venerdì 10 aprile 2009

Il Signore è prode in guerra, si chiama Signore


Il Signore è prode in guerra, si chiama Signore.


Es 14,15-31.15,1.
Il Signore disse a Mosè: "Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti
di riprendere il cammino.
Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli
Israeliti entrino nel mare all'asciutto.
Ecco io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di
loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui
suoi carri e sui suoi cavalieri.
Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia
gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri".
L'angelo di Dio, che precedeva l'accampamento d'Israele, cambiò posto e
passò indietro. Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò
indietro.
Venne così a trovarsi tra l'accampamento degli Egiziani e quello d'Israele.
Ora la nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la
notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la
notte.
Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte,
risospinse il mare con un forte vento d'oriente, rendendolo asciutto; le
acque si divisero.
Gli Israeliti entrarono nel mare asciutto, mentre le acque erano per loro
una muraglia a destra e a sinistra.
Gli Egiziani li inseguirono con tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e
i suoi cavalieri, entrando dietro di loro in mezzo al mare.
Ma alla veglia del mattino il Signore dalla colonna di fuoco e di nube
gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta.
Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle.
Allora gli Egiziani dissero: "Fuggiamo di fronte a Israele, perché il
Signore combatte per loro contro gli Egiziani!".
Il Signore disse a Mosè: "Stendi la mano sul mare: le acque si riversino
sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri".
Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo
livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro.
Il Signore li travolse così in mezzo al mare.
Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l'esercito
del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò
neppure uno.
Invece gli Israeliti avevano camminato sull'asciutto in mezzo al mare,
mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra.
In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani e Israele
vide gli Egiziani morti sulla riva del mare;
Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro
l'Egitto e il popolo temette il Signore e credette in lui e nel suo servo
Mosè.
Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero:
"Voglio cantare in onore del Signore: perché ha mirabilmente trionfato, ha
gettato in mare cavallo e cavaliere.


Es 15,1-6.17-18.
Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero:
"Voglio cantare in onore del Signore: perché ha mirabilmente trionfato, ha
gettato in mare cavallo e cavaliere.
Mia forza e mio canto è il Signore, egli mi ha salvato. È il mio Dio e lo
voglio lodare, è il Dio di mio padre e lo voglio esaltare!
Il Signore è prode in guerra, si chiama Signore.
I carri del faraone e il suo esercito ha gettato nel mare e i suoi
combattenti scelti furono sommersi nel Mare Rosso.
Gli abissi li ricoprirono, sprofondarono come pietra.
La tua destra, Signore, terribile per la potenza, la tua destra, Signore,
annienta il nemico;
Lo fai entrare e lo pianti sul monte della tua eredità, luogo che per tua
sede, Signore, hai preparato, santuario che le tue mani, Signore, hanno
fondato.
Il Signore regna in eterno e per sempre!".


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