lunedì 5 gennaio 2009

GAZA: MOLTE VITTIME CIVILI CON 87 BAMBINI


Fra le vittime civili 87 bambini
Secondo giorno dell'offensiva di terra di Israele. Combattimenti con i miliziani di Hamas
Cinque palestinesi di una stessa famiglia, fra cui una 14enne, uccisi da una cannonata
Gaza, 512 vittime in nove giorni
L'esercito avanza nella Striscia
Popolazione allo stremo. Niente elettricità e telefoni. Mancano carburante e cibo
Il parroco: "Qui i bambini impazziscono dalla paura, muoiono di infarto"



GAZA - Cinquecentododici. E' il numero dei palestinesi rimasti uccisi dall'inizio dell'operazione israeliana 'Piombo fuso' contro la Striscia di Gaza, scattata sabato 27 dicembre. Tra le vittime si contano 87 bambini. Il bilancio è stato fornito dal capo dei servizi di pronto soccorso locali, Muawiya Hassanein, confermando una stima dell'agenzia palestinese Maan. E mentre la diplomazia internazionale cerca una via d'uscita, la situazione umanitaria nella Striscia si fa sempre più grave. Il parroco di Gaza: "I bambini muoiono d'infarto per lo spavento". Continua il lancio di missili da Gaza: oggi ne sono stati sparati almeno 32, e hanno causato il ferimento di due persone nella regione di Eshkol, e di una donna a Sderot.

Le vittime. Inizialmente Hassanein aveva riferito di "almeno 500 morti", dopo che l'ultimo bilancio ufficiale, prima dell'inizio dell'offensiva di terra, aveva fissato a 460 il numero dei palestinesi uccisi. Nella sola giornata odierna sono 63, tra i quali almeno 22 civili, i palestinesi morti negli attacchi, tra cui quello che ha provocato, secondo fonti mediche, cinque morti e 40 feriti in una zona commerciale di Gaza City, dove questa mattina sono piovute le cannonate israeliane. Il medico ha aggiunto che "il bilancio dei morti potrebbe essere più pesante perché ci sono un certo numero di morti e di feriti nelle strade che non abbiamo potuto portar via".



Sterminata una famiglia. Tra i palestinesi deceduti oggi ce ne sono cinque di una stessa famiglia, tra cui una ragazzina di 14 anni, tutti uccisi da un colpo di cannone sparato da un blindato contro la loro auto nei pressi della città di Gaza. Un altro civile morto era l'infermiere di un'ambulanza inviata in soccorso dei passeggeri di un'auto colpita da una cannonata. Un raid aereo all'esterno di una moschea nel nord della Striscia, a Beit Lahiya, ha causato la morte di altri 5 civili. Diverse vittime fra i civili anche a Beit Hanun e Jabaliya. Decine di famiglie palestinesi in fuga dai settori di combattimento verso zone più sicure in auto o a bordo di camion.

Il fronte israeliano. Sull'altro versante si registra la morte di un soldato israeliano, confermata dall'esercito, in seguito all'esplosione di un proiettile di mortaio nel settore di Beit Lahiya e il ferimento di altri 30 soldati di Gerusalemme nell'offensiva terrestre.

Cellulari sequestrati. Per evitare fughe di notizie, sei
ore prima dell'inizio delle operazioni, i comandanti militari avevano confiscato tutti i telefoni cellulari delle migliaia di soldati schierati lungo la linea di confine. La censura militare aveva anche vietato ai media israeliani di diffondere qualsiasi notizia sull'attacco fino a due ore dopo l'avvio dell'offensiva.

Colpiti leader Hamas. Sul fronte di Hamas, Muhhad Shalfuk, ritenuto uno dei capi delle forze speciali del movimento integralista palestinese, sarebbe rimasto ucciso - secondo un sito israeliano - in uno scontro a fuoco con militari dello Stato ebraico. Mentre uno dei raid israeliani a Khan Younes ha colpito uno dei capi militari di Hamas, Jihad Hamdan, che, secondo fonti mediche, è rimasto gravemente ferito.

Vittime fuori dalla Striscia. Vittime anche al di fuori del territorio della Striscia: un palestinese è stato ucciso a Kalkilya (Cisgiordania) dal fuoco di militari israeliani durante disordini di piazza legati ai combattimenti in corso a Gaza.

Proclami di Hamas. "Non ci sono più combattimenti ravvicinati", ha spiegato un alto responsabile militare israeliano. L'opposizione si manifesta essenzialmente sotto forma di colpi di mortaio". Un alto responsabile di Hamas, Moushir Al-Masri, ha affermato che "il nemico" non è "riuscito a colpire i suoi obiettivi e che la resistenza, con i pochi mezzi di cui dispone, l'ha sorpreso. Al momento giusto, il nemico annuncerà il suo fallimento e la resistenza proclamerà la vittoria".

Diplomazia in stallo. Hamas ha definito una "farsa" l'incapacità del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite di trovare un accordo, dopo quattro ore di discussione, e a causa dell'opposizione degli Usa, su un testo che chieda la fine delle ostilità. Un alto responsabile del ministero israeliano degli Esteri ha affermato che la diplomazia israeliana è riuscita per adesso a disinnescare le pressioni su Israele in vista di un cessate il fuoco per lasciare il tempo allo Stato ebraico di realizzare gli obiettivi che si è prefissato.

Emergenza umanitaria. L'offensiva israeliana ha aggravato l'emergenza umanitaria già precaria nella striscia di Gaza, dove vive un milione e mezzo di abitanti. L'elettricità è stata interrotta nella maggior parte delle località e la penuria di carburante si fa sempre più grave. A Gaza City, sorvolata da aerei militari israeliani, chiusi i negozi e gli edifici pubblici. Strade vuote, a eccezione delle file davanti alle panetterie in previsione di un assedio prolungato.

Senza telefoni. La Compagnia telefonica palestinese ha comunicato che nella Striscia il 90% della rete di telefonia mobile è fuori servizio come numerose linee terrestri, a causa delle frequenti interruzioni dell'elettricità e dell'impossibilità dei tecnici di raggiungere le sedi di lavoro. La compagnia telefonica ha anche comunicato che tre tecnici sono stati uccisi e molti altri feriti nei combattimenti.

La popolazione. "Tremiamo come i nostri figli - racconta Yehia Anis Hussein, del quartiere di Zeitoun - prima di quest'offensiva era l'embargo che ci uccideva. Questa situazione è insopportabile". Il Pam (Programma alimentare mondiale) ha denunciato una situazione alimentare "spaventosa".

Bimbi morti di paura. "In questi giorni due bambini sono morti di paura - racconta il parroco di Gaza, monsignor Manawel Musallam - uno dopo aver visto bombardare una casa, aveva 12 anni, l'altra ne aveva 16, era in casa, ha sentito arerei sganciare missili. Sono morti di spavento. La situazione per loro qui è infernale".

(4 gennaio 2009)

http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/esteri/medio-oriente-45/punto-4-gennaio/punto-4-gennaio.html

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