sabato 21 febbraio 2009

Netanyahu nuovo premier di Israele

Netanyahu nuovo premier di Israele
"Iran e terrorismo le prime minacce"
Il nuovo leader chiama Livni e Barak
"Dovremo affrontare insieme le sfide"
Ma l'ex ministro degli Esteri dice no
GERUSALEMME
Il presidente israeliano, Shimon Peres, ha affidato al leader del Likud, Benjamin Netanyahu, l’incarico di formare il governo. La decisione è stata presa dopo che la leader di Kadima, Tzipi Livni, aveva ribadito a Peres che non entrerà in un governo guidato dall’ex premier. «Non sarò una pedina di un governo che è contro i nostri ideali», ha affermato il ministro degli Esteri, «le cose sono chiare, quello che sta nascendo è un governo senza visione, senza valori». «Abbiamo bisogno di un governo fondato sulla soluzione di due Stati», ha insistito la Livni alludendo al processo di pace con i palestinesi su cui Netanyahu.

Il leader del Likud, che ha accettato l’incarico, avrà a disposizione sei settimane per formare l’esecutivo che a questo punto si dovrebbe reggere su una maggioranza di destra anche se il premier ha espresso l’auspicio che si possa formare un esecutivo di unità nazionale con Kadima e i laburisti.

In caso di fallimento, è probabile che si vada a elezioni anticipate. Questa mattina Peres aveva ricevuto prima Netanyahu e poi la Livni per un ultimo tentativo di convincerli ad accordarsi per un governo di larghe intese. Nelle elezioni del 10 febbraio Kadima ha ottenuto il più alto numero di seggi alla Knesset, 28, uno in più del Likud, ma Netanyahu era il chiaro favorito per l’incarico di formare il governo, soprattutto dopo che ha incassato il sostegno del partito di estrema destra Yisrael Beiteinu.

Netanyahu, 59 anni, è già stato primo ministro dal 1996 al 1999. In campagna elettorale si è impegnato a rovesciare il regime di Hamas nella Striscia di Gaza e a fermare il lancio di razzi Qassam. Per quanto riguarad il processo di pace, giudica prematuro l’avvio di un negoziato sui punti più delicati come lo status di Gerusalemme, i confini e il ritorno dei profughi, ed è disposto solo a trattare per un miglioramente delle condizioni di vita dei palestinesi in Cisgiordania.
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200902articoli/41222girata.asp

Nessun commento: