mercoledì 26 novembre 2008

RE DAVID

DAVID, RE D'ISRAELE

di Pier Luigi Ferrari


Dopo la tragica morte di Saul, emerge in tutto il suo spessore la grande figura di David, che fonda la dinastia del regno di Giuda e regna su tutto Israele.
Alle vicende di questo regno è dedicato il secondo libro di Samuele, che presenta David come un uomo dalla personalità indubbiamente eccezionale, fortunato conquistatore, astuto politico, sapiente organizzatore dello stato, equo amministratore della giustizia, uomo religioso e di sincera pietà. Al tempo stesso il testo biblico sottolinea senza imbarazzi le sue miserie morali, le tragedie familiari, gli intrighi di corte e le faide sanguinose che ne attraversano il regno e la successione, così che questa figura appare fortemente ridimensionata fino, forse, a creare qualche perplessità nel lettore abituato a pensare a David attraverso il filtro della idealizzazione fatta dalla tradizione ebraico-cristiana. Gli articoli di questo numero di «Parole di vita» ci aiutano ad addentrarci in questa drammatica vicenda.
David è tutt’altro che un re deciso e glorioso, e tuttavia sempre riconosce la propria debolezza e il bisogno della misericordia di Dio (Narrativa della successione di David: 2Sam 9-20 e 2Re 1-2). Nell’intricata vicenda della sua ascesa al trono, dove la politica s’intreccia alla fede, è messa in risalto la libertà di Dio che, con assoluta gratuità, sceglie il più piccolo(David tra politica e fede: 2Sam 1-8). In questo contesto la profezia di Natan, con la quale Dio promette una «casa» a David, rappresenta il «vangelo» che manterrà viva la speranza del popolo anche nei suoi momenti più critici (Promessa di Dio e preghiera di David: 2Sam 7). Ma subito dopo la grande promessa, giunge il drammatico «impiccio» con Betsabea e l’assassinio di Uria: il commento del narratore è chiaro e suona come la voce del giudizio di Dio sulla storia del re: «Ciò che David aveva fatto era male agli occhi del Signore» (Vizi privati e pubbliche virtù: 2Sam 9-12). Le disgrazie della sua famiglia, che vedono come protagonisti attivi e negativi gli stessi suoi figli (la violenza fatta da Amnon alla sorellastra Tamar e la rivolta di Assalonne) sono quasi la tragica conseguenza del grave peccato commesso da David (Pagherà quattro volte tanto: 2Sam 13-21). La teologia successiva, ebraica e cristiana, vedrà in David una figura ideale di re, proponendolo come modello della speranza messianica. In particolare, la tradizione cristiana lo avvolgerà di una interpretazione cristologica (David figura messianica nella Bibbia).
Le rubriche La narrativa biblica e I libri dei re nella storia completano questo tema monografico: la primavuole familiarizzarci con le strategie narrative usate dall’autore biblico; la seconda offre una lettura patristica della vicenda del re Saul e della negromante di Endor. La Scheda biblica propone un altro incontro con Gesù: la vicenda del cieco nato (Gv 9) mentre nella rubrica Attualità un vescovo (quello di Piacenza) presenta gli itinerari di una pastorale biblica nel programma diocesano. Infine la rubrica di Arte sceglie, nel panorama davvero vasto dell’interpretazione iconografica relativa al re David, una miniatura, contenuta nella lettera D, presenta il personaggio biblico in abiti regali, con la cetra e un leone, in un gesto carico della consapevolezza di aver ricevuto da Dio una missione da compiere a favore del popolo d’Israele.


http://www.paroledivita.it/upload/2001/articolo3_2.asp

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