sabato 10 gennaio 2009

HAMAS: " NESSUNA TREGUA SE ISRAELE ON CESSERA' L'OFFENSIVA"


Hamas dichiara: "Nessuna tregua
se Israele non cesserà l'offensiva"
Il leader politico di Hamas dichiara che potrà esserci una tregua solo se Israele cesserà l'offensiva. Violata anche la tregua umanitaria. Prosegue l'attività diplomatica nel tentativo di arrivare ad un cessate il fuoco.
Il leader politico di Hamas Khaled Meshaal ha ribadito che il suo movimento non accetterà mai una tregua se Israele non porrà fine alla propria offensiva e non riaprirà i valichi con Gaza. Meshaal ha parlato in televisione da Damasco, la capitale della Siria, dove vive in esilio da anni. "Che prima Israele si ritiri, che l'aggressione abbia fine, che i valichi vengano riaperti e poi potremo affrontare il problema con calma", ha affermato.

LA TREGUA VIOLATA. Le tre ore di tregua umanitaria, che sabato erano state confermate da Israele per consentire alla popolazione palestinese di rifornirsi di viveri e altri generi di prima necessità, sono state interrotte da ripetuti tiri delle artiglierie israeliane mentre velivoli con la stella di David lanciavano su Gaza volantini in cui si diceva che le forze armate "stanno per entrare in una nuova fase nella lotta al terrorismo". Lasciando quindi presagire ai palestinesi una temuta "terza fase" dell'operazione "Piombo fuso" giunta oggi al 15esimo giorno.

LA DIPLOMAZIA. Prosegue frattanto l'attività diplomatica nel tentativo di arrivare ad un cessate il fuoco. Al Cairo continuano i colloqui tesi a trovare una via di uscita. Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) ha incontrato il presidente egiziano Hosni Mubarak ed ha ribadito la sua richiesta per un cessate il fuoco immediato. Nella capitale egiziana sono giunte anche due delegazioni di Hamas mentre domenica arriverà, per la seconda volta in una settimana, il generale Amos Ghilad, un dirigente del ministero della difesa israeliano.

OFFENSIVA E CONTROFFENSIVA. Sul terreno, sabato pomeriggio si sono verificati intensi scambi a fuoco tra israeliani e palestinesi e durante la tregua tra le 13:00 e le 16:00 (ora locale) si sono uditi numerosi colpi d'artiglieria israeliana. "Hanno sparato come pazzi", hanno detto testimoni all'Ansa.

EMERGENZA UMANITARIA. Dal canto suo, il portavoce dell'Unrwa a Gaza, Adnan Abu Hasna, ha affermato che la situazione umanitaria è vicina al crollo "perché la gente che fugge dalle proprie case è in continuo aumento. Da una nostra ultima stima, sono oltre 27.500 i profughi che si sono rifugiati nelle nostre scuole e nei nostri edifici. Ma hanno bisogno di tutto: cibo, vestiti, coperte ma soprattutto acqua". "In questo momento nella Striscia di Gaza ci sono un milione di persone senza corrente elettrica e almeno 750 mila senza acqua - ha aggiunto il portavoce - A noi è rimasto materiale umanitario solo per pochi giorni".

UCCISI DUE CAPI MILITARI DI HAMAS. Durante la giornata di sabato l'esercito israeliano ha inferto due duri colpi ai militanti integralisti uccidendo due loro capi. Il primo a cadere sotto il fuoco israeliano è stato Shams Omar, uno dei capi militari delle Brigate al-Quds, rimasto ucciso quando l'abitazione in cui si trovava è stata colpita da un bombardamento compiuto sul campo profughi di Ash-Shati, sulla costa settentrionale della Striscia di Gaza. Il secondo a morire è stato Emir Mansi, un responsabile militare di Hamas che, secondo la radio militare, era il coordinatore dei lanci verso Israele di razzi di tipo Grad da 122 mm. Mansi è stato identificato dalle forze di terra e subito colpito da un razzo sparato da un velivolo mentre era impegnato a manovrare un mortaio.

LE VITTIME PALESTINESI. La radio ha detto inoltre che nell'ultima settimana - da quando è iniziata a Gaza l'operazione terrestre israeliana - sono stati uccisi circa trecento miliziani di Hamas. Anche i civili palestinesi continuano a morire. Otto membri della stessa famiglia sono deceduti sabato dopo che un proiettile esploso da un carro armato israeliano è caduto in una strada del campo profughi di Jabaliya, nel nord della Striscia. Lo hanno riferito fonti mediche palestinesi, ma le autorità militari israeliane hanno smentito qualunque coinvolgimento dell'esercito in questo episodio. Sempre secondo fonti mediche, un missile israeliano è caduto all'interno di una struttura ospedaliera nel centro di Gaza City provocando il ferimento di una persona. Sempre a Gaza City, è rimasto ucciso un miliziano di Hamas mentre un membro della Jihad islamica è morto in uno scambio di colpi nel campo profughi di Beach Camp, nella parte Nord della Striscia. Sinora, stando ai servizi di emergenza di Gaza, i palestinesi uccisi sono ormai più di 800 e quelli feriti più di 3.350.

I RAID ISRAELIANI. Nella nottata fta venerdì e sabato, i caccia israeliani avevano colpito 40 obiettivi tra cui 10 postazioni per il lancio di razzi, 14 magazzini di armi e munizioni e cinque tunnel utilizzati per il contrabbando di armi dall'Egitto. Tra la scorsa notte e la giornata di oggi sono comunque proseguiti anche i lanci di razzi palestinesi in direzione del territorio israeliano, in particolare sul Neghev e sulla città di Ashqelon, che hanno provocato 20 feriti leggeri in quest'ultima località. Sirene di allarme sono risuonate in giornata anche nella città di Ashdod (35 km a sud di Tel Aviv) dove, secondo fonti locali, due razzi esplosi da Gaza sono poi caduti in zone disabitate senza fare vittime. Sempre sabato razzi palestinesi sono caduti anche a Yavne e Sderot.

Fumi di attacchi nella Striscia di Gaza (foto: AP)

http://unionesarda.ilsole24ore.com/Articoli/Articolo/100834

Nessun commento: