lunedì 6 aprile 2009

Festività di Pesach 5769 (9 - 16 aprile 2009) e benedizine per il sole (8 Aprile)

Messaggio augurale per Pesach 5769
Di Rav Alberto Sermoneta

Siamo ormai vicini alla festa di Pesach, festa tanto attesa dagli ebrei, quanto faticosa nella sua preparazione.

La Torà più volte raccomanda, nel comandare le regole di questa festa: “U shmartem et chodesh ha aviv...velò jeraè lekhà seòr bekhol ghevulekhà shiv'at jamim” “ed osserverete il mese della primavera...e non si vedrà alcun lievito in ogni tua abitazione sette giorni”.
Che nesso può esserci fra il periodo dell'inizio della primavera, con il divieto del cibarsi di cose lievitate (chamez)?

I Chakhamim della Mishnà attraverso una loro massima ci insegnano che il chamez, il lievito è sinonimo di arroganza e quindi di violenza “Al tikrè chamez ellà chamas”- non leggere chamez-lievito, ma chamas- violenza.
La violenza non è soltanto fisica, essa può essere anche psicologica e a volte è quella che danneggia l'uomo di più.
La violenza che usarono gli egiziani sugli ebrei, fu probabilmente di questo tipo, in quanto non davano loro la possibilità di esprimere liberamente le proprie opinioni, ma soprattutto non veniva data loro la possibilità di manifestare la loro individualità, furono negati loro i diritti fondamentali di esseri umani.

Come avvenne per gli egiziani circa tremila e cinquecento anni fa, anche nel corso della storia del nostro popolo, le violenze psicologiche sono state maggiori e più dannose di quelle fisiche.
Al termine della narrazione della haggadà, si recita un brano che dice: “in ogni generazione ogni uomo ha il dovere di considerarsi come se egli stesso fosse uscito dall'Egitto” perché il ricordo di quella schiavitù, simbolo di tutte le sofferenze del nostro popolo, debba essere presente nei cuori di tutti noi ebrei, soprattutto nelle generazioni future, affinché il concetto di libertà fosse comprensibile nel modo migliore.

Il Decalogo, alla base della legislazione ebraica e non solo, inizia con le parole: “Io sono il Signore
D-o tuo che ti fece uscire dalla terra d'Egitto dalla casa degli schiavi”.
Il motivo per cui questo è considerato un comandamento - il primo dei dieci - è perché alla base del rispetto reciproco fra uomini e di conseguenza nei confronti della divinità, ci sia il massimo rispetto per la libertà e dell'uguaglianza fra esseri umani, considerati elementi fondamentali alla vita di un uomo.

Per cui, possiamo asserire che se la festa di Pesach è l'inizio della vita del popolo ebraico, primavera di un nuovo popolo, che fonda la sua esistenza sulla libertà e l'uguaglianza fra esseri umani, la mazzà che noi mangeremo per otto giorni ne è il suo simbolo.
Essa è infatti definita dalla Torà “lekhem 'oni”- “pane della povertà”; così come il povero si dispone, anche attraverso il suo portamento umile ad ascoltare il prossimo, così noi esseri umani dobbiamo fare nei confronti di chi ci vive intorno.

Allo stesso modo di come durante la stagione invernale, la natura continua la sua vita nel sottosuolo, per poi a primavera manifestare tutta la sua bellezza, così il popolo ebraico, tenuto al buio moralmente e fisicamente durante i quattrocento anni di schiavitù egiziana, esce poi all'esterno manifestandosi alla luce del sole, nella stagione più gradita agli esseri umani.

Essere uomini liberi vuol dire quindi, avere la forza di disporsi nella condizione di ascoltare anche chi è diverso da noi, dando a lui la facoltà di esprimere le proprie opinioni, ascoltandolo anche nella condizione di umiltà estrema, cercando di trovare nelle sue parole, un valido insegnamento per la nostra vita.
Soltanto agendo in questo modo potremo considerarci uomini liberi, da qualsiasi pregiudizio, liberi da qualsiasi vincolo di sudditanza, liberi di esprimere nel rispetto del prossimo le proprie opinioni.

Auguro a tutti Voi ed alle Vostre famiglie, gli auguri più sentiti di un buon Pesach pieno di gioia e felicità.
http://www.comunitadibologna.it/index.php?option=com_content&task=view&id=472



Benedizione per il Sole (8 aprile 2009)
L'8 aprile 2009 (14 nissan 5769, vigilia di Pesach) avrà luogo la Benedizione per il Sole (Birkat ha-Chammah) un evento che si ripete nel calendario ebraico una volta ogni 28 anni.

In tutte le comunità, al termine della Tefillat Schachrit nelle primissime ore del mattino (7.00) si recita la Berakhah (benedizione) davanti al Sole nascente.



Il prossimo appuntamento sarà nel 2037!

Per chi volesse partecipare, contattare la segreteria.
Riflessioni sulla Benedizione del Sole di Rav Alberto Sermoneta

Riflessioni sulla benedizione del sole
Di Rav Alberto Sermoneta

Nella tradizione della Mishnà, non troviamo mai alcun accenno a benedire in occasioni in cui si vede il sole nel momento dell'inizio del suo ciclo, né per altre eventi straordinari della natura, né per la creazione di altri astri, come invece facciamo la mattina nella preghiera di shachrit (Barukh...jozzer ha meorot).

La prima volta che sentiamo parlare di benedizione del sole è nella Tosaftà (berakhot) in cui è detto:
“Come si benedice quando si rinnova il ciclo della luna, così si benedice per il rinnovamento del sole una volta ogni ventotto anni, poiché questo è un grande ciclo, per il periodo del sole che ritorna al punto iniziale in cui si trovava nel momento della Creazione del mondo”.

Rabbi Jehudà dice: "Chi recita una benedizione per il sole, segue una via estranea". L'espressione "una estranea" è stata interpretata dai commentatori come "via eretica", e da ciò sembrerebbe risultare che Rabbi Jehudà non accettasse l'opinione di coloro che recitavano questa benedizione per timore che arrivassero all'idolatria. Vi è però, chi spiega che Rabbi Jehudà intendeva riferirsi a coloro che recitavano sì, la benedizione, ma non nel momento per essa stabilito. Comunque stiano le cose, sembra che anche Rabbi Jehudà Ha-Nasi; il redattore della Mishnà (e cioè non il Rabbi Jehudà ricordato nella Toseftà) ritenesse che non si debba recitare una benedizione per la creazione del sole e per questo motivo non ne avesse inserito la norma nella sua Barajtà citata dal Talmud babilonese (Berakhot 59 b) "Chi vede il sole nel suo periodo ecc. dice: Benedetto colui che compì l'opera della creazione".(Emanuele Artom “Alef Dac” marzo-maggio 1981)

Nel Talmud è detto: “Chiunque veda il sole nella sua epoca, dice Benedetto Colui che fece l'opera creativa”... e quando avviene ciò? Dice Abbajè, ogni ventotto anni ritorna il suo ciclo e il periodo di nissan cade in Saturno al momento del tramonto del sole di martedì al principio della notte di mercoledì”.
Per capire l'espressione di Abbajè, bisogna rifarsi alla descrizione dell'opera creativa nel libro della Genesi, in cui viene narrata la creazione degli astri in cui è detto:
“E il Signore disse, vi siano luminari nella distesa celeste che servano a distinguere il giorno dalla notte...; ...e il Signore fece il luminare più grande per dominare di giorno e quello più piccolo per la notte e tutte le stelle...e fu sera e fu mattina il quarto giorno”.

Quindi l'opinione di Abbajè è quella di recitarla nel giorno esatto della settimana in cui esso fu creato- il quarto giorno, cioè il mercoledì.
Il Rashì commenta dicendo che il momento è al tramonto del sole del martedì, quindi l'inizio del mercoledì quando domina il segno di Saturno.
Nello Shulchan 'Arukh orach chaim cap. 229 parag.1 è detto:
“Chiunque veda il sole il mercoledì di mattina dica Benedetto Colui che ha fatto la Creazione” ; si intende nel venttottesimo annodel periodo sopra menzionato.
Il Maharil ordina di annunciare la sera della vigilia di questo evento, di essere attenti l'indomani mattina; chiunque veda il sole nel suo spuntare deve recitare la benedizione.
Il Ramà (rabby Moshè Isserles) aggiunge, dicendo di essere molto attenti al non far passare la terza ora, poiché dopo di ciò il sole si è spostato da quel luogo.
Rabby Y. Amadin sostiene invece che è possibile recitare la benedizione fino a mezzogiorno.(fine del suo commento al Meghillat ta'anit),
Nella sua opera Dagul merevavà, egli scrive: “così feci nell'anno 5545, quando non è splenduto il sole fino ad un'ora prima del mezzogiorno e quindi ho benedetto con Nome e Regno (A' Elohenu melekh ha 'olam)
Durante la benedizione si deve vedere il sole ed il cielo deve essere completamente privo di nubi, ma se c'è soltanto una nuvola che però non copre il sole la si dica ugualmente.

La benedizione va detta alla presenza di un pubblico numeroso, visto l'importanza dell'evento che si ripete una volta ogni ventotto anni.
E' uso recitarla subito dopo il Kaddish Titkabal della preghiera del mattino che si dice dopo Ashrè e uvà le Zijon.
Sperando l'Eterno di essere meritevoli di vivere questo momento, ci diamo appuntamento alla mattina dell'8 aprile 2009 alle ore 7.00 in Tempio.

http://www.comunitadibologna.it/index.php?option=com_content&task=view&id=470



Regole per Pesach
Di Rav Alberto Sermoneta


Quest’anno, poiché Pesach cade di domenica e la vigilia di sabato, dovranno essere prese alcune precauzioni riguardo la “bedicat chametz – la ricerca del chametz e la sua bruciatura”.

Dopo aver accuratamente provveduto alla pulizia della casa e alla sua preparazione per la festa, si procederà come di seguito descritto:

GIOVEDI’ 17 APRILE - DIGIUNO DEI PRIMOGENITI (anticipato): inizio ore 4.52 termine ore 20.32. Alle ore 7.30 verrà recitato Shachrit dopodichè ci sarà Sijum Massakhatà, è cioè verrà spiegata l’ultima parte di un trattato talmudico, studiato precedentemente. Tutti coloro che vi assistono potranno interrompere il digiuno. Dopo Arvith, quando sono uscite le stelle, si procederà alla “bedicat chametz” (anticipata) cioè alla ricerca a lume di candela, di tutte le più piccole briciole di pane o parti di cose proibite per Pesach, negli angoli più nascosti della casa. Al termine dovrà essere recitata la speciale formula Col Chamirà (ogni cibo lievitato) e tutto il chametz trovato sarà messo da una parte. Entro le ore 13.00 del venerdì 18 potrà essere effettuata la vendita del chametz (si allega il modulo).

VENERDI’ 18 APRILE – BIUR CHAMETZ : intorno alle ore 11.00 tutto il chametz messo da parte la sera prima, dovrà essere bruciato, senza però recitare alcuna formula di annullamento. E’ opportuno che la casa sia completamente sgombra di ogni sorta di chametz e tutto il cibo per Shabbat deve essere preparato con stoviglie di Pesach. Anche il pane per la benedizione del Venerdì sera deve essere preparato precedentemente e tenuto in disparte. Il Venerdì sera è opportuno mangiare su una tovaglia (preferibilmente di carta) che verrà tolta appena terminato il pasto, in quanto già da Sabato a pranzo è assolutamente proibito usare cose che abbiano avuto contatto con il chametz. Per il pranzo del Sabato sarebbe preferibile usare delle azzime chiamate “Ashirot” ossia con olio, vino, arancia etc. e comunque non quelle comuni che invece si dovranno iniziare a mangiare assolutamente dalla sera del SEDER.

SABATO 19 APRILE – VIGILIA : l’inizio della Tefillà sarà anticipato alle ore 8.30, per avere la possibilità di recitare Shachrit in un’ora accettabile per la recitazione dello Shemà. Prima dell’estrazione del Sefer si farà un’interruzione per fare il Kiddush e mangiare chametz prima del suo annullamento. Intorno alle 10.30, dopo aver mangiato un pasto a base di chametz (facendo molta attenzione a non spargerlo in giro) si reciterà la formula Col Chamirà con la quale si rende nulla ogni piccola parte di chametz involontariamente rimasta. Da quel momento E’ ASSOLUTAMENTE PROIBITO MANGIARE CHAMETZ. Il pranzo sabbatico sarà consumato su una tovaglia pulita (kasher le Pesach) e senza azzime.

La presenza di chametz in ogni casa è considerata una grave colpa, tanto che è prevista per essa la pena del caret, massima pena derivante direttamente da D.O.

Possa il Signore Nostro D.O renderci meritevoli dell’osservanza delle regole di Pesach liberandoci da qualsiasi oppressione come già fece ai tempi dei nostri Padri in Egitto.

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Chiusura degli Uffici per Pesach
Vi informiamo che la segreteria resterà chiusa dal 8 al 16 aprile 2009



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SHABBAT

Shabbat 11 aprile
19:35 20:39
Shabbat Chol Hamo'èd
Parashà: Es. 33, 12-34, 26
Haftarà: Num. 28, 19-25




Parashà
Leggere / sentire il testo in ebraico:
http://bible.ort.org/books/torahd5.asp
Leggere il commento:
www.torah.it



Prossima festività
Pesach: 9 - 16 aprile 2009



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