venerdì 23 gennaio 2009

LA STRAGE DI GAZA-ANNO ZERO

Reportage da Gaza - tratto da Anno Zero "La guerra dei bambini"
http://www.youtube.com/watch?v=1MsqS7p7vk0



POLEMICHE CONTRO SANTORO

Annozero, polemica Santoro-Rai
Il cda su Gaza: "E' stato fazioso"
Un giudizio contenuto in un semplice ordine del giorno votato all'unanimità. Immediata e durissima la reazione di Michele Santoro che si sente delegittimato e dice di andare avanti solo per senso di responsabilità. Intanto la Commissione di garanzia per le comunicazioni chiede multe salate per Santoro e Fazio
Una sanzione da 50 mila euro per Michele Santoro e di 10 mila euro per Fabio Fazio. E' quanto avrebbe chiesto la Commissione di garanzia per le comunicazioni in una delibera approvata oggi. Secondo quanto si apprende l'Agcom, che avrebbe diffidato la Rai, si riferirebbe nella delibera alle puntate di AnnoZero in cui è stato chiamato in causa il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e a quella di 'Che tempo che fà in cui Marco Travaglio avrebbe dileggiato il presidente del Senato, Renato Schifani.

SCONTRO E' scontro tra Michele Santoro e il Cda della Rai con un duro botta e risposta finale tra il giornalista e il presidente Claudio Petruccioli. Il consiglio di amministrazione definisce faziosa e intollerante la puntata di Annozero del 15 gennaio (La guerra dei bambini), dedicata a Gaza, giudicandola sbilanciata in favore dei palestinesi. Un giudizio contenuto in un semplice ordine del giorno votato all'unanimità. Immediata e durissima la reazione di Michele Santoro che si sente delegittimato e dice di andare avanti solo per senso di responsabilità. "Il Presidente Petruccioli e il Consiglio di amministrazione della Rai - sostiene - mi attaccano pubblicamente senza motivare i loro pesanti giudizi e senza muovermi precisi addebiti sui contenuti della trasmissione". "E' come se - prosegue il giornalista - avessero caricato un'arma per lasciarla in eredità ai loro successori, senza avere il coraggio di tirare il grilletto". Petruccioli risponde con una lettera e rassicura Santoro che nessuno premerà il grilletto. Quello sparo - dice - "a me non arriverà mai; non per viltà come tu accusi, ma per come sono. E non credo ci sia nessuno disposto a tirare quel grilletto". Al presidente che si dice "orgoglioso di aver fatto parte di un Cda che, nei suoi primi mesi di vita, nell'autunno del 2006, ha deciso il tuo rientro in azienda e il reinserimento nei palinsesti della tua storica trasmissione", il giornalista risponde: "dovresti sapere che non hai mai deciso il mio rientro in Azienda. Prima di tutto perché non ho mai smesso di farne parte". E conclude duramente nella controreplica: "riguardo ai miei errori andrebbero indicati puntualmente e non bollati genericamente senza consentire alcuna difesa ma al solo scopo di esporci agli attacchi dei rappresentanti dei Partiti. Comunque in tanti ti saranno riconoscenti. Io no". Santoro, nel pomeriggio, aveva diffuso anche una lunga lettera inviata ai componenti del Cda. "Nel florilegio di dichiarazioni che hanno fatto seguito ad Annozero, a volte assumendo le forme del linciaggio - scriveva - sono completamente scomparsi i contenuti del nostro lavoro. Siamo stati definiti terroristi, portavoce di Hamas, giornalisti spazzatura. Senza che questi insulti suscitassero adeguate reazioni".

http://unionesarda.ilsole24ore.com/Articoli/Articolo/102671


17/1/2009

Anno Zero, emozione e sentimento




LUCA RICOLFI

Non conosco personalmente Lucia Annunziata, nonostante abbiamo più o meno la stessa età, proveniamo da ambienti politici affini, scriviamo sullo stesso giornale. In vita mia le ho parlato due o tre volte al telefono, per lavoro.

Però stamattina la prima cosa che ho fatto quando sono arrivato nel mio ufficio all’università è stata di procurarmi il suo numero e chiamarla. Avevo visto la trasmissione di Santoro sulla guerra israelo-palestinese a Gaza, ed ero rimasto sbalordito.

Sbalordito per la partigianeria della trasmissione, accuratamente costruita per vedere le buone ragioni dei palestinesi e ignorare quelle degli israeliani. Sbalordito per il pochissimo spazio concesso al ragionamento e l’enorme spazio lasciato alle viscere. Sbalordito per la strumentalizzazione del genuino e umanissimo dolore di due ragazze, una palestinese e una israeliana, cinicamente buttate nell’arena come fanno gli organizzatori di combattimenti fra galli. Sbalordito per l’incapacità di Santoro di ascoltare una critica (a mio parere giustissima, ma comunque cortese e civile) all’impostazione della sua trasmissione. Sbalordito per la violenza con cui il conduttore, abusando del suo potere, ha più volte coperto la voce di chi esprimeva, o meglio tentava di esprimere, opinioni non conformi (Lucia Annunziata, prima; Tobia Zevi verso la fine della trasmissione). Sbalordito per le parole sprezzanti con cui Santoro ha risposto alle argomentazioni di Lucia Annunziata, accusata di ripetere «le solite scemenze» su Annozero, e addirittura di voler acquisire meriti presso qualche potente (presso chi? che cos’è questo modo obliquo di alludere?). Sbalordito di fronte al comizio finale, in cui Santoro si produceva in una eruzione di indignazione, accusando tutto e tutti (tranne se stesso, eroe incontaminato) di non aver fatto nulla per fermare la guerra.

Ma non era il mio sbalordimento che volevo comunicare a Lucia. Era la mia gratitudine come telespettatore e cittadino. Lucia ha fatto la cosa giusta non solo ad andarsene quando è stata offesa e ricoperta di male parole dal padrone di casa, ma ha fatto bene ad assumersi - finché ha avuto la forza di nuotare controcorrente - il compito, inevitabilmente sgradito e poco «in» dentro quella trappola mediatica, di provare a riportare tutti alla ragione, mettendo fra parentesi le emozioni estreme. Io sono grato a Lucia Annunziata, perché ha tentato di ricordarci una cosa fondamentale: se abbiamo qualche speranza di spegnere gli odi e le incomprensioni che sconvolgono il mondo, in Palestina come nella nostra povera Italia, è in quanto troviamo il modo di raffreddare gli animi, di dar voce a chi ancora cerca di capire le ragioni dell’altro, e di toglierne a chi gli animi cerca di scaldarli, e sa esprimere solo odio, rancore, rabbia, indignazione a senso unico.

Le emozioni, specialmente quelle più o meno artificiosamente esasperate dalla tv, sono quasi sempre brevi, violente, cieche, con un retrogusto amaro. Ecco, c’erano tante emozioni ieri da Santoro, ma così poco sentimento. Perché chi pensa solo a esprimere, a buttar fuori le sue emozioni, può amare o odiare, essere felice o disperato, ma non ha sentimento. Il sentimento comincia quando riesci, almeno un po’, ad essere anche nella testa e nel cuore dell’altro. Quando ascoltare ti interessa di più che parlare. Quando il dolore del tuo nemico diventa anche un po’ tuo. Quando sei capace di patire con lui. È a questo, a trasformare le emozioni in sentimento, che serve il richiamo alla ragione, un richiamo che nello zoo di Annozero molti ospiti avrebbero accettato di buon grado, se solo il domatore non avesse preferito aizzarli, gli uni contro gli altri.

Non so che cosa pensiate voi, cari lettori. Ma dopo tanti anni che seguo la politica, compresa quella che tormenta Israele e la Palestina, io mi sono convinto che se i grandi drammi del mondo non si risolvono mai è anche perché, in questo mondo, la gente normale, umile e semplice, che vorrebbe solo amare, lavorare e vivere in pace, non conta nulla e non ha quasi mai voce. Mentre contano moltissimo tutti coloro che la voce la sanno alzare, che sanno farsi sentire, scaldare gli animi, seminare odio, incomprensione, fanatismo. E in questo loro delirio di onnipotenza cercano ogni volta di trascinare anche i semplici e gli ignari, colpevolizzando chi non capisce e intimidendo chi non ci sta.

È uno spettacolo triste, che va in scena da tempo immemorabile e produce solo odio e morte, checché ne pensino i suoi ambiziosi produttori e registi. Lucia ha fatto bene a ricordarcelo, a mettersi di traverso, a dire «io non ci sto», sobbarcandosi la parte di quella che rompe il gioco e quindi è giudicata «stronzissima» (così si è ironicamente autodefinita lei stessa) da chi il gioco lo ha organizzato e truccato. Peccato non ce l’abbia fatta, perché - se avesse vinto lei - la trasmissione di Santoro avrebbe potuto prendere un’altra piega e diventare un contributo alla comprensione reciproca, anziché l’ennesima istigazione all’odio. Santoro l’ha conclusa dicendo che nessuno fa nulla per fermare la guerra, e rivendicando - almeno lui - di aver tentato di fare qualcosa. Penso sia vero esattamente il contrario: molti, come Manuela Dviri e tante associazioni silenziose, stanno facendo quel che possono per tenere accesa la speranza del dialogo, nonostante tutto e tutti. Quanto a Santoro, un’occasione per aiutare la pace l’avrebbe avuta: non fare una trasmissione come quella che ha fatto, e avere un po’ più di rispetto per chi ha opinioni diverse dalle sue.




http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=5485&ID_sezione=&sezione=

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