venerdì 16 ottobre 2009

Israele-Palestina, Onu approva rapporto Goldstone su crimini di guerra a Gaza

16/10/2009
Israele-Palestina, Onu approva rapporto Goldstone su crimini di guerra a Gaza

Il Consiglio sui Diritti Umani delle Nazioni Unite ha approvato dossier che accusa Israele e Hamas di gravi violazioni a Gaza
E' stata approvato oggi dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite il rapporto Goldstone che accusa Israele e Hamas di crimini di guerra a Gaza.
Venticinque i voti favorevoli. In sei hanno votato contro: Italia, Stati Uniti, Olanda, Ungheria, Slovacchia e Ungheria. Undici si sono astenuti.
Le posizioni politiche delle due parti in causa, inizialmente opposte sembrerebbero oggi convergere sul più completo disaccordo nei confronti dell'inchiesta capeggiata da Richard Goldsonte ex giudice dei tribunali internazionali per i crimini in ex Jugoslavia e Rwanda. Se, da una parte, Gerusalemme si è sempre dichiarata contraria a quella che ha più volte definito "una sentenza politica", l'Autorità palestinese, che inizialmente ha collaborato con la Missione Onu, ha cambiato la sua linea dopo aver ricevuto critiche interne.
La relazione, un dossier di 575 pagine, è fortemente critica con Israele colpevole, secondo i fatti, di aver commesso plurime violazioni al diritto internazionale umanitario con un uso sproporzionato della forza militare. Hamas viene invece accusata di un lancio indiscriminato di razzi contro la popolazione israeliana.
Dopo la pronuncia del Consiglio si apriranno due strade. La prima è quella che obbligherà Israele e l'Autorità palestinese ad aprire, e dimostrare di averlo fatto, un'indagine indipendente sui 22 giorni di guerra presi in esame dal rapporto Goldstone (dal 27 dicembre 2008 al 16 gennaio 2009). La seconda ipotesi scatterebbe dopo che le parti non dovessero adempiere a tale obbligo. In quel caso il Consiglio di Sicurezza invierà tutto il fascicolo alla Corte penale internazionale dell'Aja per l'apertura di un'istruttoria ufficiale.
Nel periodo considerato la Missione presieduta da Goldstone ha accertato la morte di oltre 1400 palestinesi (Israele dice che il numero è di 1.166 persone) e di 13 israeliani fra i quali risultano tre civili e dieci soldati.



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mercoledì 7 ottobre 2009

Festività di Simchat Torah 5770 (11 ottobre 2009)

Festività di Simchat Torah 5770 (11 ottobre 2009)


La festività di Simchat Toah cadde quest'anno 2009 domenica 11 ottobre.

L’ottavo giorno di Sukkoth (il nono fuori da Israele) prende anche il nome di Simchat Torah: la gioia della Torah

In questo giorno si termina la lettura dei cinque libri in cui la Torah è composta; ma immediatamente dopo si ricomincia con la prima frase di Bereshit (Genesi). Lo studio della Torah, infatti, non deve mai essere interrotto, quindi nello stesso giorno in cui si termina la sua lettura la si inizia di nuovo per dare al popolo il senso della continuità e dell’impossibilità di interruzione dello studio del Libro sacro.




Data l’importanza della festa, dedicata appunto alla Torah, è uso che i presenti in sinagoga, a turno, siano chiamati sulla Tevah (luogo in cui l’ufficiante recita le preghiere) per assistere direttamente alla sua lettura, e se sono in grado di farlo, di leggerne personalmente un brano.
Il giorno della festa della Torah è un giorno di grande gioia per tutti gli ebrei: tutti i sefarim, i rotoli di pergamena su cui è scritto a mano il testo della Torah, vengono estratti dall’aron ha-quodesh, l’”Arca Santa” in cui sono conservati, e portati a braccia a turno dai frequentatori della sinagoga per compiere sette volte il giro della Tevah. Essi vengono accompagnati da un lungo corteo; infatti, tutti gli uomini presenti li seguono cantando gioiosamente inni e canti di lode al Signore.
(...) Il Sefer Torah, il rotolo della Torah, è l’unico oggetto concreto a cui gli ebrei rivolgono il loro devoto omaggio perché tutto ciò che è stato elaborato dal pensiero e dal messaggio scritto e che porta al miglioramento dell’uomo e della società, è degno di devozione in quanto conduce l’uomo più vicino a Dio.
Fonte: "Le pietre del tempo" di Clara ed Elia kopciowski











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Festività di Succot 5770 (3 - 10 ottobre 2009)

Festività di Succot 5770 (3 - 10 ottobre 2009)

La festa di Sukkoth (festa delle capanne) cade il 15 di Tishrì, fra settembre e ottobre, proprio all’inizio dell’autunno.
Quest’anno 2009 (5770), la festività di Succot verrà celebrata dal 3 al 10 ottobre 2009 (vigilia il 2). Hosha'anah Rabbah cadde il 9 ottobre (vigilia l'8) e Shemini Atzeret il 10 ottobre (vigilia il 9).

In ricordo delle abitazioni instabili e precarie in cui il popolo (ebraico) dimorò nel deserto per quarant’anni, gli ebrei a Sukkoth costruiscono delle capanne seguendo disposizioni ben precise e dettagliate, fra cui quella significativa di ricoprire il tetto di fronde e di foglie per lasciarne una parte scoperta affinché vi si possa scorgere il cielo: un monito perché tengano sempre presente, ovunque le vicissitudini della vita li conducano, di lasciare simbolicamente anche nelle loro abitazioni usuali uno spazio da cui entri la luce di Dio.

Alle origini della festa

Sukkoth è la terza delle feste di pellegrinaggio. Alle feste di pellegrinaggio, oltre al significato religioso, si attribuisce anche un significato storico e agricolo. Esse sono legate tra di loro dal filo storico dell’uscita dall’Egitto e della permanenza nel deserto.
La festa di Pesach, cioè il momento dell’uscita dalla schiavitù, riveste indubbiamente una particolare importanza. Ma la gioia era oscurata sia dal peso delle vittime egiziane, sia dall’incognita di un futuro che prevedeva un lungo viaggio e una dura lotta per raggiungere e poter dimorare liberi e sovrani nella terra da Dio promessa. La consegna della Torah a Shavuoth aveva certamente lasciato gli animi del popolo turbati e intimoriti. Essa infatti impegnava all’osservanza non solo di leggi, ma anche di comportamenti totalmente nuovi e assai difficili, soprattutto se raffrontati a quelli di uso presso tutti gli altri popoli dell’epoca. (...)
Sukkoth era la festa di pellegrinaggio che in un certo senso simboleggiava la fine della sofferenza, l’acquisita comprensione e accettazione della Torah, la fine del lungo, faticoso, a volte doloroso pellegrinare nelle impervie vie del deserto, e il raggiungimento della Terra in cui finalmente il pensiero, a lungo maturato, si sarebbe trasformato in azione lieta e consapevole.
(...) Si viveva in terra di Israele l’anno agricolo. Gli ebrei erano infatti una popolazione prevalentemente agricola. A Pesach iniziava la mietitura dell’orzo, ma quella del grano era ancora lontana. A Shavuoth si iniziava la mietitura del grano e si raccoglievano le primizie, ma prima che giungesse il momento della vendemmia doveva trascorrere il lungo e spesso difficile periodo estivo.
(...) Sukkoth, hag ha-asif, festa del raccolto, dell’ultimo raccolto, quello autunnale, era quindi un momento di grande, totale gioia: con i magazzini ricolmi del raccolto appena terminato, si lasciavano alle spalle le preoccupazioni e ci si preparava ad attendere con serenità e letizia il lungo periodo di riposo fino all’arrivo della nuova stagione della semina.

La celebrazione

Come si costruisce una sukkah
La sukkah deve essere abbastanza ampia perché ci si possa vivere comodamente, ma non deve assumere l’aspetto di un’abitazione permanente.
All’interno l’ombra deve essere maggiore della luce. Un’attenzione primaria è riservata alla copertura della capanna da cui si deve intraveder il cielo.
Le pareti possono essere costituite da tende di stoffa. Le capanne devono essere gradevoli alla vista, quindi guarnite di ghirlande e di ornamenti. Molti tuttora appendono alle pareti e al soffitto rami d’olivo carichi dei loro frutti e di cedri, ghirlande di fichi e di melograni, e grappoli d’uva.
Sia alle pareti sia sul pavimento, vengono messi drappi, tappeti e lumi per rendere le capanne accoglienti come una casa.
Durante i giorni di Sukkoth ogni ebreo deve fare della capanna la sua abitazione principale, considerando la propria casa un’abitazione temporanea. Tuttavia se piove e l’acqua ce entra dalle aperture lasciate sul tetto, rischia di rovinare il cibo, si può consumar il pasto in casa.

Il lulav
E’ scritto nella Torah: “prenderete per voi nel primo giorno, un frutto di bell’aspetto, un ramo di palma, rami di mirto e di salice, e vi rallegrate davanti il Signore vostro Dio per sette giorni”. (Lv 23, 49). In base a quest’ordine per Sukkoth si prepara, il lulav, composto da un ramo di palma, tre di mirto, due di salice e, a parte, un frutto di cedro senza difetti. E’ uso dopo la benedizione in sinagoga, agitarlo in quattro direzioni: nord, sud, est e ovest, perché la benedizione di Dio raggiunga tutto il mondo.

Hosha'anah Rabbah
Il settimo giorno di Sukkoth (20 ottobre) è denominato Hosha’anah Rabbah: la grande richiesta di salvezza. E’ una giornata in cui ci si rivolge con particolare fervore alla clemenza del Signore.
(...) Questo giorno viene infatti considerato come quello in cui il Signore pone il suggello definitivo al giudizio iniziato a Rosh ha-shanah e che secondo, lo Zohar, testo fondamentale dell’interpretazione della Qabbalah, non si conclude definitivamente con il Kippur ma, in una specie di ultimo appello, nel giorno di Hosha’anah Rabbah.
Come per Kippur, si recitano le selichoth (suppliche), per implorare il perdono divino. Si compie inoltre una cerimonia connessa alla libazione dell’acqua: con in mano dei rami di salice e il lulav, si gira sette volte intorno all’altare cantando Hosha’anah (“oh salvaci!).


Shemini ‘atzereth
Nel brano del Levitico (23, 36) in cui è data la disposizione di festeggiare Sukkoth, appare una contradizione: prima la durata della festa viene fissata in sette giorni, poi si parla di un “ottavo giorno di radunanza” (Shemini ‘atzereth).
I Maestri ne hanno dedotto un interessante insegnamento. Durante i sette giorni di Sukkoth si pregava per ottenere la pioggia e un raccolto prospero. (...) Ed ecco che l’ottavo giorno il Signore si rivolge al popolo come un padre ai propri figli, e quasi lo prega: “Per sette giorni vi siete preoccupati del bene della vostra terra, e del bene dei vostri fratelli delle altre nazioni. Ebbene: rimanete ancora un giorno e dedicatelo completamente a me!”.


Fonte: "Le pietre del tempo" di Clara ed Elia Kopciowski

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Festività di Yom Kippur 5770 (28 settembre 2009)

Festività di Yom Kippur 5770 (28 settembre 2009)


Quest'anno 2009, Yom Kippur cadde il 28 settembre 2009 (la festività comincia la vigilia: il 27 settembre).

Commemorazione defunti 5770
Orario officiature 5770 e letture torah (services time and Torah readings)

Yom Kippur è la ricorrenza religiosa ebraica che celebra il giorno dell' espiazione. Nella Torah viene chiamato Yom haKippurim (Ebraico, "Giorno degli espìanti"). È uno dei cosiddetti Yamim Noraim (Ebraico, letteralmente "Giorni terribili", più propriamente "Giorni di timore reverenziale"). Gli Yamim Noraim vanno da Rosh haShana a Yom Kippur, che sono rispettivamente i primi due giorni e l'ultimo giorno dei Dieci Giorni del Pentimento.
Nel calendario ebraico Yom Kippur incomincia al crepuscolo del decimo giorno del mese ebraico di Tishri (che cade tra Settembre e Ottobre del calendario gregoriano), e continua fino alle prime stelle della notte successiva. Può quindi durare 25-26 ore.


Origine biblica
Il rito dello Yom Kippur viene descritto quattro volte nel sedicesimo capitolo del Levitico (vedi Esodo 30;10, Levitico 23;27-31 e 25;9, Numeri 29:7-11). All'epoca del primo e del secondo Tempio di Gerusalemme venivano offerti i sacrifici descritti nella Torah e nella Mishnah.

Nel pensiero ebraico
Yom Kippur è il giorno ebraico della penitenza, viene considerato come il giorno ebraico più santo e solenne dell'anno. Il tema centrale è l'espiazione dei peccati e la riconciliazione. È proibito mangiare, bere, lavarsi, truccarsi, indossare scarpe di pelle ed avere rapporti sessuali. Il digiuno - astinenza totale da cibo e bevande - inizia qualche attimo prima del tramonto (chiamata tosefet Yom Kippur - aggiunta a Yom Kippur - l'aggiunta di una piccola parte del giorno precedente al digiuno è prescritta dalla Halakha), e termina dopo il tramonto successivo, all'apparire delle prime stelle. Le persone malate consultano in anticipo un'autorità rabbinica competente per verificare se il loro stato le esenti dal digiuno.

Il servizio ha inizio con la preghiera di Kol Nidre (testo, preghiera cantata) che deve essere recitata prima del tramonto. Kol Nidre (parola aramaica che significa "tutte le promesse") rappresenta l'annullamento di tutti i voti pronunciati nel corso dell'anno. Secondo The Jewish Encyclopedia, il testo della preghiera recita: "Tutti i voti, gli impegni, i giuramenti e gli anatemi che siano chiamati 'konam', 'konas', o con qualsiasi altro nome, che potremmo aver pronunziato o per i quali potremmo esserci impegnati siano cancellati, da questo giorno di pentimento sino al prossimo (la cui venuta è attesa con gioia), noi ci pentiremo".

Yom Kippur completa il periodo di penitenza di dieci giorni iniziato con il capodanno di Rosh haShana. Sebbene le preghiere con le quali si chiede perdono siano consigliate durante l'intero anno, diventano particolarmente sentite in questo giorno.
La preghiera mattutina viene preceduta da alcune litanie e richieste di perdono chiamate selihot; nel giorno di Kippur queste vengono aggiunte in abbondanza nella liturgia.

In accordo con Mosè Maimonide "Tutto dipende da quanto un uomo meriti che vengano cancellati i demeriti che pesano su suo conto", quindi è auspicabile di moltiplicare le nostre buone azioni prima del conteggio finale fatto il Giorno del Pentimento (ib. iii. 4). Coloro che Dio considera meritevoli entreranno nel Libro della Vita, la preghiera recita: "Entriamo nel Libro della Vita". Recita anche l'auspicio "Possa tu essere iscritto (nel Libro della Vita) per un gioioso anno". Nella corrispondenza scritta tra capodanno e il Giorno del Pentimento, colui che scrive conclude, abitualmente, augurando al mittente che Dio approvi il suo desiderio di felicità. Nel tardo ebraismo alcune peculiarità proprie del giorno di capodanno furono trasferite al Giorno del Pentimento.
Il Giorno del Pentimento sopravisse all'abbandono delle pratiche sacrificali dell'anno 70 CE. "Nonostante nessun sacrificio verrà offerto, il giorno manterrà il suo proprio effetto di espiazione" (Midrash Sifra, Emor, xiv.). I testi ebraici insegnano che in questo giorno non è permesso che venga compiuta altra attività che non sia il pentimento. Il pentimento è l'indispensabile condizione per tutti i vari significati dell'espiazione. La confessione del penitente è una condizione richiesta per l'espiazione. "Il Giorno del Pentimento assolve dalle colpe di fronte a Dio, ma non di fronte alla persona offesa fin quando non si ottiene il perdono esplicito dalla stessa" (Talmud Yoma viii. 9). È usanza di terminare ogni disputa o litigio alla veglia del giorno di digiuno. Anche le anime dei morti sono incluse nella comunità dei perdonabili del Giorno del Pentimento. È un costume per i bambini che abbiano perso i genitori di ricevere una menzione pubblica in sinagoga, e di offrire doni caritatevoli alle loro anime.

Contrariamente al credo popolare, Yom Kippur non è un giorno triste. Gli ebrei Sefarditi, ovvero gli ebrei di origine spagnola, portoghese o nordafricana chiamano questa festività il "Digiuno Bianco". Di conseguenza, molti ebrei hanno l'usanza di indossare solo vestiti bianchi, per simbolizzare il candore delle loro anime.

La liturgia
Per le preghiere della sera viene indossato un Talled (uno scialle di preghiera rettangolare), e questo è l'unico servizio serale dell'anno in cui questo succede. Ne'ilah è un servizio speciale che si tiene solo a Yom Kippur, e lo chiude. Yom Kippur termina con il suono dello shofar, che conclude la celebrazione. Viene sempre osservato un giorno di vacanza, sia dentro che fuori i confini della terra di Israele.
Il servizio nella sinagoga comincia alla sera della vigilia con il Kol Nidre. Le devozioni durante il giorno sono continue dalla mattina alla sera. Molta importanza è data al brano liturgico in cui si narra il cerimoniale del tempio.
Secondo il Talmud, Dio apre tre libri il primo giorno dell'anno, Rosh Hashana; uno per i cattivi assoluti, un altro per i buoni assoluti, e il terzo per la grande classe intermedia. Il fato dei buoni e cattivi assoluti viene determinato in quel momento; il destino della classe intermedia resta sospeso fino al giorno di Yom Kippur, quando il fato di ognuno si decide. Il brano liturgico Unetanneh Tokef afferma:


"D-o Re, che siedi su un trono di misericordia per giudicare il mondo, allo stesso momento Giudice, Difensore, Esperto e Testimone, apri il Libro delle Firme. Si legge che dovrebbero esserci le firme di ogni uomo. La grande tromba viene suonata; si sente una voce piccola e decisa; gli angeli fremono, dicendo "Questo è il giorno del Giudizio": perché gli stessi ministri di Dio non sono puri dinnanzi a Lui. Come un pastore dirige il suo gregge, facendolo passare sotto il proprio bastone, così Dio fa passare ogni vivente di fronte a Lui, per stabilire i limiti della vita di ogni creatura e per definirne il destino. Nel giorno di capodanno il decreto è stilato; nel giorno del pentimento è sigillato; chi vivrà e chi morirà... Ma il pentimento, la preghiera e la carità possono evitare il crudele decreto."


La "Corona di Maestà" di Ibn Gvirol è aggiunta alla liturgia Sefardita nel servizio serale, ed è anche letta in alcune sinagoghe Askenazite ed Italiane. Al centro della liturgia antica è la confessione dei peccati. "Perché non siamo tanto presuntuosi da dirTi che siamo giusti e non abbiamo peccato; ma, nella realtà, abbiamo peccato... sia la Tua volontà che io non pecchi ulteriormente; Ti piaccia lavare i miei peccati trascorsi, secondo la Tua bontà, ma non con punizioni severe".
Le melodie tradizionali con i loro toni di lamento (della tradizione Askenazita) danno espressione sia all'angoscia individuale a fronte dell'incertezza del destino e al lamento di un popolo per le glorie perdute. Nel giorno di espiazione l'ebreo osservante dimentica la mondanità e le sue necessità e, escludendo l'odio, l'antipatia e tutti i pensieri ignobili, cerca di occuparsi unicamente di cose spirituali. I libri ebraici di preghiera fanno notare che, se gli atti di pubblica contrizione sono obbligatori, il correttivo più efficace è quello stabilito dai Profeti biblici, che insegnano che il vero digiuno di cui D-o gioisce è lo spirito di devozione, gentilezza e penitenza.
Il carattere austero impresso alla cerimonia dal tempo della sua istituzione è stato conservato fino ad oggi. Anche se altre cose sono divenute desuete, la presa sulla coscienza di ogni ebreo è così forte che pochi, a meno che non abbiano reciso ogni legame con l'ebraismo, evitano di osservare il giorno di espiazione astenedosi dal lavoro quotidiano e partecipando alle funzioni.

Fonte: wikipedia

http://www.comunitadibologna.it/index.php?option=com_content&task=view&id=194

Festività di Rosh ha-shanah 5770 (19-20 settembre 2009)

Festività di Rosh ha-shanah 5770 (19-20 settembre 2009)


SHANA TOVA 5770 !!!
AUGURI DI BUON ANNO 5770 !!!






Cultura ebraica: il mese di Tishrì

Festività di Rosh Ha-shanah, Yom Kippur, Sukkoth, Shemini Atzereth e Simchath Torah

Il mese di Tishrì (...) è un mese denso di avvenimenti.
I primi due giorni cadde la riccorenza di Rosh Ha-shanah, capodanno ebraico.
Il decimo giorno cadde la ricorenza di Yom Kippur, giorno di riflessione, di penitenza e di richiesta di perdono a Dio per gli errori commessi durante l’anno.
Poi dal quindicesimo giorno del mese, si succedono le feste di Sukkoth, di Shemini Atzereth e di Simchath Torah, festività di gioia e la riconferma dell’impegno a studiare ed ad osservare la Torah.
L’inizio di un nuovo anno impegna ogni ebreo a meditare su quanto ha compiuto in passato, e su quanto intende compiere nell’anno, che sta per iniziare. Una meditazione densa di significato, che abbraccia tutti i sentimenti dell’uomo, e lo impegna al miglioramento e alla ricerca della purificazione in un’atmosfera di particolare santità; ma, in vista dell’anno nuovo, prende in considerazione anche il suo bisogno di essere felice e di gioire dei doni di Dio gli ha concesso.

Rosh ha-shanah e Kippur sono due momenti di grande solennità perché ci invitano ad arrestare per un momento il nostro affannoso cammino quotidiano, per riflettere sulla strada che stiamo percorrendo. (…)
Penitenza, espiazione, purificazione e perdono sono i quattro semi che piantiamo nel nostro cuore fra Rosh ha-shanah e Kippur (sono 10 giorni chiamati i 10 giorni di penitenza) perché durante l’anno diamo i loro frutti.

Fonte: Clara e Elia Kopciowski, “le pietre del tempo, il popolo ebraico e le sue feste”.

http://www.comunitadibologna.it/index.php?option=com_content&task=view&id=178&Itemid=1


Il calendario ebraico

Il calendario si riferisce alla creazione del mondo, in 3760 prima dell’era cristiana, secondo la tradizione ebraica. L’anno 2008 dell’era cristiana corrisponde all’anno 5768 del calendario ebraico.

Il calendario ebraico ha una base sia lunare sia solare. Segue un anno lunare di dodici mesi di cui ognuno conta 29 o 30 giorni (ossia 354 giorni). Ma siccome le festività ebraiche seguono le stagioni agricole dell’anno solare (ossia 365 giorni) e devono cadere nella stagione giusta, bisogna colmare la differenza di undici giorni tra l’anno lunare e l’anno solare. Si aggiunge quindi un tredicesimo mese sette volte ogni diciannove anni. I dodici mesi del calendario ebraico portano i nomi di origine babilonese: Nissan, Iyar, Sivan, Tammuz, Av, Elul, Tishrì, Cheshvan, Kislev, Tevet, Shevat, Adar. Adar Sheni è il tredicesimo mese che è aggiunto.

Una giornata comincia al tramonto e si finisce il giorno all’uscita delle prime tre stelle. Lo Shabbat (settimo giorno) comincia il venerdì sera e termina il sabato sera. Tutte le feste cominciano al tramonto.


http://www.comunitadibologna.it/index.php?option=com_content&task=view&id=139&Itemid=1




Il calendario delle festività ebraiche 5770 (2009-2010)
ROSH HA SHANA’ (19 e 20 settembre 2009; vigilia 18 settembre)
DIGIUNO DI GHEDALIA’ (21 settembre 2009)
YOM KIPPUR (28 settembre 2009, vigilia 27 settembre)
SUCCOT (dal 3 al 10 ottobre 2009)
OSHAANA RABBA' (9 ottobre 2009)
SHEMINI’ ATZERET (10 ottobre 2009)
SIMCHAT TORA’ (11 ottobre 2009)
CHANNUCCA’ (dal 12 al 19 dicembre 2009)
DIGIUNO DEL 10 DI TEVETH (27 dicembre 2009)
ROSH HASHANA’ LAILANOT (TU BISHVAT) (30 gennaio 2010)
DIGIUNO DI ESTER (25 febbraio 2010)
PURIM (28 febbraio 2010)
DIGIUNO DEI PRIMOGENITI (29 marzo 2010)
PESACH (dal 30 marzo al 6 aprile 2010)
YOM HA SHOAH (12 aprile 2010)
YOM HA ZIKARON (19 aprile 2010)
YOM HA ATZMAUT (20 aprile 2010)
LAG BAOMER (2 maggio 2010)
YOM YERUSHALAIM (12 maggio 2010)
SHAVUOTH (19-20 maggio 2010)
DIGIUNO DEL 17 TAMUZ (29 giugno 2010)
TISH’ A’ BE AV (20 luglio 2010, vigilia 19 luglio)
ROSH CHODESH ELUL (11 agosto 2010)


ROSH HA SHANA’
VIGILIA VENERDI 18 SETTEMBRE
Selichot ore 05.30
Accensione lumi ore 19.00
Minchà e Arvith ore 19.00
I GIORNO SABATO 19 SETTEMBRE
Schachrit e Musaf ore 08.30
Minchà e Arvith ore 19.00
II GIORNO DOMENICA 20 SETTEMBRE
Schachrit e Musaf (suono dello shofar) ore 08.30
Tashlich (Piazza dei Martiri) ore 17.45
Minchà e Arvith ore 19.00
Uscita festa ore 19.55

DIGIUNO DI GHEDALIA’
LUNEDI 21 SETTEMBRE
Inizio ore 05.34
Termine ore 19.48

YOM KIPPUR
VIGILIA DOMENICA 27 SETTEMBRE
Selichot ore 05.30
Preghiera defunti Certosa ore 10.00
Minchà con mod’à ore 13.00
Accensione dei lumi e inizio digiuno ore 18.30
Kol Nedarim e Arvith ore 18.45
LUNEDI 28 SETTEMBRE
Shachrit e Musaf ore 08.30
Lettura Sefer ore 11.30
Commemorazione dei defunti ore 13.00
Musaf ore 14.00
Minchà ore 15.45
Neilà ore 17.45
Suono dello shofar ore 19.32
Termine del digiuno ore 19.47

SUCCOT
VIGILIA VENERDI 2 OTTOBRE
Accensione dei lumi ore 18.30
Minchà e Arvith ore 18.30
I GIORNO SABATO 3 OTTOBRE
Shachrit e Musaf ore 09.00
Minchà e Arvith ore 18.30
II GIORNO DOMENICA 4 OTTOBRE
Shachrit e Musaf ore 09.00
Minchà e Arvith ore 18.30
Uscita della festa ore 19.30

HOSHA’ANA’ RABBA’
VIGILIA GIOVEDI 8 OTTOBRE
Arvith ore 19.00
Tikkun con il suono dello shofar
VENERDI 9 OTTOBRE
Shachrit e Musaf (suono dello shofar) ore 07.00

SHEMINI’ ATZERET
VIGILIA VENERDI 9 OTTOBRE
Accensione dei lumi ore 18.22
Minchà e Arvith ore 18.15
SABATO 10 OTTOBRE
Shachrit e Musaf (mashiv ha ruach) ore 09.00
Minchà e Arvith ore 18.15
Dopo arvith si celebrerà la funzione delle Haccafot

SIMCHAT TORA’
DOMENICA 11 OTTOBRE
Shachrit e Musaf ore 09.00
Benedizione dei bambini
Minchà e Arvith ore 18.15
Uscita della festa ore 19.17

CHANNUCCA’
VIGILIA VENERDI 11 DICEMBRE
Minchà ore 16.00 con accensione I lampada
Arvith di seguito
I GIORNO SABATO 12 DICEMBRE
Orari dello shabbat

DIGIUNO DEL 10 DI TEVETH
DOMENICA 27 DICEMBRE
Inizio ore 06.15
Temine ore 17.24
Minchà con comm. dei deportati ore 13.00

ROSH HASHANA’ LAILANOT
(Tu Bishvat sabato 30 gennaio 2010)
VIGILIA VENERDI 29 GENNAIO
Arvith ore 19.30
Dopo Arvith si svolgerà il tradizionale Seder in mensa

GIOVEDI 25 FEBBRAIO
Digiuno di Ester anticipato: inizio ore 5.11 - termine ore 18.40
Minchà ore 13.30

PURIM
VIGILIA SABATO 27 FEBBRAIO
Minchà ore 17.45
Arvith con lettura della Meghillà ore 18.30
DOMENICA 28 FEBBRAIO
Shachrit con lettura della Meghillà ore 8.30

DOMENICA 28 MARZO
Bedichat Chametz a sera


PESACH 30 MARZO - 6 APRILE
VIGILIA LUNEDI 29 MARZO
DIGIUNO DEI PRIMOGENITI
Inizio 05.32 - termine 20.19
Shachrit con sjium Massachtà ore 7.30
(coloro che assistono possono interrompere il digiuno)
Bijur Chamez entro e non oltre le ore 10.30 (divieto di cibarsi di pane e cibi lievitati)
Accensione dei lumi ore 19.17
Minchà e Arvith ore 19.30
I GIORNO MARTEDI 30 MARZO
Shachrit e Musaf (morid ha tal) ore 09.00
Minchà e Arvith ore 19.30
II GIORNO MERCOLEDI 31 MARZO
Shachrit e Musaf ore 09.00
Minchà e Arvith ore 19.30
Uscita festa ore 20.15
VIGILIA (6° giorno) DOMENICA 4 APRILE
Acc. dei lumi ore 19.25
Minchà e Arvith ore 19.30
VII GIORNO LUNEDI 5 APRILE
Shachrit e Musaf ore 09.00
Minchà e Arvith ore 19.30
VIII GIORNO MARTEDI 6 APRILE
Shachrit e Musaf (Benedizione dei bambini) ore 09.00
Minchà e Arvith ore 19.45
Uscita della festa ore 20.33

YOM HA ZIKARON
LUNEDI 19 APRILE
Minchà e Arvith con il suono dello shofar ore 20.00

YOM HA ATZMAUT
MARTEDI 20 APRILE
Shachrit ore 07.30

SHAVUOTH
E’ consuetudine portare i fiori al Tempio la vigilia fino alle ore 13.00
VIGILIA MARTEDI 18 MAGGIO
Acc. dei lumi ore 20.20
Minchà e Arvith ore 20.30
I GIORNO MERCOLEDI 19 MAGGIO
Shachrit e Musaf ore 09.00
Minchà e Arvith ore 19.30
II GIORNO GIOVEDI 20 MAGGIO
Shachrit e Musaf (con benedizione dei bambini) ore 09.00
Minchà e Arvith ore 20.30
Uscita della festa ore 21.32

DIGIUNO DEL 17 TAMUZ
MARTEDI 29 GIUGNO
Inizio ore 03.28
Termine ore 21.50
Minchà ore 13.30

TISH’A’ BE AV
VIGILIA LUNEDI 19 LUGLIO
Arvith e Inizio digiuno ore 20.48
MARTEDI 20 LUGLIO
Shachrit ore 07.30
Minchà ore 13.30
Termine digiuno ore 21.45
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