mercoledì 17 dicembre 2008

FALSI MAESTRI FRA I GIUDEO-MESSIANICI ODIERNI

FALSI MAESTRI FRA I GIUDEO-MESSIANICI ODIERNI



di Nicola Martella





1. ENTRIAMO IN TEMA: Abbiamo piacere per l’interesse per Gesù quale Messia fra i Giudei e per il risveglio fra di loro. Esprimiamo anche la grande preoccupazione per i tanti falsi maestri che stanno sorgendo e si stanno infiltrando tra questo composito fenomeno. In effetti la confusione comincia già con la terminologia molto ambigua. Ad esempio i «Giudei messianici» sono nel giudaismo storico i movimenti di risveglio che nutrono una particolare attesa per il ritorno del Messia, che non è identificato con Gesù di Nazareth.[1] Alcuni gruppi giudaici hanno addirittura identificato il Messia con il loro leader, come nel caso del messia ottocentesco Shabbetai Tzevi e del messia novecentesco, il Rebbe dei Lubavitch.[2] Lo stesso termine «Giudei messianici» viene usato tra i Giudei che riconoscono Gesù come loro Messia; è evidente che ciò crea molta confusione. Essi sono in effetti «Giudei cristiani» o «Giudei gesuanici».

Di là dalle etichette, il vero problema è il proliferare di gruppi giudeo-messianici con genesi e obiettivi dottrinali completamente differenti. E ciò è mostrato già dalle rilevanti questioni: ▪ 1) Chi e che cosa è Gesù di Nazareth? ▪ 2) Come si viene salvati? ▪ 3) Per i seguaci di Gesù Messia qual è l’autorità in questioni spirituali e morali? Ossia qual è la relazione del NT rispetto alla Legge mosaica e alle tradizioni giudaiche, presenti ad esempio nel Talmud? ▪ 4) Il nuovo patto ha abolito il vecchio patto oppure quest’ultimo è ancora in vigore? Le risposte a tali domande non sono affatto scontate ed esse sono rivelatrici della sovrastruttura dottrinale di fondo.

A tutto ciò si aggiunga la sedicente pretesa che i Giudei odierni, appartenendo al popolo storico di Dio, siano più vicini alla verità. Inoltre c’è anche la presunzione che essi più che altri possano spiegare quale sia il cristianesimo delle origini e il messaggio di Gesù e degli apostoli. Perciò essi si propongono (e sono visti da alcuni) come depositari di un «vero» cristianesimo. Ai cosiddetti «rabbini cristiani» si dà quasi una delega in bianco, pensando che essi siano esperti del cristianesimo originario, mentre invece sono esperti tutt'al più di un cristianesimo intriso di fariseismo medioevale (Talmud) e di altre tradizioni, come quelle mistiche ed esoteriche (Cabala, Zoar, ecc.). Tra i tanti gruppi legati al cosiddetto «giudaismo messianico» nascono frange che effettivamente pensano che il giudaismo (talmudico, cabalistico, zoariano, ecc.) sia in fondo il cristianesimo migliore.





2. IL CASO ESEMPLARE: Mi è arrivato una e-mail, in cui si annuncia la nascita di «un nuovo portale dedicato allo studio della Bibbia e dell’Ebraismo: giudaicomessianici.it». Inoltre si aggiungeva: «Sul sito potete trovare informazioni sull’Ebraismo in generale, studi Biblici, video, articoli sulle radici giudaiche del Vangelo e sul messaggio di Gesù di Nazareth». {04-12-2008}

Sul sito ci sono stato e, dopo un po’, mi sono accorto chi siano veramente i membri di tale gruppo e che cosa vogliono proporre come «novità»; hanno già da tempo un forum e cercano di giudaizzare il cristianesimo. Inutilmente si cercheranno nomi e cognomi di gestori, ma solo nickname. Il fondatore si firma come «Romefriend», ma è una mia vecchia conoscenza, ossia Andrea Viel, che prima militava in un gruppo carismatico, guidato da una pastoressa; il Webmaster è «mErA» (altrove mErAmOn), ossia Luigi Esposito, che si presenta altrove come «scrittore, filosofo e teologo» di Napoli. Strano modo di presentarsi pubblicamente: che cosa temono per nascondersi?

Ora analizziamo i contenuti espliciti del loro sito. Le risposte alle domande che porremo saranno rivelatrici della sovrastruttura dottrinale di fondo. Partiamo dall’articolo «Chi siamo» (il maiuscoletto è sempre nostro).



■ La pretesa: Essa è quella di «riscoprire le radici giudaiche del Vangelo, ricercando così la comprensione del messaggio originale di Gesù il Nazareno e dei suoi apostoli». Ciò sottintende che ora non viene più compreso, se non da loro. Infatti si presume questa oscura manovra all’interno del cristianesimo: «Nel corso della storia, queste radici giudaiche sono state trascurate (e spesso addirittura rinnegate) a causa dell’influenza greco-latina che ha trasformato un messaggio puramente ebraico (quello di Gesù) in una nuova religione che s’autodefinisce come l’adempimento della fede dell’antico Israele, ma che in realtà non ha quasi nulla a che fare con essa».

Quindi si sono sbagliati gli scrittori del NT a scrivere in greco, visto che la stragrande maggioranza dei Giudei parlava solo quello. Si sono sbagliati pure gli apostoli e gli anziani della chiesa di Gerusalemme (tutti Giudei!!!) a decidere che non bisognava imporre la Legge e la circoncisione ai Gentili (At 15), sebbene i Farisei divenuti cristiani lo ritenessero indispensabile (vv. 1.5). Perciò prima dell’avvento dei «giudaico-messianici», quindi fino a oggi, i cristiani hanno praticato una religione diversa da quella pensata da Gesù, dagli apostoli e da Paolo, visto che non hanno «nulla a che fare» (o quasi) l’una con l’altra. Ciò mi ricorda tanto il linguaggio usato dal defunto Armstrong e dalla sua «Pura verità», di cui parleremo sotto.

Vedremo se e quando Luigi Esposito e Andrea Viel ci inviteranno alla loro circoncisione, per così chiudere il cerchio della loro involuzione dottrinale (cfr. Gal 5,12).



■ L’obiettivo è giudaizzare: Mi è saltato all’occhio che scrivono «giudaico», «ebraico» e «messianico» in maiuscolo anche laddove è aggettivo; li rendiamo in minuscolo. Essi scrivono di voler interloquire con «tutti coloro che hanno scoperto d’avere origini ebraiche o che sentono in qualche modo d’appartenere al popolo giudaico». Lungi però da volerli portare a Gesù Cristo e al nuovo patto, essi li vogliono solo ricondurre al giudaismo storico: «Le Scritture e la Tramandazione orale affermano che questi membri del popolo eletto, dispersi tra le nazioni, sono chiamati a ritrovare la loro identità e a tornare sulla via dei loro padri».

Essi non ascoltano quindi il rimprovero che Pietro fece ai giudaizzanti durante il Concilio di Gerusalemme: «Perché dunque tentate adesso Dio mettendo sul collo dei discepoli un giogo che né i padri nostri né noi abbiamo potuto portare? Anzi, noi crediamo d’esser salvati per la grazia del Signor Gesù, nello stesso modo che loro» (At 15,10s). Giacomo ritenne ciò come una «molestia a quelli dei Gentili che si convertono a Dio» (v. 19). E la chiesa intera scrisse ai cristiani gentili che «alcuni, partiti di fra noi, vi hanno turbato coi loro discorsi, sconvolgendo le anime vostre, benché non avessimo dato loro nessuna specie di mandato» (v. 24). Dopo tanta e insistente pressione dei giudaizzanti, è evidente la reazione dei cristiani gentili alla lettura delle decisioni della chiesa giudaica di Gerusalemme: «Essi si rallegrarono della consolazione che recava» (v. 31).



■ Quanto sono «cristiani»?: Che ci tengano a non definirsi cristiani nel senso del nuovo patto, è dichiarato in modo esplicito e in modo velato da loro stessi. Alla domanda «Cosa significa “Giudaico-Messianici”?», rispondono che il loro sito «non ha alcun legame con gruppi religiosi messianici o cristiani» (nell’originale c’è una sottolineatura).



■ Chi e che cosa è Gesù di Nazareth?: Come in altri gruppi del genere, si comincia a parlare di «Yeshua», come se la stragrande maggioranza dei Giudei del primo secolo, che parlavano greco e che divennero cristiani, lo chiamassero così. Essi affermano che «la nostra fede nel Messia, il liberatore d’Israele, è basata sull’interpretazione ebraica delle Scritture, e non sulla dottrina cristiana tradizionale». Quest’ultima dichiara che il Messia sia il Figlio di Dio nel senso di Dio fatto carne (Gv 1,1ss.14; Fil 2,5ss), ma questo è uno scandalo per loro. Essi sono rimasti in genere a Gesù come profeta, maestro, rabbino e liberatore politico. Per questo sono antitrinitari e enoteisti, credendo a un solo «Dio-Persona», mentre il monoteismo del NT prevede che Dio sia una categoria speciale: Padre, Figlio e Spirito Santo. Le somiglianze con gli antichi Ebioniti e gruppi simili (Giudei cristiani antitrinitari) e dell’ala oltranzista del frantumato movimento di Armstrong sono tanti. Essi affermano: «Noi crediamo che il Creatore dell’universo è il Dio d’Israele, che Egli è uno solo e che non ha in sé alcuna molteplicità (Deuteronomio 6,4; Isaia 37,16)». Notate come non citino il NT, come se la rivelazione non avesse avuto nessun progresso (cfr. invece Eb 1,1ss). Gesù è per loro «il Maestro di Nazaret, considerato poi il Messia dai suoi discepoli», quindi uno dei tanti rabbini d’Israele. Che il «Mashiach Ben Yosef», ossia il «Messia figlio di Giuseppe» (interpretato dal Talmud come uno di Efraim e non di Giuda), non sia il Messia finale, è espresso da loro nell’articolo «Il Messia e la Redenzione», in cui la redenzione è solo un fatto storico, ossia la restaurazione d’Israele in uno Stato. Del Messia viene detto qui: «Il Messia finale atteso dagli Ebrei, come tutti i suoi precursori, è descritto come un semplice uomo, e non come un’incarnazione di Dio o come una creatura angelica, pur essendo definito come il massimo rappresentante del Creatore dell’universo sulla terra». È un’idea tipica dei rabbini farisei del Talmud medioevale. Essi vogliono che «Yeshua il Nazareno» sia solo un «un Ebreo osservante, un maestro della Torah». Discutendo «di chi è figlio il Messia», essi affermano che per loro Gesù non è «il Figlio di Dio uguale al Padre», ma solo «Yeshua il Nazareno, un Rabbino, fedele all’Ebraismo e alla Tramandazione». Non nascondono neppure che essi credono come gli Ebioniti (Nazorei o Nazareni), per i quali Gesù era solo un uomo. Tralasciamo qui l’interpretazione avventurosa del Salmo 110 e di Matteo 22,41-45. La loro conclusione è questa tesi: «Le parole di Gesù devono essere state fraintese dai suoi seguaci che molto tempo dopo la sua crocifissione iniziarono a considerarlo l’incarnazione del Verbo Divino, e successivamente di Dio stesso». Fu quindi tutto un imbroglio. I teologi liberali e i seguaci della Torre di Guardia non potevano dirlo meglio.



■ Qual è l’autorità scritturale in questioni spirituali e morali?: Si noti come essi parlino sempre di «Scritture e Tramandazione orale» quali autorità. Essi parlano delle «Scritture», ma intendono in genere la Torà (la Legge mosaica) o altre volte l’AT nel suo complesso. Il NT è per loro solo un prodotto secondario, senza alcuna pretesa di essere rivelazione. Ecco le loro convinzioni in merito: «Crediamo anche che la Torah è la Legge perfetta ed eternamente valida che Dio stesso donò al popolo ebraico quando fu stipulata l’Alleanza del Sinai (Esodo 19,5; Salmi 19,7). Consideriamo gli scritti del Nuovo Testamento importanti per comprendere l’insegnamento di Yeshua (Gesù) e lo sviluppo della prima comunità cristiana, ma non li riteniamo Parola di Dio come la Torah, vincolante e ispirata in ogni suo punto». Quindi si tratta di un raggruppamento giudaizzante che attinge dal NT solo ciò che fa comodo, così come fanno dal Talmud e da altra letteratura giudaica. Per loro la letteratura del NT, a differenza della Torà, non è «vincolante e ispirata in ogni suo punto».

Essi citano volentieri Mt 5,17ss, certo in modo strumentale, parlando al proposito dell’«autentico pensiero del Maestro di Nazaret», perché per loro è solo tale: «Yeshua il Nazareno» è un rabbino fra tanti. Affermano che «egli non intendeva fondare un nuovo culto, né farsi intermediario di una nuova Rivelazione superiore a quella mosaica». A parte il fatto che ciò viene smentito dall’autore giudaico della lettera agli Ebrei, essi dimenticano volentieri che Gesù affermò pure: «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Mt 24,35); Egli disse pure in contrasto con la Legge e la tradizione: «Fu detto…, ma io vi dico…» (Mt 5). La testimonianza del NT è che «la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo» (Gv 1,17). E come un nuovo Mosè, Gesù diede la «Legge del nuovo patto» o «Legge di Cristo» (1 Cor 9,21). Cristo ha affrancato proprio dal giogo della legge mosaica (Rm 7,4.6 vecchiezza di lettera; Gal 5,18). E Paolo ribadì ai Galati, allora preda dei giudaisti che ribadisce «se la giustizia si ottiene per mezzo della legge, Cristo è dunque morto inutilmente» (Gal 2,21).

Che dire del NT? Pietro parlò del «comandamento del Signore e Salvatore, trasmessovi dai vostri apostoli» (2 Pt 3,2). Paolo parlò del fatto che «le cose che io vi scrivo sono comandamenti del Signore» (1 Cor 14,37; cfr. 1 Ts 4,2; 2 Gv 1,5).



■ Come si viene salvati?: A questa domanda non rispondono (ancora) direttamente sul sito, ma ne hanno già dibattuto sul forum e Andrea Viel ne ha discusso con me. L’idea di base sembra questa: Dio salverebbe Israele in quanto esso è il popolo del patto e delle promesse. Dio salverebbe i Gentili se essi ubbidiscono ai presunti sette «precetti noachitici», come recita il Talmud. Inoltre sarebbero quindi i Gentili ad aver bisogno del sacrificio di Gesù, mentre i Giudei sarebbero già nella salvezza per razza e natura (cfr. invece Gv 1,11ss). [► L’osservanza della legge noachitica salva?]

Gesù disse però ai Giudei che vantavano d’essere a posto in quanto figli di Abramo: «V’ho detto che morrete nei vostri peccati; perché se non credete che sono io (il Cristo), morrete nei vostri peccati» (Gv 8,24). Il messaggio apostolico era al riguardo senza fraintendimenti: «Io non mi sono tratto indietro dall’annunciarvi e dall’insegnarvi in pubblico e per le case, cosa alcuna di quelle che vi fossero utili, scongiurando Giudei e Greci a ravvedersi dinanzi a Dio e a credere nel Signor nostro Gesù Cristo» (At 20,20s; 18,4; Rm 3,9; 1 Cor 1,24). Non esiste neppure una salvezza separata di Giudei e Gentili, essendo scritto: «Noi tutti siamo stati immersi mediante un unico Spirito dentro un unico corpo, e Giudei e Greci, e schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un unico Spirito» (1 Cor 12,13). Il NT parla quindi di Giudei increduli e perduti (Rm 3,3; 1 Pt 2,6ss), che gli apostoli volevano salvare (Rm 11,14). Parla pure della salvezza che si ha solo per grazia mediante la fede (Ef 2,8), senza le opere della Legge mosaica, tanto per Giudei quanto per Gentili (Rm 3,27ss), ma solo in virtù del sangue e dei meriti di Gesù Cristo (Rm 3,24s; 5,9; Ef 1,7).





3. PERICOLI DI INFILTRAZIONE: I pericoli di infiltrazione di un giudeo-messianismo del genere nel cristianesimo biblico è reale e ha molti possibili accessi, ad esempio i seguenti.

■ Chiesa di Dio Universale: Come si possa deviare dal cristianesimo biblico a posizioni giudaizzanti, è mostrato dalla cosiddetta «Chiesa di Dio Universale», che il «Cesnur» ascrive fra il protestantesimo avventista. Essa fu fondata da Herbert W. Armstrong (1892-1986). Alla sua morte, la sua chiesa si è spaccata in vari tronconi a causa delle differenti concezioni dei nuovi leader. Il credo di Armstrong era tra quello avventista e quello geovista con altri elementi della tradizione giudaica. Ad esempio, egli credeva a una Dualità (Dio Padre e Dio Figlio), ritenendo lo Spirito una «forza attiva». Egli riteneva la necessità di ubbidire alla Legge mosaica e di festeggiare le feste giudaiche. Alla sua morte, una parte del suo movimento rimase fedele al suo maestro; un’altra rinunciò alla Dualità, abbracciando l’enoteismo (un solo Dio-Persona e il Messia come sola creatura); un’altra fazione ancora passò alla Trinità, riconoscendo Gesù come Dio incarnato e lo Spirito Santo come persona, ed entrò nell’Alleanza Evangelica. Armstrong ha infiltrato le sue opinioni fra i cristiani di diversa estradizione mediante i suoi scritti, la rivista «Pura verità» e le sue trasmissioni radio-televisive. Egli è un modello usato oggigiorno da vari gruppi cosiddetti giudeo-messianici.



■ L’avventismo in tutte le sue forme e correnti: Il giudeo-messianismo nella sua versione legalista si può ben mimetizzare fra gli avventisti a causa dei punti di contatto e trovare qui un valido trampolino di lancio per infettare l’avventismo e per servirsene per la propria diffusione.



■ Il carismaticismo: Il giudeo-messianismo nella sua versione mistico-esoterica e speculativa (cabala, Zoar, ecc.) ha qui un humus ideale, creando un approccio sia con la protezione verso Israele, sia con gli aspetti «profetici» e «apostolici», sia con le esperienze mistiche e iperestetiche. [► Worship, unzione ed esperienze iperestetiche] Anche in Italia, a campeggi gestiti da carismatici, vengono invitati «rabbini» che insegnano il misticismo giudaico. Una delle tante vie è l’insegnamento delle danze ebraiche all’interno di tali seminari. Il «profetismo» fa sì che si creino false attese incombenti riguardo al Messia e a Israele. Si veda al riguardo l’articolo: «Benedizione dell’anno in pericolo?».



■ Gli amici d’Israele: Il giudeo-messianismo può trovare un particolare humus anche fra i vari gruppi di preghiera e di azione a favore d’Israele. Dove non sono capaci di iniziare conferenze su Israele, usano le associazioni esistenti per propagare le loro idee mediante presenza a tali conferenze e letteratura che distribuiscono durante tali incontri.

Ad esempio l’Edipi, una delle associazioni del settore più sobrie, è rischio se il suo direttivo non eserciterà un controllo delle informazioni e delle persone che si attivano durante le conferenze. Inoltre, come mi è stato scritto, durante le conferenze non a tutti piace la presenza di persone legate ad organi dello Stato d’Israele o al giudaismo storico. È interessante notare come nel blog «Calabria judaica» venga dato risalto al 7° Raduno Nazionale di Edipi in Palmi (17-19 ottobre 2008), evidenziando dapprima che «come ogni anno avrà una forte caratterizzazione di amicizia con gli ebrei e con il popolo di Israele»; e concludendo però così: «Mi permetto soltanto di fare (in totale e sincera amicizia) un mio appunto di carattere personale. Sinceramente trovo un po’ stridente che dei sinceri amici del popolo ebraico dedichino tanto spazio a un movimento come quello degli ebrei messianici, che dall’ebraismo mondiale vengono in qualche modo visti come elemento di potenziale dissoluzione del popolo ebraico». Chi fra gli «amici per Israele» ha orecchi per udire, oda.

A rischio sono particolarmente coloro che promuovono un sionismo cristianizzato e invita alle proprie conferenze rabbino ortodossi a conferire. Questo è il caso delle iniziative della cosiddetta «Alleanza Messianica» di Giovanni Melchionda e di Argentino Quintavalle, gestore del sito «Gerusalemme, Gerusalemme». Essi ritengono che la chiesa sia oramai decadente e che una sua riforma sia solo possibile con una giudaizzazione del cristianesimo, ossia un ritorno al giudaismo talmudico. Essi ritengono pure che nelle chiese cristiane i Giudei debbano avere un ruolo importante di «guida profetica». [► Restaurare la chiesa in senso giudeo-cristiano?] Sfogliando alcuni articoli, prendo atto che anche qui si comincia a chiamare Gesù sempre più «Yeshua» e a scrivere «Dio» sempre più come «D-o», alla giudaica. Di tutto ciò parleremo magari in un altro momento.

Mi ha comunque sorpreso di vedere sul sito di Andrea Viel e Luigi Esposito proprio l’annuncio della conferenza messianica, gestita da Giovanni Melchionda e da Argentino Quintavalle («Alleanza Messianica»). [► Il sionismo cristiano] Come relatore era annunciato Avner Boskey da Israele. Chiaramente il primo gruppo e il secondo sono cose diverse. Ho scritto ad Argentino Quintavalle, ma le sue risposte sono state evasive, a parer mio; avrei preferito che prendesse nette distanze dalle posizioni del sito «giudaicomessianici.it». Mi ha confermato che al loro convegno è stata invitata «una rappresentanza ebraico-ortodossa che viene da Israele a cui abbiamo dato il diritto di parlare e di dire la loro». Rabbini ortodossi hanno dato quindi lezione ai cristiani su chi era veramente Gesù di Nazareth; che cosa avranno mai detto, è per me prevedibile, conoscendo le loro nuove tesi (p.es. Pinchas Lapide): «Voi Gentili non potete capire veramente chi sia stato Gesù, noi sì invece, essendo egli un figlio del nostro popolo e uno dei nostri profeti» (certo solo questo). Argentino stesso ne è cosciente, visto che mi scrive: «Riuscire a far parlare di Gesù a degli ebrei ortodossi è già di per sé un grande successo fino a pochi anni fa impensabile. Ma vengono soprattutto per curiosità (o per spiare) perché il mio sito si legge anche in Israele, e anche questo è un successo, perché significa che sono gelosi di qualcosa, ma so bene che questo non necessariamente porta alla conversione, può portare anche ad una recrudescenza delle posizioni». Non gli viene in mente però che vengano per un altro motivo: giudaizzare i cristiani (molti di coloro che saranno lì presenti, sono già infarinati di giudaismo o già, almeno in parte, giudaizzanti) e presentare il giudaismo come il «cristianesimo» migliore!

Ripeto comunque ancora una volta che le posizioni dei due gruppi sono (ancora) abbastanza distanti, ad esempio riguardo alle questioni chi sia Gesù di Nazareth e che cosa sia il NT.





4. ASPETTI CONCLUSIVI: Paolo affermava dei Giudei non cristiani del suo tempo quanto segue: «le loro menti furono rese ottuse; infatti, fino al dì d’oggi, quando fanno la lettura dell’antico patto, lo stesso velo rimane, senz’essere rimosso, perché è in Cristo che esso è abolito. Ma fino a oggi, quando si legge Mosè, un velo rimane steso sul cuore loro; quando però si saranno convertiti al Signore, il velo sarà rimosso» (2 Cor 3,14ss). La cosa triste è che Andrea Viel, Luigi Esposito e quanti li seguono, si sono volontariamente messo un velo sulla faccia, per non vedere che Gesù di Nazareth e solo lui, è l’unico Messia di cui ha parlato Mosè stesso.

Essi rinunciano all’azione dello Spirito, che libera dal giogo della Legge, e di camminare in «novità di spirito», per ritornare alla «vecchiezza di lettera» (Rm 7,6). «Ora, il Signore è lo Spirito; e dov’è lo Spirito del Signore, qui è libertà» (2 Cor 3,17). Invece di rimanere nella libertà dei figli di Dio, che dà lo Spirito Santo in vista della gloria (cfr. Rm 8,21), e di essere «figli di luce» (Ef 5,8; 1 Ts 5,5), ritornano volontariamente all’«ombra di cose che dovevano avvenire», ossia alle regole dettate dalla Legge, «affidandosi alle proprie visioni, gonfiato di vanità dalla mente della sua carne» (Col 2,16ss). Invece di emanciparsi con la grazia e diventare uomini fatti, figli di Dio ed eredi di Abramo per la fede in Gesù Messia, vogliono tornare a essere bambini sotto tutela e sotto il pedagogo della Legge mosaica (Gal 3,23-29). Che grande progresso regressivo e che grande passo in avanti per chi si trova sull’orlo del baratro!

Essi vogliono barattare l’eccellenza, che è in Cristo Gesù e nel suo nuovo patto, con cose oramai scadute. Infatti, come afferma l’autore del libro agli Ebrei, «la legge non ha condotto nulla a compimento» (Eb 7,19). Essi vogliono seguire gli statuti di un patto oramai abolito da uno nuovo, mediante il quale è avvenuta «l’abrogazione del comandamento precedente a motivo della sua debolezza e inutilità» (Eb 7,18).

Per loro vale lo stesso rimprovero che Gesù fece ai Giudei: «Non crediate che io sia colui che vi accuserà davanti al Padre; v’è chi v’accusa, ed è Mosè, nel quale avete riposta la vostra speranza. Perché se credeste a Mosè, credereste anche a me; poiché egli ha scritto di me. Ma se non credete agli scritti di lui, come crederete alle mie parole?» (Gv 5,45ss).

Per loro vale lo stesso rimprovero che Paolo fece ai Galati, che furono infiltrati e raggirati dai giudaisti, che li convinsero che la perfezione si raggiunge con l’ubbidienza ai precetti della Legge mosaica: «O Galati insensati, chi v’ha ammaliati, voi, dinanzi agli occhi dei quali Gesù Cristo crocifisso è stato ritratto al vivo? Questo soltanto desidero sapere da voi: avete voi ricevuto lo Spirito per la via delle opere della legge o per la predicazione della fede? Siete voi così insensati? Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la perfezione con la carne?» (Gal 3,1ss).

In effetti, Andrea Viel, Luigi Esposito e quanti li seguono hanno e predicano un altro Cristo, in altro Evangelo e un altro Spirito, attirandosi così la maledizione divina (Gal 1,6-9; 2 Cor 11,4). Essi sono perciò sedotti e stanno diventando seduttori (2 Cor 11,3.13ss).

Il problema dei cristiani giudei, che voltarono le spalle a Gesù Cristo per diversi motivi, era presente già durante la chiesa apostolica; oggi accade che siano i cristiani gentili a giudaizzare e a propagandare tale stile di vita. Per tutti loro vale questa parola: «Di qual peggiore castigo stimate voi che sarà giudicato degno colui che avrà calpestato il Figlio di Dio e avrà tenuto per profano il sangue del patto col quale è stato santificato, e avrà oltraggiato lo Spirito della grazia?» (Eb 10,29). Che fare con «l’uomo fazioso», che si applica «alle questioni stolte, alle genealogie, alle contese, e alle dispute intorno alla legge» e che perciò «è pervertito e pecca, condannandosi da sé»? (Tt 3,9ss). Noi prendiamo distanza da loro e dal loro tentativo di lasciare la grazia per mettersi sotto il giogo della Legge mosaica: «Ma noi non siamo di quelli che si traggono indietro a loro perdizione, ma di quelli che hanno fede per salvare l’anima» (Eb 10,39).

Se non si ravvedono in fretta, la loro mente diverrà sempre più ottusa rispetto alla verità dell’Evangelo e varrà per loro questa parola: «Perché quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire, e cadono, è impossibile rinnovarli da capo a ravvedimento, poiché crocifiggono di nuovo per conto loro il Figlio di Dio, e lo espongono a infamia» (Eb 6,4ss).

Dio usi loro misericordia prima che il velo si chiuda definitivamente sulla loro mente.




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[1]. Ricordiamo già Simon ben Kosiba (2° sec. d.C.), che il rabbi Akiba chiamò «bar Kochba», ossia «figlio della stella», quindi Messia. Con tale investitura rabbinica, egli si mise a capo dell’ultima rivolta ebrea contro i Romani e portò il suo popolo alla disfatta. Dopo tale tragica sconfitta, i sacerdoti ebrei si affrettarono a chiamarlo «Bar Koziba», ossia «il figlio della menzogna».

[2]. Il movimento Lubavitch o Chabad rappresenta una cospicua maggioranza del movimento ortodosso chassidico. Esso afferma il rabbino Menachem Mendel Schneerson (morto nel giugno 1994), chiamato dai suoi seguaci Rebbe Lubavitch, abbia iniziato la missione messianica. Già in vita era considerato il messia, alla sua morte si affermò che tornerà fra breve nella sua veste di messia per completare la redenzione d’Israele. Non sono mancati rabbini che lo hanno pubblicamente tacciato di essere un falso messia.



► URL di origine: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Falsi_maestri_messianici_oggi_AT.htm

13-12-2008; Aggiornamento: 14-12-2008






http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Falsi_maestri_messianici_oggi_AT.htm

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