sabato 21 febbraio 2009

Netanyahu premier apre alla Livni


21/2/2009 (8:25)
Netanyahu premier apre alla Livni
Il falco appoggiato dalla destra frena:
adesso prevalga l'interesse del Paese.
Si cerca un governo di unità nazionale
GERUSALEMME
Come previsto, alla fine l’incarico di formare il nuovo governo israeliano è stato affidato al leader del Likud Benjamin Netanyahu, il quale, pur uscito sconfitto di misura nelle elezioni del 10 febbraio scorso, può comunque contare su una chiara maggioranza alla Knesset di 65 seggi su 120, formata grazie al concorso dei partiti del blocco di destra. Già ieri, dopo che Avigdor Lieberman, leader del partito nazionalista Yisrael Beiteinu (terza forza alla Knesset con 15 seggi), aveva annunciato pubblicamente il suo appoggio all’ipotesi di un governo Netanyahu, appariva chiaro che al presidente Shimon Peres non restavano altre opzioni se non quella di affidare l’incarico al leader del Likud. E così è stato.

«È nell’interesse del Paese che si formi il governo il più rapidamente possibile», ha dichiarato oggi pomeriggio Peres in conferenza stampa a Gerusalemme. Quasi tutti sono d’accordo sulla necessità di «un’ampia coalizione», ha proseguito il presidente, «e io ho chiesto a Netanyahu che questo auspicio si rifletta nella formazione del governo». Il leader del Likud, che è stato già primo ministro dal 1996 al 1999, ha accettato l’incarico ricordando che il nuovo governo dovrà fare i conti prima di tutto con la minaccia iraniana: «L’Iran sta sviluppando armi nucleari e rappresenta la più grande minaccia per la nostra esistenza dai tempi della Guerra d’Indipendenza», ha detto.

Netanyahu ha quindi spiegato che è sua intenzione quella di coinvolgere nella coalizione le principali formazioni per dare vita a un governo di unità nazionale. Per questo ha già contattato Tzipi Livni, la leader di Kadima (il primo partito alla Knesset con 28 seggi, contro i 27 del Likud), ed Ehud Barak, leader del Partito laburista (quarta forza parlamentare con 13 seggi): «Li ho chiamati e ho chiesto loro di incontrarci per discutere di un governo di unità nell’interesse del Paese». Livni, che stamattina ha ribadito che Kadima preferisce stare all’opposizione piuttosto che entrare in un governo di destra guidato da Netanyahu, in serata ha però fatto sapere di essere disposta a incontrare il leader del Likud. I due dovrebbero vedersi domenica salvo imprevisti.

Secondo il quotidiano progressista Haaretz, se Tzipi Livni non dovesse entrare nel governo - come appare probabile - la vittoria per Netanyahu potrebbe rivelarsi alla fine amara. La leader di Kadima - scrive Haaretz - non entrerà in un governo che si regge su una maggiroanza di 65 parlamentari di destra e di estrema destra. La Livni potrebbe considerare un possibile ingresso in una coalizione formata solo dal Likud, da Yisrael Beiteinu e dal Giudaismo unito per la Torah (che dispone di quattro seggi). Ma Netanyahu non può rinunciare al sostegno degli ultraortodossi dello Shas (undici seggi) e del partito Habayit Hayehudi, e per questo Tzipi Livni, che ha speso gran parte della sua vita politica al governo, appare ora più determinata che mai a dare battaglia al prossimo esecutivo dai banchi dell’opposizione.

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200902articoli/41237girata.asp

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