mercoledì 4 febbraio 2009

UN ATTENTATO AL SANTO SEPOLCRO-DALLA REDAZIONE CATTOLICA DI TERRASANTALIBERA

Netanyahu "prevede" attentato
al Santo Sepolcro

redazionale di TerraSantaLibera.org

a cura di Rossella De Fero e del Canonico Francesco Peggi





Ma potete star certi che si tratta di una bufala, la solita trovata propagandistica israeliana per guadagnare consensi. Mai come ora infatti, dopo la strage di Gaza, che pare non finire, anzi sembra aggravarsi, i progetti di destabilizzazione del Medio Oriente, da parte dell'intelligence sionista, hanno bisogno del supporto di quel che resta di una civiltà cristiana scristianizzata, ma che rappresenta ancora pur sempre la massa dell'opinione pubblica occidentale e il grosso della forza militare appartenente alle varie Nazioni atlantiche, che potrebbero essere impiegati in funzione organica alle strategie militari di Tel Aviv.

Il basso consenso popolare e simpatia registrati ultimamente dai "grandi fratelli", a causa dei loro comportamenti sempre più invadenti e aggressivi nei confronti della cattolicità (canonizzazioni, scomuniche, liturgia, preghiere, devono mettere il naso...in tutto), con una "giornata della memoria" affetta dalla grave amnesia del recente olocausto palestinese, necessita di essere corroborato da una massiccia iniezione di terrore e disgusto che giochi a loro vantaggio, ed alla quale tutto l'apparato mediatico, politico, militare, è già pronto per dare le risposte più convenienti a Sion, mentre il profeta di sventura della "destra ebraica", Bibi, è già lì col ditino a indicare i colpevoli. Gli eroici giornalisti che oramai ben conosciamo, attendono con ansia le veline.

Peccato che tutto ciò non regga e ci sia invece da sospettare ben altra partecipazione in simili atti delinquenziali, sempre sperando che non debbano mai essere messi in pratica. Ma intanto ci stanno provando, stanno tastando il terreno per prevedere le reazioni e quale risposta dar loro, oltre che preparare gli animi agli infausti eventi.

Chi ha in mano le redini dell'informazione sa bene che qualsiasi menzogna, se detta e ridetta, ripetuta sino alla nausea, contro ogni evidenza e logica, anche se poi risulta non essere vera, resta canonizzata quale "verità" ufficiale, sulla quale si produrranno infinità di testate giornalistiche con titoloni ad effetto. È stato sempre così per tutte le grandi menzogne storiche, sulle quali hanno costruito imperi e ricchezze enormi. È il prezzo di chi ha venduto l'anima al demone del potere globale.

Intanto cominciamo col dire che crediamo con sempre maggiore convinzione che questa fantomatica cellula impazzita islamica, che risponde al nome di Al Qaeda, come molti analisti ed esperti geopolitici italiani ed internazionali, bollati per essere screditati dalla vulgata giornalistica "accreditata" quali "complottisti", hanno già sostenuto, non sia altro che una sezione, sotto copertura, di settori deviati dell'intelligence occidentale, che attraverso tale marchio mettono a segno operazioni utili a giustificare successive contromosse. In realtà tutto è preordinato da una stessa mente centrale, anche se in campo vengono adoperate poi diverse sigle e manovalanza anche locale, tra la molteplicità di casi di disperazione e follia indotta in cui pescare a mani piene.

Tutte le operazioni di tale fantomatica organizzazione sono infatti sempre state utili, non alle popolazioni delle Nazioni di tradizione islamica, che tale sigla si propone, a parole, di rappresentare, ma alla politica e all'industria, bellica e multinazionale, che ha saccheggiato e ridotto in macerie, tra embarghi e bombardamenti, aree di vastità enorme, massacrando e contaminando milioni di persone. Frantumate e lottizzate, ora quelle stesse aree stanno per essere spartite secondo vecchi schemi, di cui quello sionista sull'Iraq è ben noto a molti.


La sparata di Netanyahu, anche se potrà incantare o spaventare i più sprovveduti, dobbiamo capire che non tornerebbe certo a vantaggio dei palestinesi e delle organizzazioini che li rappresentano, di Gaza o Cisgiordania, che in questo momento sono impegnati a cercare di prestare soccorso alle centinaia di migliaia di persone colpite dalla furia omicida sionista, con una realtà di emergenza immediata da gestire per sgombrare le macerie e ricostruire tutte le infrastrutture demolite dalle forze armate israeliane, per dare una risposta di speranza all'economia e all'agricoltura che sono in ginocchio, prese di mira senza pietà.

Proprio nel momento in cui moltissime autorità internazionali hanno preso posizione per chiedere fermamente a Israele di fermare i suoi attacchi contro la popolazione palestinese e di sedere ad un tavolo per trattare una tregua e possibili piattaforme di convivenza pacifica, ipotizzando anche di coinvolgere (bontà loro) Hamas nei colloqui, come dichiarato da vari esponenti ONU e dallo stesso Tony Blair, a chi gioverebbe un attentato, e per di più contro obiettivi sensibili cari alla cristianità?

Non ai palestinesi, che abbiamo visto con i nostri occhi, sia in Cisgiordania che a Gaza, patire lo stesso dramma comune, cristiani e musulmani. Padre Musallam, parroco di Gaza, l'ha detto più volte, se non credete a noi potete credere a lui (vai al link).

Se abbiamo capito che ai palestinesi, seppure islamici, non converrebe tale sconsiderata azione, possiamo anche capire che una eventuale ed ipotetica, quanto fantomatica, organizzazione islamica straniera non trarrebbe alcun vantaggio da un simile atto, che creerebbe solo una gigantesca ondata di islamofobia nell'intero occidente. L'ultima volta che il Santo Sepolcro fu toccato e occupato si scatenarono 8 Crociate. Ed è forse proprio su tale reazione che vorrebbero puntare i nuovi falsi crociati Usa-Israeliani, giudeo-cristianisti.

Ma il tempo delle crociate è passato ed è lontano, ed il Santo Sepolcro vive in una situazione di Status Quo nella quale i contendenti non sono cristiani e musulmani, ma cristiani e cristiani. Non è raro infatti che si accendano furiose risse tra le diverse componenti dell'ortodossia bizantina. I musulmani, per tradizione e patto antico, mantengono il possesso delle chiavi del vecchio portale, ed è singolare la cerimonia che ogni mattina ed ogni sera viene celebrata per aprire e chiudere il luogo Sacro, tra il responsabile della famiglia che per tradizione conserva le chiavi e i religiosi che vivono all'interno della cattedrale.

Che motivo avrebbero poi per colpire un luogo che è santo anche per gli stessi musulmani? Chi scrive ha più volte assistito alla visita devota di tale luogo da parte di interi nuclei familiari musulmani che, nonostante la tradizione islamica si esprima diversamente da quella cattolica riguardo alla sepoltura del Cristo, dimostrarono sempre un sacrosanto rispetto per quelle pietre e per i pellegrini che le visitavano (la foto in alto, sotto il titolo, è una delle tante da me scattate che riprende musulmani, in questo caso indonesiani, in visita al Santo Sepolcro).

Dopo aver visto che, strategicamente e umanamente parlando, per i palestinesi musulmani e per i musulmani in generale, il Santo Sepolcro (come qualsiasi edificio sacro delle confessioni monoteistiche dell'area) non è un obiettivo conveniente, in tutti i sensi, possiamo tranquillamente chiederci a chi invece tale edificio può risultare particolarmente odioso, al punto di volerne la distruzione, soddisfacendo contemporaneamente un desiderio atavico di rivalsa-vendetta nei confronti dell'odiato eretico di Galilea nato a Betlemme, e seguaci, ma traendone anche e soprattutto un vantaggio politico-militare, per scatenare un'offensiva al cui confronto quella di Gaza è stata solo una festa di paese con fuochi d'artificio?

Aggiungo solo due altri particolari utili alla riflessione:



1- Lo scavo del sottosuolo di Gerusalemme, per motivi ufficialmente "archeologici", è tutto in mani israeliane e di società ultrasioniste. I controversi scavi, come nella parte iniziale concessa ai "turisti" ho potuto verificare io stessa, non interessano solo la parte sottostante la Spianata delle Moschee, Al Aqsa e Omar in testa, ma si estende sin nel cuore dei quartieri cristiani e musulmani. Mi testimoniò un giorno un frate di aver visto sbucare da sottoterra, vicino al Biblicum (via Dolorosa), anni prima un "operaio" israeliano. Dove possano essere arrivati oggi tali scavi non è possibile sapere con certezza, ma si può ipotizzare che siano andati ormai ben oltre e abbiano raggiunto ogni punto nevralgico della Città Vecchia. Quello è l'unico canale per poter raggiungere e minare il Santo Sepolcro in maniera consistente per provocarne l'implosione. Altre vie d'accesso, per chi conosca bene la topografia gerosolimitana, non ce ne sono, eccezion fatta per le due porticine che sbarrano l'ingresso al piazzale antistante il Santo Sepolcro, e che vengono entrambe sbarrate e vigilate dalla sera alle 19,30 sino alle 4,30 del mattino dopo. Duante la giornata guardie israeliane stazionano perennemente, armate, fuori e dentro l'edificio sacro. Trasportare quintali di esplosivo inosservati, tra guardie, frati, monaci ortodossi di ben tre fazioni, volontari, con pellegrini e turisti che scattano migliaia e miglaia di foto e video, è assolutamente impensabile. Ed un kamikaze ha ben altri obiettivi, politici, militari, religiosi, sionisti o ebraici, più importanti e strategici da colpire. Ammesso anche che un drogato condizionato possa compiere un tale gesto, non potrebbe poi questo essere imputato alla popolazione palestinese o ai suoi rappresentanti ufficiali, che da tale gesto non avrebbero nulla da guadagnare.



2- E qui facciamo prima. Agenzie internazionali ci riferiscono (Michael Chossudovsky su GlobalResearch dell'11/1/2009, l'agenzia Reuters del 10/1/2009, Maurizio Blondet su Effedieffe.com del 1/2/2009) che una commessa d'armi e munizioni spropositata, 3000 tonnellate, 325 container, era in viaggio dagli States per Israele ai primi di gennaio, e faceva seguito ad un'altra straordinaria consegna di 2600 tonnellate eseguita a dicembre.

Un po' troppe armi ed esplosivi per far fronte ad un nemico invisibile come Al Qaeda, dentro le mura di Gerusalemme, ma sufficienti a sterminare un'area compresa tra il Nilo e l'Eufrate: anche senza usare, per ora alcune delle centinaia di testate atomiche, che Israele possiede e delle quali almeno la metà, per ammissione di ingegneri israeliani stessi, è puntata contro l'Europa cristiana, nel caso che, scoperto il gioco, i politici governanti marionette, che al momento Tel Aviv manovra a piacimento, facessero i voltagabbana, costretti da una forte opposizione popolare interna che ne scuotesse le poltrone.



Per concludere, quando Bibi dice Al Qaeda, si deve scrivere Cia e pronunciare Mossad.






Per TerraSantaLibera.org a cura di Rossella De Fero e del Canonico Francesco Peggi



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