giovedì 8 gennaio 2009

HAMAS MISSILI DAL LIBANO

Hamas, missili dal Libano
Nuovo appello del Papa
Almeno tre razzi sono stati esplosi stamani verso le 07.00 locali (le 06.00 in Italia) dal Libano meridionale verso Israele e sono caduti presso la località di Nahariyha ferendo leggermente due israeliani. Nuovo appello del Papa: "La violenza da ogni parte non è una soluzione"
L'artiglieria israeliana ha prontamente risposto al fuoco sparando - "con precisione", come ha riferito un portavoce militare - verso il punto di origine dei razzi (identificato presso Tayr Harfa, a circa sette chilometri da Naqura) mentre le autorità dello Stato ebraico hanno ordinato l'apertura dei rifugi e la chiusura delle scuole nei centri della Galilea occidentale in prossimità del confine con il Libano.

OSTILITA'. Il 16/mo giorno dell'operazione militare israeliana 'Piombo Fuso'' e il sesto dell'offensiva di terra contro la Striscia di Gaza si è così aperto con uno scambio di fuoco alla frontiera libano-israeliana, ma le autorità dello Stato ebraico non sembrano preoccupate più di tanto. In Israele, infatti, si ritiene che a sparare i razzi sia stato un gruppo palestinese con il consenso, però, degli Hezbollah. Stamani, sia Hezbollah sia Hamas in Libano hanno negato ogni coinvolgimento con il lancio di razzi mentre Anwar Raja, portavoce del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina-Comando Generale, ha detto alla Tv araba al Jazira che il suo gruppo, che ha il quartier generale in Siria, "non conferma nè smentisce" un suo eventuale ruolo.

ONU. Da parte sua, l'Unifil (la forza dell'Onu dispiegata nel Sud del Libano) - come ha riferito all'ANSA il portavoce Andrea Tenenti - ha intensificato i pattugliamenti nella sua area di operazioni in cooperazione con l'esercito libanese per prevenire ulteriori incidenti. In mattinata si sono udite altre esplosioni in Alta Galilea, suscitando il timore di un nuovo lancio di razzi dal Sud Libano, ma erano state causate da caccia israeliani che avevano superato il muro del suono.

OFFENSIVA. La scorsa notte, intanto, l'esercito israeliano (Tsahal) ha intensificato l'offensiva contro la Striscia di Gaza inviando decine di carri armati nel Sud del territorio palestinese e l'aviazione ha compiuto raid contro la città di Rafah, vicino al confine con l'Egitto. Decine di carri armati, appoggiati da elicotteri, sono entrati verso l'una di notte nel Sud della Striscia dal transito di Kisufim e si sono diretti verso Khan Yunes, principale città del Sud della Striscia e una delle roccaforti di Hamas. Qui un bombardamento aereo ha distrutto l'abitazione di Mohammed al-Senwar, un leader di Hamas ritenuto coinvolto del rapimento del soldato israeliano Gilat Shalit nel 2006, ma non ha fatto vittime. Nello stesso tempo caccia israeliani hanno bombardato in due riprese Rafah, colpendo una casa e un presunto tunnel per il contrabbando di armi. I miliziani di Hamas, da parte loro, hanno risposto all'intensificazione dell'offensiva di terra lanciando in mattinata una dozzina di razzi verso le città di Ashqelon e Ashdod e nelle aree limitrofe, ma non ci sono state vittime.

TREGUA. Anche oggi, come annunciato a Gerusalemme, le forze armate israeliane sospenderanno le ostilità nella striscia di Gaza, dalle 13:00 alle 16:00 locali per consentire l'afflusso di aiuti umanitari alla popolazione palestinese. In Cisgiordania, invece, sempre stamani un palestinese che aveva cercato di appiccare il fuoco a una stazione di benzina nell'insediamento urbano di Maalè Adumim, a Est di Gerusalemme, è stato ucciso da militari. Il principio di incendio è stato domato e un inserviente della stazione è stato ricoverato in ospedale per ustioni. Nel centro-sud della Striscia un ufficiale israeliano è stato ucciso e un soldato è stato ferito in modo lieve nello scoppio di un razzo anticarro durante scontri a fuoco con miliziani palestinesi. Prosegue intanto anche l'attività diplomatica nella regione e stamani è arrivata al Cairo la delegazione del governo israeliano invitata dal presidente egiziano, Hosni Mubarak, per negoziare con l'Egitto e con i palestinesi un eventuale cessate il fuoco.

IL PAPA. L'"opzione militare non è una soluzione" e "la violenza, da qualunque parte essa provenga e qualsiasi forma assuma, va condannata fermamente". Lo ha detto il Papa riguardo alla Terra santa, nel discorso al corpo diplomatico. Ha ribadito la richiesta di una "tregua nella striscia di Gaza sia rimessa in vigore" e ha chiesto "l'impegno determinante della comunità internazionale" e che "siano rilanciati i negoziati di pace, rinunciando all'odio, alle provocazioni e all'uso delle armi".


http://unionesarda.ilsole24ore.com/Articoli/Articolo/100388

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