giovedì 8 gennaio 2009

Lettera aperta alle coscienze del mondo, da parte di un palestinese di Nablus

08/01/2009
Le prossime generazioni di oppressi




Lettera aperta alle coscienze del mondo, da parte di un palestinese di Nablus
Di Raed Debie

Sono le 17 in Palestina e Gaza è l'undicesimo giorno di pesanti, continui bombardamenti. Le notizie dalla striscia mostrano che il numero dei morti è di 640 - dei quali 210 bambini e più di 100 donne- mentre il numero dei feriti sfiora i 3000, la maggior parte donne, bambini e anziani.

Il principale visitatore a Gaza è la morte, e le foto che arrivano dalla striscia ci ricordano le immagini di Londra durante la seconda guerra mondiale. La striscia di Gaza vive in una profonda oscurità, tanto quanto la coscienza del mondo intero sembra immersa in un coma profondo: non mi sono sorpreso rispetto alla posizione Usa in favore dei crimini israeliani, contro le nostre donne e i nostri bambini nella Striscia di Gaza. Le armi che uccidono i nostri bambini sono di fabbricazione americana, come lo sono i tank che radono al suolo le nostre città. Tutte armi costruite grazie agli aiuti americani a Israele. E gli Usa sono anche il più grande avvocato della causa d'Israele all'interno del consigliodi sicurezza dell'Onu. Stati Uniti e Israele condividono inoltre lo stesso amore per il controllo e gli spargimenti di sangue attraverso l'occupazione di altre nazioni. Gli Usa occupano Iraq e l'Afghanistan, come Israele occupa la Palestina, le fattorie di Sheeba nel sud del Libano e le alture del Golan in Siria. Di conseguenza, le dichiarazioni americane che giustificano il massacro di Gaza come un atto di autodifesa di Israele non sorprendono affatto i Palestinesi.

Quello che ci colpisce sono le parole dell'Unione Europea, del rappresentante di turno della Repubblica Ceca, secondo cui Israele ha il diritto all'autodifesa. Penso che questa posizione negativa e inumana rimarrà una macchia sulla politica internazionale europea e avrà un effetto negativo sulla credibilità dell'Ue come partner nel Quartetto e come promotore del processo di pace. Inoltre, rimarrà nella nostra mente l'immagine di un'Europa in un'era di ignoranza, sottosviluppo, oppressione e dominio. Affermo questo perchè mi sarei aspettato che l'Europa, che ha vissuto un passato di sanguinosi conflitti, si schierasse dalla parte di coloro che lottano per la libertà, dignità e indipendenza, come il popolo palestinese sotto occupazione israeliana da più di 60 anni. Credo che sia un diritto dei residenti israeliani del sud di Israele vivere in pace e senza la minaccia continua dei razzi che minacciano quotidianamente la loro vita. Ma credo anche che l'uccisione di donne e bambini nella Striscia di Gaza non fermerà il lancio di quei razzi. Ogni volta ci occupiamo della superficie e dimentichiamo la sostanza della questione. Anche nel caso dell'aggressione alla Striscia di Gaza, la comunità internazionale si sofferma sulla superficie, ignorando l'essenza della questione. E l'essenza è che c'è un popolo che vive sotto occupazione da più di mezzo secolo, che merita di vivere in pace e sicurezza come il resto delle persone nel mondo. Ha il diritto di svilupparsi e sognare un futuro sicuro per le prossime generazioni. L'essenza, ancora, è che le violenze dell'occupazione sono le maggiori istigatrici di violenza, perchè l'occupazione è la peggiore tra le forme di terrorismo. Di conseguenza, ogni giudizio sull'aggressione alla Striscia di Gaza che non tiene conto dell'occupazione è scorretto, e la fine dell'occupazione israeliana e la costituzione di uno stato palestinese indipendente che viva pacificamente accanto a Israele rappresenta l'unica soluzione al conflitto.

Il massacro nella striscia di Gaza non ha fermato il lancio di razzi verso Israele, anzi, i razzi palestinesi, durante l'aggressione, hanno raggiunto località più lontane. La domanda che vorrei porre alla coscienza del "mondo libero" è: cosa direte di fronte al sangue e alle lacrime delle donne e dei bambini nella Striscia? Cosa vi aspettate da bambini che crescono sotto i missili e i bombardamenti israeliani? Cosa vi aspettate da bambini come Dalal Abu Aishy, a cui un razzo israeliano ha rubato tutta la famiglia? Cosa farebbero gli europei se la loro terra fosse sotto occupazione, aspetterebbero o resisterebbero? Quando gli Israeliani occuparono il sud del Libano, nel 1982, e assediarono Beirut, tutta la società palestinese supportava Fatah. Oggi, nel 2009, la scena è la stessa, ma le vittime e il luogo sono cambiati. Qualsiasi sondaggio renderà manifesto l'odio verso Israele nel mondo arabo, e mostrerà anche la dimensione del consenso verso Hamas. Questa è la più grande minaccia che Israele si trova a fronteggiare: l'estremismo delle prossime generazioni di oppressi. C'è un proverbio arabo che dice "se semini sangue non cresceranno rose". Penso che Israele capisca molto bene questo proverbio perchè "seminare" missili non porterà sicurezza e la "coltivazione" di barriere non produrrà pace. La comunità internazionale dovrebbe tornare a guardare alla sostanza e comprendere la storia dei bambini della Palestina, quando in futuro diventeranno adulti e praticheranno il loro diritto di resistenza all'occupazione della loro terra. I palestinesi vinceranno e questa aggressione non garantirà la sicurezza di Israele: solo una giusta pace e un ritorno ai diritti umani porteranno sicurezza e stabilità.

http://it.peacereporter.net/articolo/13545/Le+prossime+generazioni+di+oppressi

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