolo di colei che accetta benedicente la volontà di Dio e partorisce il Salvatore consapevole della gravità e dell’importanza del suo compito, c’è Alma Manera, voce intensa e forte presenza scenica. Con lei, protagonista con Carla Fracci nel 2005 in Nozze di sangue di Garcia Lorca, regia di Beppe Menegatti, c’è un cast di 40 giovani attori e 12 ballerini coordinati da Luciano Cannito.
Suggestive le scenografie, che riproducono i luoghi in cui Maria ha vissuto - dal cortile di casa di Anna e Gioacchino, dove da bimba Maria assiste alla preparazione del pane per la celebrazione del Kiddush, al Tempio in cui Gesù adulto entra per insegnare le Scritture - e un plauso ai costumi, riprodotti con attenzione filologica da Rosanna Grassia, e all’immagine grafica di Maria affidata allo scultore Silvio Amelio.

© SOCIETÀ EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=311387&PRINT=S

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Un’idea audace, complessa, carica di responsabilità. “Che non mi ha fatto dormire la notte” confessa la regista Maria Pia Liotta, con la voce emozionata. Già, perché portare sul palcoscenico la donna più famosa del mondo, madre di Gesù e simbolo stesso della fede cattolica, non è cosa facile. Tanto più se la scelta artistica ricade sul genere del musical, e la protagonista femminile incaricata di interpretare l’augusto ruolo splende nella sua femminilità di donna del sud.

Eppure tra i più incoraggianti sostenitori di questa missione artistica ci sono proprio gli ambienti vaticani, che hanno ospitato l’anteprima mondiale di “Maria di Nazareth, la storia continua…” lo scorso 17 giugno nella sala Paolo VI. E non solo si dicono entusiasti, appoggiando con convinzione il progetto, ma sono tra gli alti patrocinatori della produzione artistica, che ha visto coinvolti, tra gli altri, il Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, e i Pontifici Consigli delle Comunicazioni sociali e della Cultura.

Dello stesso avviso anche il presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, Claudio Maria Gelli, che ha ricordato come questo musical ben rappresenti la storia che continua “perché Maria è una realtà, una persona che ci accompagna nella vita, e una donna che cammina al nostro fianco con le movenze e le problematiche di una donna del nostro tempo. Auguro allo spettacolo un grande successo – ha aggiunto –e andiamo avanti con fiducia e profonda gioia”

E per essere certi di non sbagliare, regia, produzione e attori in scena si sono avvalsi di un contributo speciale: quello di padre Stefano De Fiores, teologo e fra i massimi esperti in Italia di mariologia, intervenuto anche lui con emozione alla presentazione di stamani. E che ha assistito, passo dopo passo, ad ogni fase di sviluppo del musical, per accertarsi che la creazione non prendesse il sopravvento o, per usare le sue stesse parole, “perché l’umanizzazione resa di Maria non la spogliasse del suo mistero”, come è giusto che sia per ogni soggetto di culto.
Il progetto, frutto dell’incontro tra la regista Maria Pia Liotta (che è anche la madre della protagonista, Alma Manera) e Adele Dorothy Ciampa, che insieme a lei ha scritto il libretto, è co-organizzato dal Comune di Roma.
E proprio per la particolarità e l’importanza del tema trattato, il musical non poteva essere presentato su un palco qualsiasi della capitale italiana. È per questa ragione che il debutto a Roma, dove lo spettacolo arriverà in prima nazionale, non solo coinciderà con la festa dell’Immacolata, il prossimo 8 dicembre, ma su un palco costruito su misura per l’occasione. Il Teatro tenda “Casa di Maria”, struttura capace di ospitare 2.700 spettatori all’interno del complesso di Cinecittà. Resterà in programmazione sino a maggio, per partire poi alla volta dei palcoscenici mondiali. Nessuna data certa per il momento ma tanti desideri. Quello che “Maria di Nazareth…la storia continua” giri il mondo “è solo un sogno, ma come dimostra questo musical a volte i sogni si avverano”, ha concluso emozionata la regista.
Cecilia Dalla Negra

Ultimo aggiornamento ( martedì 02 dicembre 2008 ) http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Maria-di-Nazareth-la-storia-continua...-in-arrivo-il-musical-delle-Sacre-Scritture.html

domenica 21 dicembre 2008

LA NOTTE DI NATALE E LA COMETA


STUDIO BIBLICO

LA NOTTE DI NATALE E LA COMETA

A cura di Giuliano Lattes e Martino Gerber studiosi biblisti

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VANGELO SECONDO SAN LUCA : 2, 1-20


LA NOTTE DI NATALE

2,1In quel tempo l'imperatore Augusto con un decreto ordinò il censimento di tutti gli abitanti dell'impero romano. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a far scrivere il loro nome nei registri, ciascuno nel proprio luogo d'origine.
4Anche Giuseppe partì da Nàzaret, in Galilea, e salì a Betlemme, la città del re Davide, in Giudea. Andò là perché era un discendente diretto del re Davide, 5e Maria sua sposa, che era incinta, andò con lui.
6Mentre si trovavano a Betlemme, giunse per Maria il tempo di partorire, 7ed essa diede alla luce un figlio, il suo primogenito. Lo avvolse in fasce e lo mise a dormire nella mangiatoia di una stalla, perché per loro non c'era posto nell'alloggio.

Gli angeli portano l'annunzio ai pastori
8In quella stessa regione c'erano anche alcuni pastori. Essi passavano la notte all'aperto per fare la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro, la gloria del Signore li avvolse di luce ed essi ebbero una grande paura. 10L'angelo disse: "Non temete! Io vi porto una bella notizia che procurerà una grande gioia a tutto il popolo: 11oggi per voi, nella città di Davide, è nato il Salvatore, il Cristo, il Signore. 12Lo riconoscerete così: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia".
13Subito apparvero con lui molti altri angeli. Essi lodavano Dio con questo canto:
14"Gloria a Dio in cielo
e sulla terra pace per quelli che egli ama".
Poi gli angeli si allontanarono dai pastori e se ne tornarono in cielo.
15Intanto i pastori dicevano gli uni agli altri: "Andiamo fino a Betlemme per vedere quel che è accaduto e che il Signore ci ha fatto sapere". 16Giunsero in fretta a Betlemme e là trovarono Maria, Giuseppe e il bambino che giaceva nella mangiatoia. 17Dopo averlo visto, fecero sapere ciò che avevano sentito di questo bambino. 18Tutti quelli che ascoltarono i pastori si meravigliarono di quello che essi raccontavano. 19Maria, da parte sua, custodiva il ricordo di tutti questi fatti e li meditava dentro di sé. 20I pastori, sulla via del ritorno, lodavano Dio e lo ringraziavano per quel che avevano sentito e visto, perché tutto era avvenuto come l'angelo aveva loro detto.


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VANGELO SECONDO SAN MATTEO: 2, 1-12



LA COMETA
2,1Gesù nacque a Betlemme, una città nella regione della Giudea, al tempo del re Erode. Dopo la sua nascita, arrivarono a Gerusalemme alcuni uomini sapienti che venivano dall'oriente 2e domandarono: "Dove si trova quel bambino, nato da poco, il re dei Giudei? In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo".
3Queste parole misero in agitazione tutti gli abitanti di Gerusalemme, e specialmente il re Erode. Egli, appena lo seppe, 4radunò tutti i capi dei sacerdoti e i maestri della Legge e domandò loro:
- In quale luogo deve nascere il Messia?
5Essi risposero:
- A Betlemme, nella regione della Giudea, perché il profeta ha scritto:
6Tu Betlemme, del paese di Giudea,
non sei certo la meno importante tra le città della Giudea,
perché da te uscirà un capo
che guiderà il mio popolo, Israele.
7Allora il re Erode chiamò in segreto quei sapienti e si fece dire con esattezza quando era apparsa la stella. 8Poi li mandò a Betlemme dicendo: "Andate e cercate con ogni cura il bambino. Quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, così anch'io andrò a onorarlo".
9- 10Ricevute queste istruzioni da parte del re, essi partirono. In viaggio, apparve ancora a quei sapienti la stella che avevano visto in oriente, ed essi furono pieni di grande gioia. La stella si muoveva davanti a loro fino a quando non arrivò sopra la casa dove si trovava il bambino. Là si fermò.
11Essi entrarono in quella casa e videro il bambino e sua madre, Maria. Si inginocchiarono e lo adorarono. Poi aprirono i bagagli e gli offrirono regali: oro, incenso e mirra.
12Più tardi, in sogno, Dio li avvertì di non tornare dal re Erode. Essi presero allora un'altra strada e ritornarono al loro paese.

Citazioni Bibbia Tilc

http://www.bibbiaedu.it/interconfessionale_note/nt/vangeli/index.html



http://groups.google.com/group/studio-biblico?hl=it

giovedì 18 dicembre 2008

LA NASCITA' DI GESU IL MESSIA IN SAN MATTEO


LA NASCITA' DI GESU IL MESSIA



VANGELO DI MATTEO: 1, 1-2, 23




1

1Gesù Cristo è discendente di Davide, il quale a sua volta è discendente di Abramo. Ecco l'elenco degli antenati della sua famiglia:
2Abramo fu il padre di Isacco;
Isacco di Giacobbe;
Giacobbe di Giuda e dei suoi fratelli;
3Giuda fu il padre di Fares e Zara (loro madre fu Tamar);
Fares di Esrom;
Esrom di Aram;
4Aram fu il padre di Aminadàb;
Aminadàb di Naassòn;
Naassòn di Salmòn:
5Salmòn fu il padre di Booz (la madre di Booz fu Racab);
Booz fu il padre di Obed (la madre di Obed fu Rut);
Obed fu il padre di Iesse;
6Iesse fu il padre di Davide.
Davide fu il padre di Salomone (la madre era stata moglie di Urìa);
7Salomone fu il padre di Roboamo;
Roboamo di Abìa;
Abìa di Asàf;
8Asàf fu il padre di Giòsafat;
Giòsafat di Ioram;
Ioram di Ozia;
9Ozia fu il padre di Ioatam;
Ioatam di Acaz;
Acaz di Ezechia;
10Ezechia fu il padre di Manàsse;
Manàsse di Amos;
Amos di Giosia;
11Giosia fu il padre di Ieconia e dei suoi fratelli, al tempo in cui il popolo d'Israele fu deportato in esilio a Babilonia.
12Dopo l'esilio a Babilonia, Ieconia fu il
padre di Salatiel;
Salatiel fu il padre di Zorobabèle;
13Zorobabèle fu il padre di Abiùd;
Abiùd di Elìacim;
Elìacim di Azor;
14Azor fu il padre di Sadoc;
Sadoc di Achim;
Achim di Eliùd;
15Eliùd fu il padre di Eleàzar;
Eleàzar di Mattan;
Mattan di Giacobbe;
16Giacobbe fu il padre di Giuseppe;
Giuseppe sposò Maria e Maria fu la madre di Gesù, chiamato Cristo.
17Dunque da Abramo a Davide ci sono quattordici generazioni; dal tempo di Davide fino all'esilio di Babilonia ce ne sono altre quattordici; infine, dall'esilio in Babilonia fino a Cristo ci sono ancora quattordici generazioni.

Come nacque Gesù
(vedi Luca 2, 1-7)
18Ecco come è nato Gesù Cristo. Maria, sua madre, era fidanzata con Giuseppe; essi non vivevano ancora insieme, ma lo Spirito Santo agì in Maria ed ella si trovò incinta. 19Ormai Giuseppe stava per sposarla. Egli voleva fare ciò che era giusto, ma non voleva denunziarla di fronte a tutti. Allora decise di rompere il fidanzamento, senza dire niente a nessuno.
20Ci stava ancora pensando, quando una notte in sogno gli apparve un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, discendente di Davide, non devi aver paura di sposare Maria, la tua fidanzata: il bambino che lei aspetta è opera dello Spirito Santo. 21Essa partorirà un figlio e tu gli metterai nome Gesù, perché lui salverà il suo popolo da tutti i suoi peccati".
22E così si realizzò quel che il Signore aveva detto per mezzo del profeta Isaia:
23Ecco, la vergine sarà incinta,
partorirà un figlio ed egli sarà chiamato Emmanuele.
Questo nome significa: "Dio è con noi".
24Quando Giuseppe si svegliò, fece come l'angelo di Dio gli aveva ordinato e prese Maria in casa sua. 25E senza che avessero avuto fin allora rapporti matrimoniali, Maria partorì il bambino e Giuseppe gli mise nome Gesù.


2
1Gesù nacque a Betlemme, una città nella regione della Giudea, al tempo del re Erode. Dopo la sua nascita, arrivarono a Gerusalemme alcuni uomini sapienti che venivano dall'oriente 2e domandarono: "Dove si trova quel bambino, nato da poco, il re dei Giudei? In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo".
3Queste parole misero in agitazione tutti gli abitanti di Gerusalemme, e specialmente il re Erode. Egli, appena lo seppe, 4radunò tutti i capi dei sacerdoti e i maestri della Legge e domandò loro:
- In quale luogo deve nascere il Messia?
5Essi risposero:
- A Betlemme, nella regione della Giudea, perché il profeta ha scritto:
6Tu Betlemme, del paese di Giudea,
non sei certo la meno importante tra le città della Giudea,
perché da te uscirà un capo
che guiderà il mio popolo, Israele.
7Allora il re Erode chiamò in segreto quei sapienti e si fece dire con esattezza quando era apparsa la stella. 8Poi li mandò a Betlemme dicendo: "Andate e cercate con ogni cura il bambino. Quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, così anch'io andrò a onorarlo".
9- 10Ricevute queste istruzioni da parte del re, essi partirono. In viaggio, apparve ancora a quei sapienti la stella che avevano visto in oriente, ed essi furono pieni di grande gioia. La stella si muoveva davanti a loro fino a quando non arrivò sopra la casa dove si trovava il bambino. Là si fermò.
11Essi entrarono in quella casa e videro il bambino e sua madre, Maria. Si inginocchiarono e lo adorarono. Poi aprirono i bagagli e gli offrirono regali: oro, incenso e mirra.
12Più tardi, in sogno, Dio li avvertì di non tornare dal re Erode. Essi presero allora un'altra strada e ritornarono al loro paese.

Giuseppe e Maria fuggono in Egitto
13Dopo la partenza dei sapienti, Giuseppe fece un sogno. L'angelo di Dio gli apparve e gli disse: "Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto. Erode sta cercando il bambino per ucciderlo. Tu devi rimanere là, fino a quando io non ti avvertirò".
14Giuseppe si alzò, di notte prese con sé il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto. 15E vi rimase fino a quando non morì il re Erode. Così si realizzò quel che il Signore aveva detto per mezzo del profeta Osea: Ho chiamato mio figlio dall'Egitto.

Erode fa uccidere i bambini di Betlemme
16Il re Erode si accorse che i sapienti dell'oriente lo avevano ingannato e allora si infuriò. Ricordando quel che si era fatto dire da loro, calcolò il tempo; e quindi fece uccidere tutti i bambini di Betlemme e dei dintorni, dai due anni in giù. 17Allora si realizzò quel che Dio aveva detto per mezzo del profeta Geremia:
18Una voce si è sentita nella regione di Rama,
pianti e lunghi lamenti.
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché essi non ci sono più.

Giuseppe e Maria tornano dall'Egitto
19Dopo la morte di Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe, in Egitto. 20L'angelo gli disse: "Àlzati, prendi il bambino e sua madre e torna nella terra d'Israele: perché ormai sono morti quelli che cercavano di far morire il bambino". 21Giuseppe si alzò, prese con sé il bambino e sua madre e ritornò nella terra d'Israele. 22Ma venuto a sapere che al posto di Erode era diventato re della Giudea suo figlio Archelao, ebbe paura di fermarsi in quella regione. Informato da un sogno, partì verso la Galilea 23e andò ad abitare in un villaggio che si chiamava Nàzaret. Così si realizzò quel che Dio aveva detto per mezzo dei profeti: "Egli sarà chiamato Nazareno".








http://www.bibbiaedu.it/pls/bibbiaol/GestBibbia_int2.Ricerca?Libro=Matteo&Capitolo=2

LA NASCITA' DI GESU' IL FIGLIO DI DIO DAL VANGELO DI SAN LUCA


LA NASCITA' DI GESU' IL FIGLIO DI DIO DAL VANGELO DI SAN LUCA: 1, 26-56---2, 1-52

L'ANNUNZIO DELLA NASCITA DI GESU'
1:26 Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città di Galilea, chiamata Nazaret,
1:27 a una vergine fidanzata a un uomo chiamato Giuseppe, della casa di Davide; e il nome della vergine era Maria.
1:28 L'angelo, entrato da lei, disse: "Ti saluto, o favorita dalla grazia; il Signore è con te".
1:29 Ella fu turbata a queste parole, e si domandava che cosa volesse dire un tale saluto.
1:30 L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
1:31 Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù.
1:32 Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre.
1:33 Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine".
1:34 Maria disse all'angelo: "Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?"
1:35 L'angelo le rispose: "Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà dell'ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio.
1:36 Ecco, Elisabetta, tua parente, ha concepito anche lei un figlio nella sua vecchiaia; e questo è il sesto mese, per lei, che era chiamata sterile;
1:37 poiché nessuna parola di Dio rimarrà inefficace".
1:38 Maria disse: "Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola". E l'angelo la lasciò.
LA VISITA DI MARIA AD ELISABETTA
1:39 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta nella regione montuosa, in una città di Giuda,
1:40 ed entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta.
1:41 Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel grembo; ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo,
1:42 e ad alta voce esclamò: "Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno!
1:43 Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me?
1:44 Poiché ecco, non appena la voce del tuo saluto mi è giunta agli orecchi, per la gioia il bambino mi è balzato nel grembo.
1:45 Beata è colei che ha creduto che quanto le è stato detto da parte del Signore avrà compimento".
1:46 E Maria disse: "L'anima mia magnifica il Signore,
1:47 e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore,
1:48 perché egli ha guardato alla bassezza della sua serva. Da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata,
1:49 perché grandi cose mi ha fatte il Potente. Santo è il suo nome;
1:50 e la sua misericordia si estende di generazione in generazione su quelli che lo temono.
1:51 Egli ha operato potentemente con il suo braccio; ha disperso quelli che erano superbi nei pensieri del loro cuore;
1:52 ha detronizzato i potenti, e ha innalzato gli umili;
1:53 ha colmato di beni gli affamati, e ha rimandato a mani vuote i ricchi.
1:54 Ha soccorso Israele, suo servitore, ricordandosi della misericordia,
1:55 di cui aveva parlato ai nostri padri, verso Abraamo e verso la sua discendenza per sempre".
1:56 Maria rimase con Elisabetta circa tre mesi; poi se ne tornò a casa sua.

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LA NASCITA DI GESU'
2:1 In quel tempo uscì un decreto da parte di Cesare Augusto, che ordinava il censimento di tutto l'impero.
2:2 Questo fu il primo censimento fatto quando Quirinio era governatore della Siria.
2:3 Tutti andavano a farsi registrare, ciascuno alla sua città.
2:4 Dalla Galilea, dalla città di Nazaret, anche Giuseppe salì in Giudea, alla città di Davide chiamata Betlemme, perché era della casa e famiglia di Davide,
2:5 per farsi registrare con Maria, sua sposa, che era incinta.
2:6 Mentre erano là, si compì per lei il tempo del parto;
2:7 ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò, e lo coricò in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
2:8 In quella stessa regione c'erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge.
2:9 E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore.
2:10 L'angelo disse loro: "Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà:
2:11 "Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore.
2:12 E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia"".
2:13 E a un tratto vi fu con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
2:14 "Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch'egli gradisce!"
2:15 Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro: "Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto sapere".
2:16 Andarono in fretta, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia;
2:17 e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino.
2:18 E tutti quelli che li udirono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori.
2:19 Maria serbava in sé tutte queste cose, meditandole in cuor suo.
2:20 E i pastori tornarono indietro, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato loro annunziato.
LA PRESENTAZIONE DI GESU' AL TEMPIO
2:21 Quando furono compiuti gli otto giorni dopo i quali egli doveva essere circonciso, gli fu messo il nome di Gesù, che gli era stato dato dall'angelo prima che egli fosse concepito.
2:22 Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore,
2:23 come è scritto nella legge del Signore: "Ogni maschio primogenito sarà consacrato al Signore";
2:24 e per offrire il sacrificio di cui parla la legge del Signore, di un paio di tortore o di due giovani colombi.
2:25 Vi era in Gerusalemme un uomo di nome Simeone; quest'uomo era giusto e timorato di Dio, e aspettava la consolazione d'Israele; lo Spirito Santo era sopra di lui;
2:26 e gli era stato rivelato dallo Spirito Santo che non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore.
2:27 Egli, mosso dallo Spirito, andò nel tempio; e, come i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere a suo riguardo le prescrizioni della legge,
2:28 lo prese in braccio, e benedisse Dio, dicendo:
2:29 "Ora, o mio Signore, tu lasci andare in pace il tuo servo, secondo la tua parola;
2:30 perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
2:31 che hai preparata dinanzi a tutti i popoli
2:32 per essere luce da illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele".
2:33 Il padre e la madre di Gesù restavano meravigliati delle cose che si dicevano di lui.
2:34 E Simeone li benedisse, dicendo a Maria, madre di lui: "Ecco, egli è posto a caduta e a rialzamento di molti in Israele, come segno di contraddizione
2:35 a te stessa una spada trafiggerà l'anima), affinché i pensieri di molti cuori siano svelati".
2:36 Vi era anche Anna, profetessa, figlia di Fanuel, della tribù di Aser. Era molto avanti negli anni: dopo essere vissuta con il marito sette anni dalla sua verginità, era rimasta vedova e aveva raggiunto gli ottantaquattro anni.
2:37 Non si allontanava mai dal tempio e serviva Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
2:38 Sopraggiunta in quella stessa ora, anche lei lodava Dio e parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
RITORNO A NAZARETH
2:39 Com'ebbero adempiuto tutte le prescrizioni della legge del Signore, tornarono in Galilea, a Nazaret, loro città.
2:40 E il bambino cresceva e si fortificava; era pieno di sapienza e la grazia di Dio era su di lui.
GESU' FRA I DOTTORI NEL TEMPIO
2:41 I suoi genitori andavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua.
2:42 Quando giunse all'età di dodici anni, salirono a Gerusalemme, secondo l'usanza della festa;
2:43 passati i giorni della festa, mentre tornavano, il bambino Gesù rimase in Gerusalemme all'insaputa dei genitori;
2:44 i quali, pensando che egli fosse nella comitiva, camminarono una giornata, poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti;
2:45 e, non avendolo trovato, tornarono a Gerusalemme cercandolo.
2:46 Tre giorni dopo lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri: li ascoltava e faceva loro delle domande;
2:47 e tutti quelli che l'udivano, si stupivano del suo senno e delle sue risposte.
2:48 Quando i suoi genitori lo videro, rimasero stupiti; e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io ti cercavamo, stando in gran pena".
2:49 Ed egli disse loro: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io dovevo trovarmi nella casa del Padre mio?"
2:50 Ed essi non capirono le parole che egli aveva dette loro.
2:51 Poi discese con loro, andò a Nazaret, e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.
2:52 E Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini.


da: La Sacra Bibbia "Nuova Riveduta sui testi originali"
Copyright © 1994, Società Biblica di Ginevra - CH-1211 Ginevra




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CHANUKKA'-SPIEGAZIONE

CHANUKKA'
La festa di Chanukkà, tra tutte le antiche ricorrenze ebraiche, è l'unica che non affondi le sue radici nella Bibbia e nei suoi racconti; è una festa stabilita dai Maestri del Talmud e ricorda un avvenimento accaduto in terra di Israele, nel 168 A.C. Antioco Epifane di Siria - ottavo re della dinastia seleucide, erede di una piccola parte dell'Impero appartenuto ad Alessandro Magno - voleva imporre la religione greca alla Giudea. Le mire di ellenizzazione furono contrastate e impedite da Mattatià, un sacerdote di Modiin della famiglia degli Asmonei che insieme ai suoi sette figli, diedero avvio alla rivolta. Chanukkà è conosciuta anche come la festa del miracolo dell'olio: quando dopo una strenua battaglia, il 25 di Kislev di tre anni dopo (165 A.C.), il Tempio fu riconquistato, si doveva procedere alla riconsacrazione. Nel Tempio però fu trovata una sola ampolla di olio puro recante il sigillo del Sommo Sacerdote. Per la preparazione di olio puro (viene considerato olio puro quello raccolto dalle prime gocce della spremitura delle olive) occorrevano otto giorni. Nel trattato talmudico di Shabbat leggiamo del grande miracolo che occorse: l'olio che poteva bastare per un solo giorno, fu sufficiente per otto giorni, dando così la possibilità ai Sacerdoti di prepararne dell'altro nuovo. In ricordo di quel miracolo, i Saggi del Talmud istituirono una festa di lode e di ringraziamento al Signore che dura appunto 8 giorni: Chanukkà che letteralmente, significa "inaugurazione". La prima sera della festa si accende un lume su un candelabro speciale a nove bracci, e ogni sera, per otto giorni, se ne aggiunge uno in più, fino a che l'ottava sera si accendono 8 lumi. Questo candelabro si chiama Chanukkià e può avere diverse forme. L'indicazione è che gli otto contenitori per le candele siano tutti allineati alla stessa altezza e che il nono - lo shammash, il servitore, quello che serve per accendere gli altri lumi - sia in una posizione diversa. I bambini ricevono regali e in particolare delle trottoline su cui compaiono le iniziali delle parole "Un grande miracolo è avvenuto lì".Uno dei precetti relativi alla festa è quello di "rendere pubblico il miracolo", per questo si usa accendere i lumi al tramonto o più tardi, quando c'è ancora gente nelle vie, vicino alla finestra che si affaccia sulla strada, al fine di rendere pubblico il miracolo che avvenne a quel tempo.

http://ugovblog.blogspot.com/2006/03/chanukka.html

CHANUKKA'-SPIEGAZIONE SEMPLICE

CHANUKKA'

Il 25 di Kislev ha inizio la festa di Chanukkà: dura otto giorni ed è caratterizzata dall’accensione della Chanukkià, lampada ad otto braccia accompagnata da un nono lumino, Shammash o servitore che accende gli altri lumi, a ricordo della vittoria dei Maccabei sui greci e la riconsacrazione del Tempio profanato.
Chanukkà rappresenta la vittoria dello spirito ad opera del popolo che si era impegnato, attraverso l’unità di Dio, a rispettare l’unità degli uomini e a superare le differenze sociali: “Ama il prossimo tuo come te stesso”, ammonisce il Levitico (30,18). Questa festività potrebbe essere celebrata anche dai popoli che hanno abbracciato l’idea monoteistica: infatti se i Maccabei fossero stati sconfitti, non solo sarebbe scomparso l’ebraismo ma non sarebbero sorti né il cristianesimo né l’islam.
Chanukkà è una ricorrenza molto cara ai bambini, che ricevono un piccolo regalo ogni sera all’accensione dei lumi; il sevivon, trottola a quattro facce, ricorda ai più piccoli il miracolo dell’ampollina d’olio purissimo che ha permesso di riaccendere la lampada perenne del Tempio, e di farla risplendere per tutti gli otto giorni necessari a prepararne di nuovo.
Negli otto giorni di Chanukkà l’olio si ripresenta come ingrediente fondamentale in cucina, per la preparazione di piatti tradizionali come le squisite frittelle dolci o salate.

http://www.romamultietnica.it/inside.asp?id=316

CHANUKKAH: UN MIRACOLO CHE SI RIPETE

CHANUKKAH: UN MIRACOLO CHE SI RIPETE

Gavriel Levi

Nel giorno di chanukkà che capita di shabbath, i lumi di chanukkà si accendono assieme con quelli dello shabbath e, la sera dopo assieme con quello dell’avdalà1. La vigilia di shabbath si accende prima la chanukkà e dopo i lumi dello shabbath; alla fine dello shabbath si accende prima la torcia dell’avdalà e dopo i lumi della chanukkà

È evidente che questa regola è collegata con il divieto di accendere il fuoco durante lo shabbath: non si può accendere nessun fuoco dopo che è cominciato lo shabbath; non si può accendere nessun fuoco finché lo shabbath non è veramente finito. Tuttavia, se ci riflettiamo sopra, questa regola collega, con un significato più ampio e più profondo, i tre fuochi e le tre luci che accendiamo nelle nostre case e che, in modi diversi, rappresentano la forza creativa dell’uomo e la vita di Israele. Solo se si è acceso il lume di chanukkà si può accendere il lume dello shabbath; solo se si è acceso il lume dell’avdalà si può accendere il lume di chanukkà.

Se si è lottato per rimanere ebrei, se ci si è conquistati il miracolo, allora si può rinunciare ad accendere ogni fuoco e si può godere del lume che deriva direttamente dai giorni della creazione e che riassume, già in sé, la luce del Mashiach. Se si è acceso il fuoco che permette di accendere ogni fuoco nella settimana, che è stato regalato da Dio al primo uomo e che ci aiuta a distinguere, con i nostri mezzi, la luce dal buio, allora si può accendere, senza più divieti, il fuoco del miracolo.

Le luci della chanukkià devono rimanere divise e distinguibili l’una dall’altra: ogni giorno è un giorno completo di vita; ogni generazione è completa in se stessa ed è necessaria perché la generazione precedente possa vivere nella successiva. Le luci dell’avdalà devono essere unite e indistinguibili l’una dall’altra: ogni giorno, anche il più banale, è parte del giorno completo che è tutto shabbath.

La luce dell’avdalà è la luce di un fuoco che si accende dopo lo shabbath; la sua benedizione è centrata nella creazione delle “luci” del fuoco e sulla nostra azione di guardarsi le mani, nel buio e alla luce. La luce di chanukkà è la luce che si accende per rendere manifesto il miracolo; la sua benedizione riguarda l’obbligo di ripetere il miracolo e di preparare la luce di un giorno per farla ardere otto giorni.

Non può esistere la festa di chanukkà senza dentro una vigilia di shabbath, senza uno shabbath e senza un’uscita di shabbath. Il miracolo di chanukkà (e cioè la luce di un giorno che deve durare fino al termine dei giorni, ed ancora un giorno di più) contiene dentro di sé: a) la luce del fuoco che esiste quando nessun fuoco può essere acceso dall’uomo; b) la luce di un fuoco che deve essere ricreato, per dividere il giorno umano dalla notte umana; il giorno di shabbath dai sei giorni dell’azione; le mani dell’uomo dalla creazione di Dio.

Il miracolo di chanukkà contiene anche due luci: la luce di un fuoco che non esiste (perché è stato acceso prima); la luce di un fuoco creato da D-o (ma acceso dagli uomini) perché l’uomo possa uscire, senza paura, nel mondo degli uomini. Tra l’inizio di chanukkà e l’inizio dello shabbath esiste un momento di intervallo: noi ebrei abbiamo compiuto il nostro miracolo, quando il sole non è ancora calato; a D-o viene lasciato il tempo per compiere il suo miracolo, finire la creazione e portare il Mashiach.

Tra la fine dello shabbath e l’inizio di chanukkà esiste un altro momento di intervallo: la storia di tutti i giorni si è ripetuta; l’ebreo può accettare il dono del fuoco direttamente da D-o e, ancora una volta, ripetere il miracolo. Se noi riusciamo a conservare l’olio per un giorno, anche quando ci sembra che il buio durerà più a lungo e quando ci sembra che non ci sia nessun posto per accendere una luce, D-o vedrà questa luce per otto giorni.

Se non conserviamo l’olio nel buio (ma questo è impossibile perché in fondo lo conserviamo anche senza saperlo) allora D-o dovrà fare il miracolo da solo e dovrà riprendere il fuoco di chanukkà da quello donatoci per l’avdalà. Un cieco adempie al precetto di chanukkià partecipando, se ne ha la possibilità, con una perutà, all’accensione di un altro ebreo e, se non può perché è solo, accendendo la chanukkià, con qualunque aiuto, da solo.

Per quale luce accende la chanukkià, un cieco?
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Fonte: morasha.it


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La giornata dello Shabbat si apre e si chiude con un' accensione di lumi. All’imbrunire del venerdì si accendono due candele (in teoria ne basterebbe una) recitando la benedizione che termina con “e ci hai comandato di accendere il lume dello Shabbat“. Al termine dello Shabbat, nella cerimonia dell’Avdalà, la separazione tra il giorno di festa e quello feriale si accende una torcia formata da più luci che intrecciandosi formano un'unica fiamma. Su questo lume si benedice il Signore “creatore dei luminari di fuoco“. Nel Talmud Jeruscialmì (citato anche dal compendio “Torà Temimà” ai primi versi della Genesi) si ricerca la fonte del fatto che nella Avdalà si dice la benedizione sul lume solo dopo che il lume è acceso. Questo lascia supporre che nell’altro caso, l’accensione dei lumi dello Shabbat, prima si dica la benedizione e poi si accenda. In effetti ciò avviene quasi esclusivamente secondo il rito di Roma (quasi tutti gli altri oggi prima accendono e poi dicono la benedizione).


http://incamminoverso.unblog.fr/2007/12/03/chanukkah-un-miracolo-che-si-ripete/

Festività di Chanukkà 5769: Messagio di Rav Alberto Sermoneta


Nella parashà che leggeremo sabato mattina prossimo, troviamo narrata la storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe e Rachele donna da lui più amata rispetto a Leà, e il rapporto fra Giuseppe e i suoi fratelli, invidiosi per il comportamento diverso del loro padre, nei suoi confronti, rispetto agli altri figli.

Ogni momento della sua vita in famiglia, veniva considerato dai suoi fratelli un pretesto per aumentare nei suoi confronti una sorta di gelosia e rancore, fin quando un giorno, Giacobbe regalò a Giuseppe una tunica colorata.
Questo fu il pretesto per scatenare tutto il rancore dei fratelli verso di lui, fino al punto che qualcuno di essi, manifestò la volontà di ucciderlo. Fu salvato da Jeudà, il quale forse per essere più moderato, forse perché sentiva più responsabilità verso il loro padre, forse perché nutriva sentimenti di amore verso suo fratello, consigliò di venderlo ad una carovana di mercanti, i quali a loro volta lo vendettero in Egitto.

Qui la Torà ci narra attraverso molteplici avvenimenti, tutta la grandezza di quest' uomo, il quale, nonostante arrivò al termine di una serie di peripezie, ad essere nominato viceré, non si assimilò mai alla cultura ed alla vita dell'Egitto e degli egiziani.
La storia avvincente di Giuseppe in Egitto ed il suo ritrovarsi con il padre ed i suoi fratelli dopo venti anni di lontananza, può essere paragonata alla vita ed all'eroismo dei fratelli Maccabei.
Infatti, come Giuseppe, nonostante i suoi venti anni trascorsi in Egitto, non ha mai rinnegato le tradizioni paterne, tradizioni risalenti ad Abramo, e non ha mai nascosto la sua identità di Ebreo “... na'ar 'ivrì anochi” - “io sono un ragazzo ebreo” anche a rischio della propria incolumità, così i Maccabei non rinnegarono mai – a costo di rimetterci la loro vita, le loro tradizioni ebraiche e il culto dell'unico D-o.

La festa di Chanuccà, che se D-o vuole inizieremo a celebrare da domenica sera prossima, ricorda l'eroico gesto dei fratelli Maccabei nel combattere e cacciare l'esercito di Antioco Epifane dalla terra di Israele.
I greci, a differenza infatti degli altri popoli conquistatori, non amavano uccidere o distruggere, bensì infondere la loro cultura ai popoli da loro conquistati e dominati.
Si racconta che la prima generazione ebraica sotto la dominazione ellenica, dimenticò la lingua parlata, la seconda la lingua scritta e la terza non era in grado più di saper leggere la Torà (di nascosto), poiché essi proibirono assolutamente lo studio della Torà.
Fu anche proibita l'osservanza dello shabbat e ancor peggio, fu vietata la pratica della circoncisione.
I Maccabei, così soprannominati per la loro forza e tenacia (il termine Maccabì in ebraico vuol dire martello), non sottostarono a queste imposizioni e non rinunciarono alle pratiche comandate dalla Torà e dai Rabbini.
Così dopo una guerra dura e sanguinosa, riuscirono a cacciare il dominatore.

La festa di Chanuccà è definita la festa delle luci, in quanto durante questa festa si ha il dovere di accendere una particolare lampada a otto lumi.
La luce è il simbolo della Torà, poiché essa, se sempre continuamente alimentata non si spegne mai, proprio come il popolo ebraico che fintanto che si comporta osservando le regole della Torà, nessuno potrà mai distruggerlo completamente.
La festa di Chanuccà è considerata la festa del monoteismo, in quanto attraverso la lotta dei Maccabei contro il paganesimo greco, si è scongiurato il rischio della perdita delle tradizioni e di quei valori che hanno caratterizzato il popolo di Israele nei secoli.
Se ogni popolo, ogni nazione, ha una bandiera che richiama il proprio ideale, la bandiera del monoteismo può essere sicuramente identificata dalla lampada di chanuccà, la quale posta davanti ad ogni finestra di ogni casa ebraica, vuole simboleggiare a chiunque la veda, la sconfitta di quei valori effimeri a cui ogni essere umano è morbosamente attratto, ma che se realmente li inseguisse e li raggiungesse, causerebbe danni inestimabili a se stesso ed al proprio prossimo.

La festa di chanuccà quindi non può essere definita una festività esclusivamente ebraica, ma appartiene a tutti coloro che inseguono dei sani principi e dei forti ideali su cui costruire un futuro sano e saldo per i propri figli e per le generazioni che vivranno dopo di noi.
© 2008 Comunità Ebraica di Bologna

http://www.comunitadibologna.it/index.php?option=com_content&task=view&id=393

Shabbat Vajeshev (20 dicembre 2008) Parashà

Shabbat Vajeshev (20 dicembre 2008)
Di Rav Alberto Sermoneta

Questo sabato leggeremo la parashà di vajeshev, in cui si narra della storia di Giuseppe che venduto agli egiziani, s'imbatte in una serie di peripezie che lo mettono nella condizione di essere sempre in pericolo di vita, ma con l'aiuto di D-o le situazioni si capovolgono.Nella prima parte della parashà, viene narrato il rapporto fra Giuseppe ed i suoi fratelli, rapporto che non era affatto idilliaco a causa della gelosia di costoro nei suoi confronti.

Essi tramano contro di lui le cose più spietate, fino a pensare di ucciderlo, ma grazie all'intervento di Giuda, fratello più saggio, si decide di venderlo ad una carovana di mercanti i quali lo venderanno agli egiziani.

Nella seconda parte invece, viene narrata la storia del primo periodo di vita di Giuseppe in Egitto, vita non facile anche a causa della sua diversità di tradizione.

Fra la prima e la seconda parte vi è una intercalanza nel testo biblico, in quanto viene narrata una storia abbastanza strana cioè la storia di Giuda e Tamar, dapprima moglie del primo figlio di lui, poi del secondo ed in fine sarà colei che darà alla luce due figli, Perez e Zerach proprio dopo un rapporto con Giuda.
Giuda, alla notizia della gravidanza di sua nuora, vedova dei suoi due mariti, figli di Giuda, esclama la seguente espressione: “otziuha ve tissaref” “venga portata fuori e venga bruciata”. Era questa la condanna che veniva inflitta a coloro che si macchiavano di colpa di adulterio, in quanto la considerava adultera, dato il suo stato di vedovanza senza figli e quindi, secondo le leggi dell'epoca in attesa di contrarre matrimonio con l'ultimo figlio superstite di Giuda.

Ma la Torà ci racconta che nel frattempo, Tamar non avendo ancora dopo molto tempo ricevuto in marito il terzo figlio di Giuda, si era travestita da prostituta ed era riuscita ad avere un rapporto con suo suocero, e a ricevere come pegno per questa “prestazione” il bastone e l'anello-sigillo di lui.
Al momento della condanna a morte, Tamar mostra a suo suocero i due oggetti ricevuti in pegno, dicendo di essere incinta dell'uomo al quale appartenevano quegli oggetti.
Giuda li riconosce, si ricorda dell'avvenuto e salvando sua nuora, dice che ella era stata più saggia di lui, in quanto era stata promessa sposa di suo figlio e lui, non avendo dato più importanza alla cosa, l'aveva dimenticata completamente.
Tutto finisce bene e nascono questi due gemelli, che saranno i capostipiti di molte nazioni.

Il sabato in cui viene letta questa parashà è sempre quello che precede Chanuccà e secondo il minhag italiano vi è l'uso di esporre la lampada di Chanuccà in sinagoga, già a partire da quel giorno.
Da dove si impara tutto questo?
I nostri Maestri sostengono che nella Torà non vi sono espressioni che esaltino la morte o la rivendichino, nei confronti degli Zaddikim (i giusti) e Tamar è stata considerata giusta proprio da suo suocero.
Per cui l'espressione di Giuda “otziuha ve tissaref” “venga portata fuori e venga bruciata” non è riferita a Tamar, bensì alla lampada di Chanuccà, che di lì a qualche giorno verrà accesa, se D-o vuole e porterà gioia in mezzo a tutto il popolo di Israele.

http://www.comunitadibologna.it/index.php?option=com_content&task=view&id=394&Itemid=1

mercoledì 17 dicembre 2008

Gesù è nato veramente da una donna vergine?

Gesù è nato veramente da una donna vergine?
La nascita verginale di Gesù Cristo è un avvenimento che ha lasciato perplesse molte persone. La Bibbia afferma che Dio aveva deciso che Suo Figlio sarebbe entrato nel mondo in modo miracoloso. Settecento anni prima della nascita di Cristo, il profeta Isaia scriveva: «Perciò, il Signore stesso vi darà un segno: Ecco la Vergine concepirà, e partorirà un Figliuolo; e tu chiamerai il suo nome Emanuele» (Isaia 7:14 versione Diodati e CEI).
L'adempimento della profezia di Isaia è riportato nel Nuovo Testamento: «Quando Elisabetta fu al sesto mese, Dio mandò l'angelo Gabriele a Nazareth, un villaggio della Galilea, a Maria, una vergine fidanzata con un certo Giuseppe, discendente del re Davide.
«Non temere Maria!» le disse l'angelo, «perché tu hai trovato il favore di Dio! Fra poco sarai incinta e avrai un figlio maschio; lo chiamerai Gesù.» Maria allora chiese all'angelo: «Ma come posso avere un bambino? Sono vergine!» L'angelo rispose: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la forza di Dio ti coprirà con la sua ombra, perciò il bambino che nascerà sarà chiamato: Figlio di Dio, perché nulla è impossibile a Dio!» (Luca 1:26-37).



La nascita verginale è riferita dalla Bibbia come fatto storico. Gli autori che riportano il racconto sono Matteo, testimone oculare dei fatti relativi alla vita di Gesù, ed il medico Luca, che presenta alcuni aspetti della vita di Cristo dal punto di vista di Maria, Sua madre.
Sia in Matteo che in Luca i brani sono autentici. Non esiste assolutamente alcuna prova che siano stati aggiunti in momenti successivi: infatti, la dottrina secondo cui Gesù nacque da una vergine è stata creduta dalla Chiesa sin dalla sua origine. Ignazio, vissuto all'inizio del secondo secolo, scriveva agli Efesini: «...poiché il nostro Dio, Gesù Cristo, fu concepito nel grembo di Maria, secondo il decreto divino, dal seme di Davide, ma anche dello Spirito Santo.»
Vi sono diverse ragioni per cui era necessario che Gesù nascesse da una vergine. La Bibbia insegna che la Parola che si è fatta carne era con Dio sin dal principio (Giovanni 1:1). Il fatto che Cristo esistesse già prima della Sua incarnazione è attestato più volte nel Nuovo Testamento (Giovanni 8:58, Filippesi 2:5-11, Colossesi 1:15-16).



Quando Gesù venne al mondo, la sua vita non era appena agli inizi, così come le nostre, ma era quella dell'eterno Figliuolo di Dio. Venire al mondo dalla vergine Maria attesta un intervento divino ed è proprio quello che i Vangeli riportano e dimostrano. Un'altra delle ragioni per cui era necessario che Gesù nascesse da una vergine è data dalla Sua natura priva di peccato. Uno degli insegnamenti fondamentali del Nuovo Testamento è che Gesù, dal momento della nascita a quello della morte, non peccò mai. Per essere un sacrificio perfetto, Egli stesso doveva essere perfetto, senza peccato. Per non essere già contaminato dal peccato al momento della nascita, era necessaria una miracolosa entrata nel mondo.
Molti trovano difficile credere che Gesù nacque da una vergine, proprio perché si tratta di un miracolo. La Scrittura, infatti, non lo tratta come un avvenimento ordinario, ma come un atto sovrannaturale di Dio. Il miracolo della nascita da una vergine non dovrebbe porre problemi a chi accetta gli altri miracoli riportati nella Bibbia. I Vangeli illustrano chiaramente che Maria e Giuseppe non ebbero rapporti matrimoniali prima della nascita di Gesù: «...e non ebbe con lei rapporti matrimoniali, finché non ebbe partorito il figlio che Giuseppe chiamò Gesù.» (Matteo 1:25).
La nascita di Cristo da una vergine non è semplicemente un fatto storico, ma anche un indispensabile atto divino per la salvezza dell'umanità.






http://www.incontraregesu.it/risposte/vergine.htm

Perché la nascita di Gesù Cristo viene celebrata il 25 Dicembre?

Perché la nascita di Gesù Cristo viene celebrata il 25 Dicembre?


Ogni anno, il mondo, con l'avvicinarsi degli ultimi giorni di dicembre, festeggia, nei modi più svariati, dalle luminarie pubblicitarie al presepio e all'albero, la Nascita di Cristo Gesù.

Con tutti questi modi paganeggianti, entrati ormai nella tradizione civile e religiosa, dobbiamo dire apertamente che si è degenerato dalla genuina verità, quella che promana dalla Parola di Dio a questo riguardo.

Il mondo, in realtà, approfitta della circostanza o del pretesto, per mettere in mostra i più svariati articoli commerciali, allettare il visitatore incantato e indurlo ad acquistare la merce.



Innanzi tutto, precisiamo che la Sacra Scrittura non ci ha lasciato alcuna data cronologica intorno alla Nascita di Gesù, per cui il 25 dicembre non è da ritenersi come il «dies natalis» del Signore.

Dalla mitologia si rileva che il 25 dicembre i pagani iniziati ai misteri di Mitra celebravano la festa del natale del “Sol invictus”. Questo culto idolatria al dio Sole, l'eliolatria, fu l'ultima forma ereditata dal paganesimo romano.

L'imperatore Aurelio diede ad essa una consacrazione ufficiale, erigendo in suo onore un tempio favoloso, mentre fissava la solennità di quel dio al solstizio d'inverno, cioè al 25 dicembre. Quando però l'imperatore Costantino si convertì al cristianesimo, fu necessario fare di quella data non più il «dies natalis» dell' astro del giorno, bensì il «dies natalis» di Colui di cui l'astro era soltanto il simbolo nel cosmo. Così ebbe inizio il Natale del Signore.

Ciò premesso, senza voler dar troppo peso alla data del 25 dicembre o ad un'altra qualsiasi, un fatto è certo che il Signore Gesù è veramente venuto su questa terra. L'apostolo Paolo scrive: «Quando giunse la pienezza dei tempi, Iddio mandò il suo Figliuolo., nato di donna, nato sotto la legge» (Galati 4:4).

La sua incarnazione aveva uno scopo ben preciso, e la Sacra Scrittura ce lo rivela dicendo: «Per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché ricevessimo l'adozione di figliuoli» (Galati 4:5). Cristo, quindi, si è veramente incarnato, fatto uomo.



Qualcuno potrebbe chiedersi, perché egli ha fatto questo? Che bisogno c'era che il Figlio di Dio rivestisse la nostra fragile natura umana?

La risposta la troviamo alle origini dell'uomo, quando, dopo la caduta dei nostri progenitori, Dio apostrofa il seduttore dicendo che la progenie della donna, cioè Cristo, il Salvatore, gli avrebbe schiacciato il capo (Genesi 3.;15).

Cristo, infatti, dice la Scrittura, ci ha affrancati dal peccato, dalla maledizione della legge e dalla morte «avendo cancellato l'atto accusatore» attraverso il suo sacrificio sulla croce del Golgota (Romani 6:18; Galati 3:14; Colossesi 2:14).

La nascita di Cristo in questo mondo, pertanto, segna l'apice dell'amore di Dio verso la sua creatura, l'uomo.

Gesù «annichilì se stesso, prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini». «Essendo ricco si è fatto povero per amor nostro, perché mediante la sua povertà, noi potessimo diventar ricchi» (Filippesi 2:7; 2Corinzi 8:9).

La sua apparizione inoltre su questa terra, ha avuto lo scopo di «distruggere le opere del diavolo» (1° Giovanni 3:8b; Genesi 3:15).



http://www.incontraregesu.it/risposte/natale.htm

Gesù Cristo è nato veramente il 25 Dicembre?

Gesù Cristo è nato veramente il 25 Dicembre?



E’ risaputo che Gesù non nacque il 25 dicembre. Questa data fu scelta dalla Chiesa in Occidente, perché era già una festività pagana. Il 25 dicembre ricorreva la festa romana Dies Natalis Invicti Solis del compleanno del sole “non conquistato dalle tenebre”, che al solstizio invernale iniziava a prolungare la luce del giorno. Prima del 336 d.C., non potendo estirpare questa festività pagana, la Chiesa in Roma la spiritualizzò come festa della natività “del Sole di giustizia sorto a Betlemme”. Ma allora quando nacque Gesù? Che indicazioni di dà la Scrittura?

Elisabetta rimane incinta quando il marito Zaccaria, levita del turno di Abija serviva al Tempio (Lc.1:5-25). C’erano 24 famiglie di Leviti che servivano a turno nel Tempio, due ogni mese: Abija era nell’ottavo turno (1Cron.24:10).

L’anno religioso Ebraico inizia il primo giorno del mese di Nisan (Marzo-Aprile) (Es.12:2-6), “il primo dei mesi”, il mese della Pesah, la Pasqua (il 15° giorno). Quindi il turno di Zaccaria discendente della famiglia di Abija era nel mese di Tammuz (Giugno-Luglio). (L’anno civile Ebraico inizia il primo giorno di Tishri (Settembre-Ottobre), con la festa di Rosh Hashanah - Capodanno).

Maria andò a fare visita ad Elisabetta sua parente incinta di sei mesi, mentre lei rimase incinta in quei giorni (Lc.1:26-45), cioè tra la fine del mese di Kislev (Dicembre) e l’inizio del mese di Tevet (Dicembre-Gennaio).

Giovanni il battista, cugino di Gesù, nacque nel mese di Nisan (Marzo-Aprile) mentre Gesù, molto probabilmente, nacque sei mesi dopo nel mese di Tishri (Settembre-Ottobre). Poiché Dio non ha stabilito le Feste Ebraiche a caso, ma le ha collegate ad uno specifico evento significativo per la salvezza dell’umanità (la Pasqua = morte e risurrezione di Gesù; la Pentecoste = discesa dello Spirito Santo) è molto probabile che Gesù, essendo nato nel mese di Settembre, sia nato durante la Festa dei Tabernacoli, magari nel settimo e più importante giorno della Festa, chiamato “Hoshana Raba” o “il Grande Osanna” (Sal.118:25).

Sia nella Bibbia che negli scritti rabbinici la Festa dei Tabernacoli simboleggia i giorni del Messia: “Quel giorno io rialzerò la capanna (tabernacolo, tenda) di Davide che è caduta” (Am.9:11), vuol dire che la linea regale di Davide sarà ristabilita, che il Messia siederà sul trono di Davide e governerà la Terra con una verga di ferro. “E la Parola (Gesù Cristo) è divenuta carne e ha abitato (letteralmente dal greco: “ha abitato come in un tabernacolo” o “ha tabernacolato” o “ha abitato in un rifugio temporaneo”) per un tempo fra di noi” (Gv.1:14); “Egli (Gesù) è lo splendore della sua (di Dio) gloria” (Eb.1:3). Nella carne di Gesù la gloria di Dio ha “tabernacolato “ tra di noi.

Gesù fu concepito in Dicembre ma nacque in Settembre. La Parola è diventata carne al momento del suo concepimento non alla sua nascita. La Chiesa celebra la cosa sbagliata nel momento giusto. Il 25 Dicembre si festeggia la nascita di Gesù nel tempo in cui invece si dovrebbe festeggiare il suo concepimento (la Parola che diventa carne).

Da uno studio di Corrado Maggia

http://www.incontraregesu.it/risposte/25dicembre.htm

LA BEATA VERGINE MARIA NEL VANGELO DI SAN LUCA

: 1, 26-56------2, 1-52

L'ANNUNZIO DELLA NASCITA DI GESU'
1:26 Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città di Galilea, chiamata Nazaret,
1:27 a una vergine fidanzata a un uomo chiamato Giuseppe, della casa di Davide; e il nome della vergine era Maria.
1:28 L'angelo, entrato da lei, disse: "Ti saluto, o favorita dalla grazia; il Signore è con te".
1:29 Ella fu turbata a queste parole, e si domandava che cosa volesse dire un tale saluto.
1:30 L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
1:31 Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù.
1:32 Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre.
1:33 Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine".
1:34 Maria disse all'angelo: "Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?"
1:35 L'angelo le rispose: "Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà dell'ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio.
1:36 Ecco, Elisabetta, tua parente, ha concepito anche lei un figlio nella sua vecchiaia; e questo è il sesto mese, per lei, che era chiamata sterile;
1:37 poiché nessuna parola di Dio rimarrà inefficace".
1:38 Maria disse: "Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola". E l'angelo la lasciò.
LA VISITA DI MARIA AD ELISABETTA
1:39 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta nella regione montuosa, in una città di Giuda,
1:40 ed entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta.
1:41 Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel grembo; ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo,
1:42 e ad alta voce esclamò: "Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno!
1:43 Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me?
1:44 Poiché ecco, non appena la voce del tuo saluto mi è giunta agli orecchi, per la gioia il bambino mi è balzato nel grembo.
1:45 Beata è colei che ha creduto che quanto le è stato detto da parte del Signore avrà compimento".
1:46 E Maria disse: "L'anima mia magnifica il Signore,
1:47 e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore,
1:48 perché egli ha guardato alla bassezza della sua serva. Da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata,
1:49 perché grandi cose mi ha fatte il Potente. Santo è il suo nome;
1:50 e la sua misericordia si estende di generazione in generazione su quelli che lo temono.
1:51 Egli ha operato potentemente con il suo braccio; ha disperso quelli che erano superbi nei pensieri del loro cuore;
1:52 ha detronizzato i potenti, e ha innalzato gli umili;
1:53 ha colmato di beni gli affamati, e ha rimandato a mani vuote i ricchi.
1:54 Ha soccorso Israele, suo servitore, ricordandosi della misericordia,
1:55 di cui aveva parlato ai nostri padri, verso Abraamo e verso la sua discendenza per sempre".
1:56 Maria rimase con Elisabetta circa tre mesi; poi se ne tornò a casa sua.

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LA NASCITA DI GESU'
2:1 In quel tempo uscì un decreto da parte di Cesare Augusto, che ordinava il censimento di tutto l'impero.
2:2 Questo fu il primo censimento fatto quando Quirinio era governatore della Siria.
2:3 Tutti andavano a farsi registrare, ciascuno alla sua città.
2:4 Dalla Galilea, dalla città di Nazaret, anche Giuseppe salì in Giudea, alla città di Davide chiamata Betlemme, perché era della casa e famiglia di Davide,
2:5 per farsi registrare con Maria, sua sposa, che era incinta.
2:6 Mentre erano là, si compì per lei il tempo del parto;
2:7 ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò, e lo coricò in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
2:8 In quella stessa regione c'erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge.
2:9 E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore.
2:10 L'angelo disse loro: "Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà:
2:11 "Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore.
2:12 E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia"".
2:13 E a un tratto vi fu con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
2:14 "Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch'egli gradisce!"
2:15 Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro: "Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto sapere".
2:16 Andarono in fretta, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia;
2:17 e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino.
2:18 E tutti quelli che li udirono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori.
2:19 Maria serbava in sé tutte queste cose, meditandole in cuor suo.
2:20 E i pastori tornarono indietro, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato loro annunziato.
LA PRESENTAZIONE DI GESU' AL TEMPIO
2:21 Quando furono compiuti gli otto giorni dopo i quali egli doveva essere circonciso, gli fu messo il nome di Gesù, che gli era stato dato dall'angelo prima che egli fosse concepito.
2:22 Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore,
2:23 come è scritto nella legge del Signore: "Ogni maschio primogenito sarà consacrato al Signore";
2:24 e per offrire il sacrificio di cui parla la legge del Signore, di un paio di tortore o di due giovani colombi.
2:25 Vi era in Gerusalemme un uomo di nome Simeone; quest'uomo era giusto e timorato di Dio, e aspettava la consolazione d'Israele; lo Spirito Santo era sopra di lui;
2:26 e gli era stato rivelato dallo Spirito Santo che non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore.
2:27 Egli, mosso dallo Spirito, andò nel tempio; e, come i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere a suo riguardo le prescrizioni della legge,
2:28 lo prese in braccio, e benedisse Dio, dicendo:
2:29 "Ora, o mio Signore, tu lasci andare in pace il tuo servo, secondo la tua parola;
2:30 perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
2:31 che hai preparata dinanzi a tutti i popoli
2:32 per essere luce da illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele".
2:33 Il padre e la madre di Gesù restavano meravigliati delle cose che si dicevano di lui.
2:34 E Simeone li benedisse, dicendo a Maria, madre di lui: "Ecco, egli è posto a caduta e a rialzamento di molti in Israele, come segno di contraddizione
2:35 a te stessa una spada trafiggerà l'anima), affinché i pensieri di molti cuori siano svelati".
2:36 Vi era anche Anna, profetessa, figlia di Fanuel, della tribù di Aser. Era molto avanti negli anni: dopo essere vissuta con il marito sette anni dalla sua verginità, era rimasta vedova e aveva raggiunto gli ottantaquattro anni.
2:37 Non si allontanava mai dal tempio e serviva Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
2:38 Sopraggiunta in quella stessa ora, anche lei lodava Dio e parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
RITORNO A NAZARETH
2:39 Com'ebbero adempiuto tutte le prescrizioni della legge del Signore, tornarono in Galilea, a Nazaret, loro città.
2:40 E il bambino cresceva e si fortificava; era pieno di sapienza e la grazia di Dio era su di lui.
GESU' FRA I DOTTORI NEL TEMPIO
2:41 I suoi genitori andavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua.
2:42 Quando giunse all'età di dodici anni, salirono a Gerusalemme, secondo l'usanza della festa;
2:43 passati i giorni della festa, mentre tornavano, il bambino Gesù rimase in Gerusalemme all'insaputa dei genitori;
2:44 i quali, pensando che egli fosse nella comitiva, camminarono una giornata, poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti;
2:45 e, non avendolo trovato, tornarono a Gerusalemme cercandolo.
2:46 Tre giorni dopo lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri: li ascoltava e faceva loro delle domande;
2:47 e tutti quelli che l'udivano, si stupivano del suo senno e delle sue risposte.
2:48 Quando i suoi genitori lo videro, rimasero stupiti; e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io ti cercavamo, stando in gran pena".
2:49 Ed egli disse loro: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io dovevo trovarmi nella casa del Padre mio?"
2:50 Ed essi non capirono le parole che egli aveva dette loro.
2:51 Poi discese con loro, andò a Nazaret, e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.
2:52 E Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini.


da: La Sacra Bibbia "Nuova Riveduta sui testi originali"
Copyright © 1994, Società Biblica di Ginevra - CH-1211 Ginevra




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CHI NEGA CHE GESU' E' IL CRISTO E' L'ANTICRISTO

CENTRO ANTI-BLASFEMIA

CHI NEGA CHE GESU' E' IL CRISTO E' L'ANTICRISTO

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I LETTERA DI GIOVANNNI : 2,18-29; 4, 1-6



2,18Figli miei, è giunta l'ultima ora. Voi sapete che deve venire un anticristo. Ebbene, ora ci sono molti anticristi: questo vuol dire che siamo proprio all'ultima ora. 19Prima essi erano con noi, ma non erano veramente dei nostri: se lo fossero stati, sarebbero rimasti con noi. Si sono allontanati, perciò è chiaro che non tutti quelli che sono con noi sono veramente dei nostri.
20A voi però Dio ha dato lo Spirito Santo, quindi conoscete tutti la verità. 21Io non vi scrivo: "Voi non conoscete la verità". Anzi, vi dichiaro che la conoscete e sapete che nessuna menzogna può nascere dalla verità. 22Sapete chi è il bugiardo, l'anticristo: chiunque afferma che Gesù non è il Cristo. Chi dice così rifiuta non solo il Figlio, ma anche il Padre. 23Infatti chi rifiuta il Figlio è separato da Dio Padre. Chi riconosce il Figlio è unito al Padre.
24Voi dunque conservate nei vostri cuori la parola del Signore, che avete udito dal principio! Se essa rimane in voi, sarete uniti con il Figlio e con il Padre. 25E questa è la promessa che Cristo ci ha fatto: la vita eterna.
26Vi ho parlato di quelli che cercano di ingannarvi; 27ma lo Spirito Santo che avete ricevuto da Gesù Cristo rimane ben saldo in voi, perciò non avete bisogno di nessun maestro. Infatti è lo Spirito il vostro maestro in tutto: egli insegna la verità e non la menzogna. Voi dunque rimanete uniti a Gesù come vi è stato insegnato.

La speranza dei credenti
28Ed ora, figli miei, rimanete uniti a Gesù Cristo. Così quando verrà, potremo stare a testa alta e non avremo da vergognarci davanti a lui. 29Voi sapete che Gesù Cristo compie la volontà di Dio. Perciò chiunque fa la volontà di Dio è diventato figlio di Dio.

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4,1Miei cari, se uno dice di avere lo Spirito, non credetegli subito: prima, esaminatelo bene, per vedere se davvero ha lo Spirito che viene da Dio; perché molti predicatori bugiardi sono andati a predicare nel mondo.
2La prova che uno ha lo Spirito di Dio è questa: se riconosce pubblicamente che Gesù è il Cristo fatto uomo, ha lo Spirito di Dio. 3Se non lo riconosce non ha lo Spirito che viene da Dio, ma quello dell'anticristo. Voi sapete che l'anticristo deve venire: ebbene, è già nel mondo.
4Ma voi, figli miei, appartenete a Dio e avete sconfitto i predicatori bugiardi: infatti lo spirito in voi è più grande dello spirito che è nel mondo.
5Essi appartengono al mondo;
perciò parlano secondo i criteri del mondo,
e il mondo li sta ad ascoltare.
6Noi invece apparteniamo a Dio;
chi conosce Dio ascolta la nostra testimonianza,
chi non appartiene a Dio non ci ascolta.
In questo modo possiamo riconoscere se uno ha lo spirito della verità o lo spirito della menzogna.



Citazioni Bibbia Tilc

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GESU' GIUDICE SUPREMO NEL VANGELO DI SAN MATTEO

STUDIO BIBLICO
Analisi di Giuliano Lattes e Martino Gerber

GESU' GIUDICE SUPREMO NEL VANGELO DI SAN MATTEO


GESU' PUNIRA' I PECCATORI

V.Matteo: 13, 40-43
10,40"Come l'erba cattiva è raccolta e bruciata nel fuoco, così si farà alla fine del mondo. 41Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli,
ed essi porteranno via dal suo regno tutti quelli che sono di ostacolo agli altri e quelli che fanno il male.
42Li getteranno nel grande forno di fuoco. Là piangeranno come disperati. 43Invece, quelli che fanno la volontà di Dio,
quel giorno saranno splendenti come il sole nel regno di Dio Padre. Chi ha orecchi, cerchi di capire".

V.Matteo: 16, 27
16,27"Il Figlio dell'uomo ritornerà glorioso come Dio suo Padre, insieme con i suoi angeli.
Allora egli darà a ciascuno la ricompensa in base a quel che ciascuno avrà fatto.


GESU' AVVERTE I FALSI CRISTIANI

V.Matteo: 7, 21-23
7,21"Non tutti quelli che dicono: "Signore, Signore!" entreranno nel regno di Dio.
Vi entreranno soltanto quelli che fanno la volontà del Padre mio che è in cielo.
22Quando verrà il giorno del giudizio, molti mi diranno: "Signore, Signore!
Tu sai che noi abbiamo parlato a tuo nome, e invocando il tuo nome abbiamo
scacciato demòni e abbiamo fatto molti miracoli".
23"Ma allora io dirò: Non vi ho mai conosciuti. Andate via da me, gente malvagia!".


IL GIORNO DEL GIUDIZIO

V.Matteo: 24,30-31

24,30"Allora si vedrà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo; allora tutti i popoli della terra piangeranno,
e gli uomini vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e splendore.
31"Al suono della grande tromba egli manderà i suoi angeli in ogni direzione. Da un confine all'altro
del cielo essi raduneranno tutti gli uomini che si è scelti.


V.Matteo: 25, 31-33
25,31"Quando il Figlio dell'uomo verrà nel suo splendore, insieme con gli angeli,
si siederà sul suo trono glorioso. 32Tutti i popoli della terra saranno riuniti di fronte a lui
ed egli li separerà in due gruppi, come fa il pastore quando separa le pecore dalle capre:
33metterà i giusti da una parte e i malvagi dall'altra.

Citazioni Bibbia Tilc
http://www.bibbiaedu.it/bibbia/interconfessionale/nt/index.html


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GESU' GIUDICE SUPREMO NEL VANGELO DI SAN GIOVANNI

STUDIO BIBLICO
Analisi di Giuliano Lattes e Martino Gerber studiosi biblisti

GESU' GIUDICE SUPREMO NEL VANGELO DI SAN GIOVANNI

VANGELO SECONDO GIOVANNI: 5, 19-30
5,19Così Gesù replicò a quelli che lo criticavano: "Io vi assicuro che il Figlio non può far nulla da sé, ma solo ciò che vede fare dal Padre. Quello che fa il Padre, anche il Figlio lo fa ugualmente. 20Il Padre infatti ama il Figlio e gli fa vedere tutto ciò che fa. Anzi, gli farà vedere anche opere più grandi di queste, e resterete meravigliati.
21"Come il Padre fa risorgere i morti e dà loro la vita, così pure il Figlio dà vita a chi vuole. 22Il Padre non giudica nessuno perché ha affidato al Figlio tutto il potere di giudicare. 23Così, tutti onoreranno il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio non onora neppure il Padre che l'ha mandato.
24"Io vi dichiaro: chi ascolta la mia parola e crede nel Padre che mi ha mandato ha la vita eterna. Non sarà più condannato. È già passato dalla morte alla vita.
25"Io vi dico una cosa: viene un'ora anzi e già venuta, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e chi lo sente vivrà. 26Infatti, Dio è la fonte della vita, e ha dato anche al Figlio di essere la fonte della vita. 27Gli ha dato anche il potere di giudicare, perché è il Figlio dell'uomo.
28"Non vi meravigliate: viene un'ora in cui tutti i morti, nelle tombe, udranno la sua voce 29e verranno fuori. Quelli che hanno fatto il bene risorgeranno per vivere; quelli che hanno fatto il male risorgeranno per essere condannati.
30"Io non posso far nulla da me. Giudico come Dio mi suggerisce, e il mio giudizio è giusto perché non cerco di fare come voglio io, ma come vuole il Padre che mi ha mandato.

http://www.bibbiaedu.it/pls/bibbiaol/GestBibbia_int2.Ricerca?Libro=Giovanni&Capitolo=5


VANGELO ECONDO GIOVANNI: 12, 44-50
12,44Allora Gesù esclamò: "Chi crede in me, in realtà crede nel Padre che mi ha mandato; 45chi vede me, vede il Padre che mi ha mandato.
46"Io sono venuto nel mondo come luce, perché chi crede in me non rimanga nelle tenebre. 47Chi ascolta le mie parole e non le mette in pratica, io non lo condanno. Infatti non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvarlo. 48Chi mi respinge e rifiuta le mie parole ha già un giudice: a condannarlo, nell'ultimo giorno, sarà proprio la parola che io ho annunziato.
49"Io non parlo di mia iniziativa: il Padre che mi ha mandato, mi ha comandato quello che devo dire. 50Io so che l'incarico che ho ricevuto porta la vita eterna. Tutto quello che dico, lo dico come il Padre l'ha detto a me".

http://www.bibbiaedu.it/pls/bibbiaol/GestBibbia_int2.Ricerca?Libro=Giovanni&Capitolo=12


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La testimonianza di Rabbi Asher Levy

La testimonianza di Rabbi Asher Levy
Asher Levy, ex rabbino ebreo, racconta la sua conversione



Sono stato un Rabbino Ebreo per 35 anni. Nato in Yugoslavia, fui allevato in una famiglia Ebrea molto ortodossa. Mi fu insegnato a dire delle preghiere cerimoniose e a indossare i filatteri come è prescritto per ogni pio Ebreo (Deut. 6:8; 11:18). All'età di 15 anni andai alla scuola teologica per Rabbini dove studiai l'Antico Testamento e i commentari Talmudici, e sei anni più tardi fui ordinato Rabbino in Romania. In seguito servii come Rabbino in Belgio, in Inghilterra e in California.

Esteriormente io ero felice e avevo successo nel mio ministerio ma nel mio cuore io ero irrequieto e insoddisfatto perché soffrivo molto come risultato del vuoto della vita in generale. Sei anni fa io incontrai un Ebreo con cui discussi questa questione. Io non sapevo che lui era un credente in Gesù Cristo. Il suo consiglio fu: "Leggi Isaia 53". Io allora lessi questo ben conosciuto capitolo che concerne Gesù di Nazareth, che dice che Egli fu trafitto per le nostre trasgressioni, stroncato a motivo delle nostre iniquità. Io mi sentii spinto più in là, a esaminare le Scritture Ebraiche e trovai queste parole scritte dallo stesso profeta: "Poiché un fanciullo ci è nato, un figliuolo ci è stato dato, e l'imperio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace, per dare incremento all'impero e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora in perpetuo: questo farà lo zelo dell'Eterno degli eserciti" (Is. 9:5-6). Io lessi anche: "Or ascoltate, o casa di Davide! È egli poca cosa per voi lo stancar gli uomini, che volete stancare anche l'Iddio mio? Perciò il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figliuolo, e gli porrà nome Emmanuele" (Is. 7:13,14). "Emmanuele" significa "Dio con noi".

Questo mi dimostrò che Gesù era ed è il Messia nel Quale furono adempiute tutte le profezie. Nel frattempo avevo trovato una chiara descrizione del Messia in un piccolo libro che per la prima volta ebbi il privilegio di prendere nelle mie mani, il Nuovo Testamento. Cominciai a leggerlo come un qualsiasi altro libro, dall'inizio: "Il libro della generazione di Gesù Cristo, il figlio di Davide, figlio di Abrahamo..." e trovai con mia sorpresa che io stavo leggendo un libro Ebraico che parlava di un Ebreo. Leggendolo attentamente arrivai alla conclusione che Gesù Cristo era un Ebreo della razza di Abrahamo e di Davide; che egli era nato da una vergine Ebrea nella città Ebraica di Bethlehem; da una tribù Ebraica, la tribù di Giuda.

Poiché Egli conosceva la Legge e i Profeti io Lo seguii nei suoi viaggi attraverso la Terra Santa, ascoltai i suoi bei detti e il suo meraviglioso insegnamento, osservai e ammirai la sua compassione e le sue guarigioni. Il libro diventò il mio cibo spirituale. La sua promessa di perdono dei peccati e della vita eterna a coloro che credono in Lui, mi attirò fino a che ebbi fiducia in Lui come il mio Messia e lo ricevetti come mio personale Salvatore.

Io voglio confermare il fatto che il mio cuore non mi condanna a motivo della mia nuova fede, perché sento che sono ancora un Ebreo e sarò sempre un Ebreo. Io non ho rinunciato alla nostra eredità di figli di Abrahamo, di Isacco e di Giacobbe. Come Paolo anch'io posso dire dopo la mia accettazione di Cristo come mio Salvatore: "Sono essi Ebrei? Lo sono anch'io. Sono essi Israeliti? Lo sono anch'io. Sono essi progenie d'Abramo? Lo sono anch'io" (2 Corinzi 11:22). Io ripeto così con orgoglio la parola di Romani 1:16: "Poiché io non mi vergogno dell'Evangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza d'ogni credente; del Giudeo prima e poi del Greco".

Il brillante esempio dell'apostolo Paolo mi influenzò molto e mi diede il coraggio di accettare il Signore Gesù come mio personale Salvatore. Paolo prima era stato uno zelante persecutore di Cristo ma poi diventò il suo seguace più fedele. Egli era un discepolo di quel grande dottore della Legge, Raban Gamaliel, ai cui piedi lui stette seduto. Si ritiene che Raban Gamaliel diventò un seguace di Cristo prima di Paolo. La Bibbia ci dice che alcuni volevano uccidere Pietro e gli altri apostoli perché essi stavano predicando Cristo con coraggio. Allora si alzò in piedi uno nel consiglio, un Fariseo, di nome Gamaliele, un dottore della Legge, onorato da tutto il popolo, e comandò di mettere fuori gli apostoli per un po' di tempo e disse loro: "Uomini Israeliti, badate bene, circa questi uomini, a quel che state per fare. ... E adesso io vi dico: Non vi occupate di questi uomini, e lasciateli stare; perché, se questo disegno o quest'opera è dagli uomini, sarà distrutta; ma se è da Dio, voi non li potrete distruggere, se non volete trovarvi a combattere anche contro Dio" (Atti 5:34,35,38,39).

Sono duemila anni da quando l'umile Galileo, Gesù, traversò le colline e le vallate della Palestina, e Lui è ancora il Padrone del mondo. Il suo Vangelo è ancora predicato, e il nome di Cristo come il Messia d'Israele viene ancora proclamato. E il Suo messaggio viene ancora ripetuto dappertutto: "Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna" (Giovanni 3:16).

Ascolta, Israele!


http://camcris.altervista.org/testimebrlevy.html

FALSI MAESTRI FRA I GIUDEO-MESSIANICI ODIERNI

FALSI MAESTRI FRA I GIUDEO-MESSIANICI ODIERNI



di Nicola Martella





1. ENTRIAMO IN TEMA: Abbiamo piacere per l’interesse per Gesù quale Messia fra i Giudei e per il risveglio fra di loro. Esprimiamo anche la grande preoccupazione per i tanti falsi maestri che stanno sorgendo e si stanno infiltrando tra questo composito fenomeno. In effetti la confusione comincia già con la terminologia molto ambigua. Ad esempio i «Giudei messianici» sono nel giudaismo storico i movimenti di risveglio che nutrono una particolare attesa per il ritorno del Messia, che non è identificato con Gesù di Nazareth.[1] Alcuni gruppi giudaici hanno addirittura identificato il Messia con il loro leader, come nel caso del messia ottocentesco Shabbetai Tzevi e del messia novecentesco, il Rebbe dei Lubavitch.[2] Lo stesso termine «Giudei messianici» viene usato tra i Giudei che riconoscono Gesù come loro Messia; è evidente che ciò crea molta confusione. Essi sono in effetti «Giudei cristiani» o «Giudei gesuanici».

Di là dalle etichette, il vero problema è il proliferare di gruppi giudeo-messianici con genesi e obiettivi dottrinali completamente differenti. E ciò è mostrato già dalle rilevanti questioni: ▪ 1) Chi e che cosa è Gesù di Nazareth? ▪ 2) Come si viene salvati? ▪ 3) Per i seguaci di Gesù Messia qual è l’autorità in questioni spirituali e morali? Ossia qual è la relazione del NT rispetto alla Legge mosaica e alle tradizioni giudaiche, presenti ad esempio nel Talmud? ▪ 4) Il nuovo patto ha abolito il vecchio patto oppure quest’ultimo è ancora in vigore? Le risposte a tali domande non sono affatto scontate ed esse sono rivelatrici della sovrastruttura dottrinale di fondo.

A tutto ciò si aggiunga la sedicente pretesa che i Giudei odierni, appartenendo al popolo storico di Dio, siano più vicini alla verità. Inoltre c’è anche la presunzione che essi più che altri possano spiegare quale sia il cristianesimo delle origini e il messaggio di Gesù e degli apostoli. Perciò essi si propongono (e sono visti da alcuni) come depositari di un «vero» cristianesimo. Ai cosiddetti «rabbini cristiani» si dà quasi una delega in bianco, pensando che essi siano esperti del cristianesimo originario, mentre invece sono esperti tutt'al più di un cristianesimo intriso di fariseismo medioevale (Talmud) e di altre tradizioni, come quelle mistiche ed esoteriche (Cabala, Zoar, ecc.). Tra i tanti gruppi legati al cosiddetto «giudaismo messianico» nascono frange che effettivamente pensano che il giudaismo (talmudico, cabalistico, zoariano, ecc.) sia in fondo il cristianesimo migliore.





2. IL CASO ESEMPLARE: Mi è arrivato una e-mail, in cui si annuncia la nascita di «un nuovo portale dedicato allo studio della Bibbia e dell’Ebraismo: giudaicomessianici.it». Inoltre si aggiungeva: «Sul sito potete trovare informazioni sull’Ebraismo in generale, studi Biblici, video, articoli sulle radici giudaiche del Vangelo e sul messaggio di Gesù di Nazareth». {04-12-2008}

Sul sito ci sono stato e, dopo un po’, mi sono accorto chi siano veramente i membri di tale gruppo e che cosa vogliono proporre come «novità»; hanno già da tempo un forum e cercano di giudaizzare il cristianesimo. Inutilmente si cercheranno nomi e cognomi di gestori, ma solo nickname. Il fondatore si firma come «Romefriend», ma è una mia vecchia conoscenza, ossia Andrea Viel, che prima militava in un gruppo carismatico, guidato da una pastoressa; il Webmaster è «mErA» (altrove mErAmOn), ossia Luigi Esposito, che si presenta altrove come «scrittore, filosofo e teologo» di Napoli. Strano modo di presentarsi pubblicamente: che cosa temono per nascondersi?

Ora analizziamo i contenuti espliciti del loro sito. Le risposte alle domande che porremo saranno rivelatrici della sovrastruttura dottrinale di fondo. Partiamo dall’articolo «Chi siamo» (il maiuscoletto è sempre nostro).



■ La pretesa: Essa è quella di «riscoprire le radici giudaiche del Vangelo, ricercando così la comprensione del messaggio originale di Gesù il Nazareno e dei suoi apostoli». Ciò sottintende che ora non viene più compreso, se non da loro. Infatti si presume questa oscura manovra all’interno del cristianesimo: «Nel corso della storia, queste radici giudaiche sono state trascurate (e spesso addirittura rinnegate) a causa dell’influenza greco-latina che ha trasformato un messaggio puramente ebraico (quello di Gesù) in una nuova religione che s’autodefinisce come l’adempimento della fede dell’antico Israele, ma che in realtà non ha quasi nulla a che fare con essa».

Quindi si sono sbagliati gli scrittori del NT a scrivere in greco, visto che la stragrande maggioranza dei Giudei parlava solo quello. Si sono sbagliati pure gli apostoli e gli anziani della chiesa di Gerusalemme (tutti Giudei!!!) a decidere che non bisognava imporre la Legge e la circoncisione ai Gentili (At 15), sebbene i Farisei divenuti cristiani lo ritenessero indispensabile (vv. 1.5). Perciò prima dell’avvento dei «giudaico-messianici», quindi fino a oggi, i cristiani hanno praticato una religione diversa da quella pensata da Gesù, dagli apostoli e da Paolo, visto che non hanno «nulla a che fare» (o quasi) l’una con l’altra. Ciò mi ricorda tanto il linguaggio usato dal defunto Armstrong e dalla sua «Pura verità», di cui parleremo sotto.

Vedremo se e quando Luigi Esposito e Andrea Viel ci inviteranno alla loro circoncisione, per così chiudere il cerchio della loro involuzione dottrinale (cfr. Gal 5,12).



■ L’obiettivo è giudaizzare: Mi è saltato all’occhio che scrivono «giudaico», «ebraico» e «messianico» in maiuscolo anche laddove è aggettivo; li rendiamo in minuscolo. Essi scrivono di voler interloquire con «tutti coloro che hanno scoperto d’avere origini ebraiche o che sentono in qualche modo d’appartenere al popolo giudaico». Lungi però da volerli portare a Gesù Cristo e al nuovo patto, essi li vogliono solo ricondurre al giudaismo storico: «Le Scritture e la Tramandazione orale affermano che questi membri del popolo eletto, dispersi tra le nazioni, sono chiamati a ritrovare la loro identità e a tornare sulla via dei loro padri».

Essi non ascoltano quindi il rimprovero che Pietro fece ai giudaizzanti durante il Concilio di Gerusalemme: «Perché dunque tentate adesso Dio mettendo sul collo dei discepoli un giogo che né i padri nostri né noi abbiamo potuto portare? Anzi, noi crediamo d’esser salvati per la grazia del Signor Gesù, nello stesso modo che loro» (At 15,10s). Giacomo ritenne ciò come una «molestia a quelli dei Gentili che si convertono a Dio» (v. 19). E la chiesa intera scrisse ai cristiani gentili che «alcuni, partiti di fra noi, vi hanno turbato coi loro discorsi, sconvolgendo le anime vostre, benché non avessimo dato loro nessuna specie di mandato» (v. 24). Dopo tanta e insistente pressione dei giudaizzanti, è evidente la reazione dei cristiani gentili alla lettura delle decisioni della chiesa giudaica di Gerusalemme: «Essi si rallegrarono della consolazione che recava» (v. 31).



■ Quanto sono «cristiani»?: Che ci tengano a non definirsi cristiani nel senso del nuovo patto, è dichiarato in modo esplicito e in modo velato da loro stessi. Alla domanda «Cosa significa “Giudaico-Messianici”?», rispondono che il loro sito «non ha alcun legame con gruppi religiosi messianici o cristiani» (nell’originale c’è una sottolineatura).



■ Chi e che cosa è Gesù di Nazareth?: Come in altri gruppi del genere, si comincia a parlare di «Yeshua», come se la stragrande maggioranza dei Giudei del primo secolo, che parlavano greco e che divennero cristiani, lo chiamassero così. Essi affermano che «la nostra fede nel Messia, il liberatore d’Israele, è basata sull’interpretazione ebraica delle Scritture, e non sulla dottrina cristiana tradizionale». Quest’ultima dichiara che il Messia sia il Figlio di Dio nel senso di Dio fatto carne (Gv 1,1ss.14; Fil 2,5ss), ma questo è uno scandalo per loro. Essi sono rimasti in genere a Gesù come profeta, maestro, rabbino e liberatore politico. Per questo sono antitrinitari e enoteisti, credendo a un solo «Dio-Persona», mentre il monoteismo del NT prevede che Dio sia una categoria speciale: Padre, Figlio e Spirito Santo. Le somiglianze con gli antichi Ebioniti e gruppi simili (Giudei cristiani antitrinitari) e dell’ala oltranzista del frantumato movimento di Armstrong sono tanti. Essi affermano: «Noi crediamo che il Creatore dell’universo è il Dio d’Israele, che Egli è uno solo e che non ha in sé alcuna molteplicità (Deuteronomio 6,4; Isaia 37,16)». Notate come non citino il NT, come se la rivelazione non avesse avuto nessun progresso (cfr. invece Eb 1,1ss). Gesù è per loro «il Maestro di Nazaret, considerato poi il Messia dai suoi discepoli», quindi uno dei tanti rabbini d’Israele. Che il «Mashiach Ben Yosef», ossia il «Messia figlio di Giuseppe» (interpretato dal Talmud come uno di Efraim e non di Giuda), non sia il Messia finale, è espresso da loro nell’articolo «Il Messia e la Redenzione», in cui la redenzione è solo un fatto storico, ossia la restaurazione d’Israele in uno Stato. Del Messia viene detto qui: «Il Messia finale atteso dagli Ebrei, come tutti i suoi precursori, è descritto come un semplice uomo, e non come un’incarnazione di Dio o come una creatura angelica, pur essendo definito come il massimo rappresentante del Creatore dell’universo sulla terra». È un’idea tipica dei rabbini farisei del Talmud medioevale. Essi vogliono che «Yeshua il Nazareno» sia solo un «un Ebreo osservante, un maestro della Torah». Discutendo «di chi è figlio il Messia», essi affermano che per loro Gesù non è «il Figlio di Dio uguale al Padre», ma solo «Yeshua il Nazareno, un Rabbino, fedele all’Ebraismo e alla Tramandazione». Non nascondono neppure che essi credono come gli Ebioniti (Nazorei o Nazareni), per i quali Gesù era solo un uomo. Tralasciamo qui l’interpretazione avventurosa del Salmo 110 e di Matteo 22,41-45. La loro conclusione è questa tesi: «Le parole di Gesù devono essere state fraintese dai suoi seguaci che molto tempo dopo la sua crocifissione iniziarono a considerarlo l’incarnazione del Verbo Divino, e successivamente di Dio stesso». Fu quindi tutto un imbroglio. I teologi liberali e i seguaci della Torre di Guardia non potevano dirlo meglio.



■ Qual è l’autorità scritturale in questioni spirituali e morali?: Si noti come essi parlino sempre di «Scritture e Tramandazione orale» quali autorità. Essi parlano delle «Scritture», ma intendono in genere la Torà (la Legge mosaica) o altre volte l’AT nel suo complesso. Il NT è per loro solo un prodotto secondario, senza alcuna pretesa di essere rivelazione. Ecco le loro convinzioni in merito: «Crediamo anche che la Torah è la Legge perfetta ed eternamente valida che Dio stesso donò al popolo ebraico quando fu stipulata l’Alleanza del Sinai (Esodo 19,5; Salmi 19,7). Consideriamo gli scritti del Nuovo Testamento importanti per comprendere l’insegnamento di Yeshua (Gesù) e lo sviluppo della prima comunità cristiana, ma non li riteniamo Parola di Dio come la Torah, vincolante e ispirata in ogni suo punto». Quindi si tratta di un raggruppamento giudaizzante che attinge dal NT solo ciò che fa comodo, così come fanno dal Talmud e da altra letteratura giudaica. Per loro la letteratura del NT, a differenza della Torà, non è «vincolante e ispirata in ogni suo punto».

Essi citano volentieri Mt 5,17ss, certo in modo strumentale, parlando al proposito dell’«autentico pensiero del Maestro di Nazaret», perché per loro è solo tale: «Yeshua il Nazareno» è un rabbino fra tanti. Affermano che «egli non intendeva fondare un nuovo culto, né farsi intermediario di una nuova Rivelazione superiore a quella mosaica». A parte il fatto che ciò viene smentito dall’autore giudaico della lettera agli Ebrei, essi dimenticano volentieri che Gesù affermò pure: «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Mt 24,35); Egli disse pure in contrasto con la Legge e la tradizione: «Fu detto…, ma io vi dico…» (Mt 5). La testimonianza del NT è che «la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo» (Gv 1,17). E come un nuovo Mosè, Gesù diede la «Legge del nuovo patto» o «Legge di Cristo» (1 Cor 9,21). Cristo ha affrancato proprio dal giogo della legge mosaica (Rm 7,4.6 vecchiezza di lettera; Gal 5,18). E Paolo ribadì ai Galati, allora preda dei giudaisti che ribadisce «se la giustizia si ottiene per mezzo della legge, Cristo è dunque morto inutilmente» (Gal 2,21).

Che dire del NT? Pietro parlò del «comandamento del Signore e Salvatore, trasmessovi dai vostri apostoli» (2 Pt 3,2). Paolo parlò del fatto che «le cose che io vi scrivo sono comandamenti del Signore» (1 Cor 14,37; cfr. 1 Ts 4,2; 2 Gv 1,5).



■ Come si viene salvati?: A questa domanda non rispondono (ancora) direttamente sul sito, ma ne hanno già dibattuto sul forum e Andrea Viel ne ha discusso con me. L’idea di base sembra questa: Dio salverebbe Israele in quanto esso è il popolo del patto e delle promesse. Dio salverebbe i Gentili se essi ubbidiscono ai presunti sette «precetti noachitici», come recita il Talmud. Inoltre sarebbero quindi i Gentili ad aver bisogno del sacrificio di Gesù, mentre i Giudei sarebbero già nella salvezza per razza e natura (cfr. invece Gv 1,11ss). [► L’osservanza della legge noachitica salva?]

Gesù disse però ai Giudei che vantavano d’essere a posto in quanto figli di Abramo: «V’ho detto che morrete nei vostri peccati; perché se non credete che sono io (il Cristo), morrete nei vostri peccati» (Gv 8,24). Il messaggio apostolico era al riguardo senza fraintendimenti: «Io non mi sono tratto indietro dall’annunciarvi e dall’insegnarvi in pubblico e per le case, cosa alcuna di quelle che vi fossero utili, scongiurando Giudei e Greci a ravvedersi dinanzi a Dio e a credere nel Signor nostro Gesù Cristo» (At 20,20s; 18,4; Rm 3,9; 1 Cor 1,24). Non esiste neppure una salvezza separata di Giudei e Gentili, essendo scritto: «Noi tutti siamo stati immersi mediante un unico Spirito dentro un unico corpo, e Giudei e Greci, e schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un unico Spirito» (1 Cor 12,13). Il NT parla quindi di Giudei increduli e perduti (Rm 3,3; 1 Pt 2,6ss), che gli apostoli volevano salvare (Rm 11,14). Parla pure della salvezza che si ha solo per grazia mediante la fede (Ef 2,8), senza le opere della Legge mosaica, tanto per Giudei quanto per Gentili (Rm 3,27ss), ma solo in virtù del sangue e dei meriti di Gesù Cristo (Rm 3,24s; 5,9; Ef 1,7).





3. PERICOLI DI INFILTRAZIONE: I pericoli di infiltrazione di un giudeo-messianismo del genere nel cristianesimo biblico è reale e ha molti possibili accessi, ad esempio i seguenti.

■ Chiesa di Dio Universale: Come si possa deviare dal cristianesimo biblico a posizioni giudaizzanti, è mostrato dalla cosiddetta «Chiesa di Dio Universale», che il «Cesnur» ascrive fra il protestantesimo avventista. Essa fu fondata da Herbert W. Armstrong (1892-1986). Alla sua morte, la sua chiesa si è spaccata in vari tronconi a causa delle differenti concezioni dei nuovi leader. Il credo di Armstrong era tra quello avventista e quello geovista con altri elementi della tradizione giudaica. Ad esempio, egli credeva a una Dualità (Dio Padre e Dio Figlio), ritenendo lo Spirito una «forza attiva». Egli riteneva la necessità di ubbidire alla Legge mosaica e di festeggiare le feste giudaiche. Alla sua morte, una parte del suo movimento rimase fedele al suo maestro; un’altra rinunciò alla Dualità, abbracciando l’enoteismo (un solo Dio-Persona e il Messia come sola creatura); un’altra fazione ancora passò alla Trinità, riconoscendo Gesù come Dio incarnato e lo Spirito Santo come persona, ed entrò nell’Alleanza Evangelica. Armstrong ha infiltrato le sue opinioni fra i cristiani di diversa estradizione mediante i suoi scritti, la rivista «Pura verità» e le sue trasmissioni radio-televisive. Egli è un modello usato oggigiorno da vari gruppi cosiddetti giudeo-messianici.



■ L’avventismo in tutte le sue forme e correnti: Il giudeo-messianismo nella sua versione legalista si può ben mimetizzare fra gli avventisti a causa dei punti di contatto e trovare qui un valido trampolino di lancio per infettare l’avventismo e per servirsene per la propria diffusione.



■ Il carismaticismo: Il giudeo-messianismo nella sua versione mistico-esoterica e speculativa (cabala, Zoar, ecc.) ha qui un humus ideale, creando un approccio sia con la protezione verso Israele, sia con gli aspetti «profetici» e «apostolici», sia con le esperienze mistiche e iperestetiche. [► Worship, unzione ed esperienze iperestetiche] Anche in Italia, a campeggi gestiti da carismatici, vengono invitati «rabbini» che insegnano il misticismo giudaico. Una delle tante vie è l’insegnamento delle danze ebraiche all’interno di tali seminari. Il «profetismo» fa sì che si creino false attese incombenti riguardo al Messia e a Israele. Si veda al riguardo l’articolo: «Benedizione dell’anno in pericolo?».



■ Gli amici d’Israele: Il giudeo-messianismo può trovare un particolare humus anche fra i vari gruppi di preghiera e di azione a favore d’Israele. Dove non sono capaci di iniziare conferenze su Israele, usano le associazioni esistenti per propagare le loro idee mediante presenza a tali conferenze e letteratura che distribuiscono durante tali incontri.

Ad esempio l’Edipi, una delle associazioni del settore più sobrie, è rischio se il suo direttivo non eserciterà un controllo delle informazioni e delle persone che si attivano durante le conferenze. Inoltre, come mi è stato scritto, durante le conferenze non a tutti piace la presenza di persone legate ad organi dello Stato d’Israele o al giudaismo storico. È interessante notare come nel blog «Calabria judaica» venga dato risalto al 7° Raduno Nazionale di Edipi in Palmi (17-19 ottobre 2008), evidenziando dapprima che «come ogni anno avrà una forte caratterizzazione di amicizia con gli ebrei e con il popolo di Israele»; e concludendo però così: «Mi permetto soltanto di fare (in totale e sincera amicizia) un mio appunto di carattere personale. Sinceramente trovo un po’ stridente che dei sinceri amici del popolo ebraico dedichino tanto spazio a un movimento come quello degli ebrei messianici, che dall’ebraismo mondiale vengono in qualche modo visti come elemento di potenziale dissoluzione del popolo ebraico». Chi fra gli «amici per Israele» ha orecchi per udire, oda.

A rischio sono particolarmente coloro che promuovono un sionismo cristianizzato e invita alle proprie conferenze rabbino ortodossi a conferire. Questo è il caso delle iniziative della cosiddetta «Alleanza Messianica» di Giovanni Melchionda e di Argentino Quintavalle, gestore del sito «Gerusalemme, Gerusalemme». Essi ritengono che la chiesa sia oramai decadente e che una sua riforma sia solo possibile con una giudaizzazione del cristianesimo, ossia un ritorno al giudaismo talmudico. Essi ritengono pure che nelle chiese cristiane i Giudei debbano avere un ruolo importante di «guida profetica». [► Restaurare la chiesa in senso giudeo-cristiano?] Sfogliando alcuni articoli, prendo atto che anche qui si comincia a chiamare Gesù sempre più «Yeshua» e a scrivere «Dio» sempre più come «D-o», alla giudaica. Di tutto ciò parleremo magari in un altro momento.

Mi ha comunque sorpreso di vedere sul sito di Andrea Viel e Luigi Esposito proprio l’annuncio della conferenza messianica, gestita da Giovanni Melchionda e da Argentino Quintavalle («Alleanza Messianica»). [► Il sionismo cristiano] Come relatore era annunciato Avner Boskey da Israele. Chiaramente il primo gruppo e il secondo sono cose diverse. Ho scritto ad Argentino Quintavalle, ma le sue risposte sono state evasive, a parer mio; avrei preferito che prendesse nette distanze dalle posizioni del sito «giudaicomessianici.it». Mi ha confermato che al loro convegno è stata invitata «una rappresentanza ebraico-ortodossa che viene da Israele a cui abbiamo dato il diritto di parlare e di dire la loro». Rabbini ortodossi hanno dato quindi lezione ai cristiani su chi era veramente Gesù di Nazareth; che cosa avranno mai detto, è per me prevedibile, conoscendo le loro nuove tesi (p.es. Pinchas Lapide): «Voi Gentili non potete capire veramente chi sia stato Gesù, noi sì invece, essendo egli un figlio del nostro popolo e uno dei nostri profeti» (certo solo questo). Argentino stesso ne è cosciente, visto che mi scrive: «Riuscire a far parlare di Gesù a degli ebrei ortodossi è già di per sé un grande successo fino a pochi anni fa impensabile. Ma vengono soprattutto per curiosità (o per spiare) perché il mio sito si legge anche in Israele, e anche questo è un successo, perché significa che sono gelosi di qualcosa, ma so bene che questo non necessariamente porta alla conversione, può portare anche ad una recrudescenza delle posizioni». Non gli viene in mente però che vengano per un altro motivo: giudaizzare i cristiani (molti di coloro che saranno lì presenti, sono già infarinati di giudaismo o già, almeno in parte, giudaizzanti) e presentare il giudaismo come il «cristianesimo» migliore!

Ripeto comunque ancora una volta che le posizioni dei due gruppi sono (ancora) abbastanza distanti, ad esempio riguardo alle questioni chi sia Gesù di Nazareth e che cosa sia il NT.





4. ASPETTI CONCLUSIVI: Paolo affermava dei Giudei non cristiani del suo tempo quanto segue: «le loro menti furono rese ottuse; infatti, fino al dì d’oggi, quando fanno la lettura dell’antico patto, lo stesso velo rimane, senz’essere rimosso, perché è in Cristo che esso è abolito. Ma fino a oggi, quando si legge Mosè, un velo rimane steso sul cuore loro; quando però si saranno convertiti al Signore, il velo sarà rimosso» (2 Cor 3,14ss). La cosa triste è che Andrea Viel, Luigi Esposito e quanti li seguono, si sono volontariamente messo un velo sulla faccia, per non vedere che Gesù di Nazareth e solo lui, è l’unico Messia di cui ha parlato Mosè stesso.

Essi rinunciano all’azione dello Spirito, che libera dal giogo della Legge, e di camminare in «novità di spirito», per ritornare alla «vecchiezza di lettera» (Rm 7,6). «Ora, il Signore è lo Spirito; e dov’è lo Spirito del Signore, qui è libertà» (2 Cor 3,17). Invece di rimanere nella libertà dei figli di Dio, che dà lo Spirito Santo in vista della gloria (cfr. Rm 8,21), e di essere «figli di luce» (Ef 5,8; 1 Ts 5,5), ritornano volontariamente all’«ombra di cose che dovevano avvenire», ossia alle regole dettate dalla Legge, «affidandosi alle proprie visioni, gonfiato di vanità dalla mente della sua carne» (Col 2,16ss). Invece di emanciparsi con la grazia e diventare uomini fatti, figli di Dio ed eredi di Abramo per la fede in Gesù Messia, vogliono tornare a essere bambini sotto tutela e sotto il pedagogo della Legge mosaica (Gal 3,23-29). Che grande progresso regressivo e che grande passo in avanti per chi si trova sull’orlo del baratro!

Essi vogliono barattare l’eccellenza, che è in Cristo Gesù e nel suo nuovo patto, con cose oramai scadute. Infatti, come afferma l’autore del libro agli Ebrei, «la legge non ha condotto nulla a compimento» (Eb 7,19). Essi vogliono seguire gli statuti di un patto oramai abolito da uno nuovo, mediante il quale è avvenuta «l’abrogazione del comandamento precedente a motivo della sua debolezza e inutilità» (Eb 7,18).

Per loro vale lo stesso rimprovero che Gesù fece ai Giudei: «Non crediate che io sia colui che vi accuserà davanti al Padre; v’è chi v’accusa, ed è Mosè, nel quale avete riposta la vostra speranza. Perché se credeste a Mosè, credereste anche a me; poiché egli ha scritto di me. Ma se non credete agli scritti di lui, come crederete alle mie parole?» (Gv 5,45ss).

Per loro vale lo stesso rimprovero che Paolo fece ai Galati, che furono infiltrati e raggirati dai giudaisti, che li convinsero che la perfezione si raggiunge con l’ubbidienza ai precetti della Legge mosaica: «O Galati insensati, chi v’ha ammaliati, voi, dinanzi agli occhi dei quali Gesù Cristo crocifisso è stato ritratto al vivo? Questo soltanto desidero sapere da voi: avete voi ricevuto lo Spirito per la via delle opere della legge o per la predicazione della fede? Siete voi così insensati? Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la perfezione con la carne?» (Gal 3,1ss).

In effetti, Andrea Viel, Luigi Esposito e quanti li seguono hanno e predicano un altro Cristo, in altro Evangelo e un altro Spirito, attirandosi così la maledizione divina (Gal 1,6-9; 2 Cor 11,4). Essi sono perciò sedotti e stanno diventando seduttori (2 Cor 11,3.13ss).

Il problema dei cristiani giudei, che voltarono le spalle a Gesù Cristo per diversi motivi, era presente già durante la chiesa apostolica; oggi accade che siano i cristiani gentili a giudaizzare e a propagandare tale stile di vita. Per tutti loro vale questa parola: «Di qual peggiore castigo stimate voi che sarà giudicato degno colui che avrà calpestato il Figlio di Dio e avrà tenuto per profano il sangue del patto col quale è stato santificato, e avrà oltraggiato lo Spirito della grazia?» (Eb 10,29). Che fare con «l’uomo fazioso», che si applica «alle questioni stolte, alle genealogie, alle contese, e alle dispute intorno alla legge» e che perciò «è pervertito e pecca, condannandosi da sé»? (Tt 3,9ss). Noi prendiamo distanza da loro e dal loro tentativo di lasciare la grazia per mettersi sotto il giogo della Legge mosaica: «Ma noi non siamo di quelli che si traggono indietro a loro perdizione, ma di quelli che hanno fede per salvare l’anima» (Eb 10,39).

Se non si ravvedono in fretta, la loro mente diverrà sempre più ottusa rispetto alla verità dell’Evangelo e varrà per loro questa parola: «Perché quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire, e cadono, è impossibile rinnovarli da capo a ravvedimento, poiché crocifiggono di nuovo per conto loro il Figlio di Dio, e lo espongono a infamia» (Eb 6,4ss).

Dio usi loro misericordia prima che il velo si chiuda definitivamente sulla loro mente.




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[1]. Ricordiamo già Simon ben Kosiba (2° sec. d.C.), che il rabbi Akiba chiamò «bar Kochba», ossia «figlio della stella», quindi Messia. Con tale investitura rabbinica, egli si mise a capo dell’ultima rivolta ebrea contro i Romani e portò il suo popolo alla disfatta. Dopo tale tragica sconfitta, i sacerdoti ebrei si affrettarono a chiamarlo «Bar Koziba», ossia «il figlio della menzogna».

[2]. Il movimento Lubavitch o Chabad rappresenta una cospicua maggioranza del movimento ortodosso chassidico. Esso afferma il rabbino Menachem Mendel Schneerson (morto nel giugno 1994), chiamato dai suoi seguaci Rebbe Lubavitch, abbia iniziato la missione messianica. Già in vita era considerato il messia, alla sua morte si affermò che tornerà fra breve nella sua veste di messia per completare la redenzione d’Israele. Non sono mancati rabbini che lo hanno pubblicamente tacciato di essere un falso messia.



► URL di origine: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Falsi_maestri_messianici_oggi_AT.htm

13-12-2008; Aggiornamento: 14-12-2008






http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Falsi_maestri_messianici_oggi_AT.htm