mercoledì 26 novembre 2008

L’omosessualità nella religione ebraica

L’omosessualità nella religione ebraica

Il tema dell'omosessualità nella religione ebraica affonda le sue radici nel libro del Levitico, che fa parte dell'Antico Testamento e che descrive i rapporti sessuali tra uomini un «abominio», punibili come un crimine capitale, anche se oggi non esiste nessun tribunale rabbinico Halachah halakiha che possa infliggere la sentenza prevista.
La visione storica prevalente tra gli ebrei è stata di considerare i rapporti omosessuali immorali e peccaminosi, a sostegno della categorica proibizione riportata sulla Torah. Tuttavia l'argomento è stato origine di dispute tra i moderni movimenti ebraici e ha condotto a numerosi dibattiti e divisioni.
L'omosessualità nella Torah
La Torah (la Bibbia ebraica) è la fonte classica primaria per la visione degli ebrei circa l'omosessualità che dichiara:
«Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è to'eva.»
(Levitico, 18:22)

Il termine to'eva è tradotto come «abominio» ed è utilizzato all'interno del testo sacro in riferimento a diversi atti proibiti che includono l'incesto, l'idolatria, il cibarsi di animali impuri e l'ingiustizia economica. Nel contesto delle proibizioni sessuali il termine della Torah è anche interpretato come la contrazione delle parole to'eh ata vah, che significano «deviate da ciò che è naturale».
Ebraismo ortodosso
I rapporti sessuali tra due uomini sono vietati dalla Torah e sono ritenuti un crimine capitale:
«Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro»
(Levitico, 20:13)

Il lesbismo, pur non essendo esplicitamente menzionato dalla Torah, viene vietato dalla letteratura rabbinica in base al verso biblico:
«Non farete come si fa nel paese d'Egitto dove avete abitato, né farete come si fa nel paese di Canaan dove io vi conduco, né imiterete i loro costumi.»
(Levitico, 18:3)

La legge orale (Sifra Aharei Mot 8:8-9) spiega il verso con le presunte abitudini egiziane di matrimoni tra donne, di matrimoni tra uomo, donna e figlia di lei e di matrimoni tra un uomo e due donne. Il Talmud, rifacendosi a questa interpretazione, vieta il lesbismo. Come tutte le proibizione rabbiniche, il contravventore è passibile di fustigazione. Il comportamento omosessuale femminile, non coinvolgendo una penetrazione penica, viene però considerato meno grave della condotta omosessuale maschile.
Le fonti classiche dell'ortodossia ebraica non menzionano specificamente che un' attrazione omosessuale sia intrinsecamente peccaminosa, anche se la considerano innaturale. Tuttavia colui che abbia rapporti sessuali omosessuali lascia che le sue attrazioni innaturali trovino il loro compimento, ed è quindi responsabile davanti a Dio per le sue azioni. Se egli fa teshuva (pentimento), ad esempio cessando le azioni immorali, pentendosi di quello che ha fatto, scusandosi con Dio e facendo voti di non ripetere mai più tali comportamenti, egli può essere perdonato da Dio (in modo simile a tutti gli altri crimini capitali, salvo l'omicidio).
Visione del moderno ebraismo ortodosso
Negli ultimi anni un piccolo numero di rabbini e credenti, principalmente aderenti al moderno ebraismo ortodosso, hanno iniziato a rivalutare il fenomeno dell'omosessualità e la risposta che la comunità ortodossa deve dare agli ebrei omosessuali. Fino a poco tempo fa veniva ipotizzato che tutti gli omosessuali realizzassero i loro comportamenti come disprezzo alla legge di Dio (le-hach'is), per perversione o a causa di malattie mentali. Una maggior dimestichezza con studi sociologici e biologici, così come contatti personali con omosessuali ebrei, ha condotto alcuni esponenti ortodossi ad una visione più comprensiva del problema. Il processo ebbe inizio probabilmente fin dagli anni '70. La vecchia interpretazione del problema omosessuale è descritta alla voce Homosexuality, curata dal rabbino Immanuel Jakobovits, nella versione originale (1972) dell' Encyclopaedia Judaica - un'importante opera in 26 volumi, in lingua inglese, che copre tutti gli aspetti del mondo e della civiltà ebraica). Nell'annuario 1974 dell' Encyclopedia, il rabbino Norman Lamm, dell'Università Yeshiva di New York ed esponente dell'ortodossia moderna, scrisse qualcosa di differente. Lamm era più informato delle ricerche scientifiche e psicologiche dei primi anni '70 sull'omosessualità.
Pur riconoscendo le parole della Torah che definiscono «abominio» l'omosessualità, sulla base delle sue conoscenze Lamm, fu incline a considerarla come prodotto di una condizione psicologica dell'adolescente nei rapporti con i suoi genitori. Vista in questa maniera, l'omosessualità poteva essere ridefinita come un atto effettuato irrazionalmente, e sarebbe stato sbagliato perseguitare o giudicare gli omosessuali per le loro azioni.
Meglio, sostenne Lamm, un approccio «sia di compassione che di sforzi tesi alla riabilitazione», in maniera simile a quello che già si faceva per il suicidio, vietato dalla Torah, «ma di fatto, nel corso del tempo, la tendenza è stata di rimuovere lo stigma a carico del suicida sulla base di un disturbo mentale». Il punto di vista del rabbino Lamm ha, negli anni, acquisito credito nella moderna ortodossia ebraica, mentre viene ampiamente rifiutato dall' ordotossia Haredi (conosciuta anche come ebraismo ultra-ortodosso). La comunità Haredi vede in queste recenti rivalutazioni una manipolazione della legge ebraica per scopi politici, e non mostra nessun segno di accettare l'omosessualità.
Ebraismo conservatore/Masorti
Nell'ebraismo conservatore, diffuso principalmente negli Stati Uniti a partire dagli inizi XX secolo, considera che l'omosessuale non adempia ad uno dei Mitzvah (comandamento). Ma esistono altri 612 Mitzvah nella legge di Mosè e per questo:
«Uno non può considerare l'omosessuale ebreo diversamente da come considererebbe un ebreo che non sia completamente osservante in qualsiasi altra maniera, come, ad esempio, un ebreo che guidi il giorno del Shabbat (sabato) verso un luogo che non sia la sinagoga, o colui che non segua le prescrizioni del kosher, ecc. Di conseguenza l'ebraismo conservatore afferma che gli uomini e le donne omosessuali possono condurre la preghiera, avere una aliyah per leggere dalla Torah, e possono anche prestare servizio come educatori della gioventù e come insegnanti nelle scuole ebraiche.»
( Robert Kaiser, Judaism and Homosexuality, 4 aprile 1999)

Nonostante questa visione più liberale, l'ebraismo conservatore vieta l'ordinazione rabbinica e matrimoni ed unioni civili tra omosessuali.
L'Assemblea Rabbinica ha emanato un documento che dichiara che l'immagine divina viene riflessa da ogni essere umano, di qualsiasi orientamento sessuale, e ammette che ci sono buone ragioni per essere preoccupati del fatto che gay e lesbiche ebraici hanno sperimentato , non solo le costanti minacce della violenza fisica e del rifiuto omofobico, ma anche le sofferenze dell'antisemitismo. Essi notano che gli omosessuali sono membri di tutte le congregazioni ebraiche, e che la crisi dell'AIDS ha esacerbato l'ansia e la sofferenza degli omosessuali ebraici. In conclusione, l'assemblea rabbinica dichiara:
Noi, l'Assemblea Rabbinica, mentre affermiamo la nostra tradizionale prescrizione per l'etero sessualità,
1. Appoggiamo la piena parità civile per gay e lesbiche nella nostra vita nazionale, e
2. Deploriamo la violenza contro gay e lesbiche nella nostra società, e
3. Reiteriamo che, in quanto tutti ebrei, gay e lesbiche sono benvenuti come membri nelle nostre congregazioni, e
4. Richiamiamo le nostre sinagoghe e i rami del nostro movimento ad aumentare la nostra consapevolezza, comprensione e preoccupazione per i nostri compagni ebrei che sono gay e lesbiche.
Le organizzazioni internazionali
Molte organizzazioni internazionali per i diritti umanitari, come Human Right Watch e Amnesty International, condannano le leggi che considerano i rapporti omosessuali tra adulti consenzienti un crimine. Dal 1994 la commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite ha anche dichiarato che leggi di questo genere violano anche il diritto alla privacy garantito dalla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e dal patto internazionale sui diritti civili e politici. Comunque, molte nazioni musulmane (ad eccezione della Turchia, che è stata governata da leggi laiche dal 1923 e che recentemente ha modernizzato le sue leggi per soddisfare i requisiti per entrare nellUnione Europea) insistono nel dire che queste leggi sono necessarie per preservare la virtù e la moralità islamiche. Delle nazioni in cui la maggioranza della popolazione è musulmana, solo il Libano sta compiendo uno sforzo interno per legalizzare l'omosessualità.
Maria de Falco Marotta

www.gazzettadisondrio.it – 20 VI 07 – n. 17/2007, anno IX°

http://www.gazzettadisondrio.it/10769-l_omosessualit_____opera_di_satana___1_.html

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