domenica 4 gennaio 2009

Manifestazioni in Europa e Israele......"Basta massacri nella Striscia"

Oggi proteste contro l'offensiva israeliana a Gaza, dalla Gran Bretagna alla Spagna
Tensione e bandiere bruciate a Milano, Bologna e Roma: scoppia la polemica
"Basta massacri nella Striscia"
Manifestazioni in Europa e Israele
A Tel Aviv e altre città dello Stato ebraico scendono in piazza gli arabi-israeliani



ROMA - Manifestazioni contro l'offensiva israeliana, dal Medioriente all'Europa: dalla Gran Bretagna alla Francia, passando per l'Italia. Ovunque, gli stessi slogan arrabbiati: "Basta massacri", "Siamo tutti palestinesi". E in certi casi anche alta tensione, con le bandiere di Israele bruciate. Come a Roma, Bologna e Milano, dove il gesto ha subito scatenato polemiche. Oggi il dissenso e la protesta, che ieri avevano dato i primi segni, si sono allargati. Migliaia di persone sono scese in strada anche all'interno dei confini dello Stato ebraico. Ma nell'ottavo giorno dell'operazione "Piombo fuso" si continuano a tessere i fili della diplomazia con l'obiettivo di arrivare a una tregua: domani arriva in Medioriente la missione Ue, lunedì il presidente palestinese Abu Mazen andrà a New York per parlare all'Onu.

Italia. Nonostante il maltempo, oggi migliaia di persone sono scese in piazza, in 15 città italiane. La giornata di mobilitazione era promossa dal Forum Palestina. Il corteo più imponente a Roma: si è snodato da piazza della Repubblica a piazza Barberini. Manifestazioni di solidarietà ai palestinesi hanno avuto luogo da Nord a Sud: a Torino, Trento, Bologna, ma anche Massa, Salerno e Reggio Emilia.

Tensioni e polemica. Momenti di attrito sono stati registrati nel capoluogo lombardo, dove il corteo, che avrebbe dovuto concludersi in piazza San Babila, è stato prolungato fino alla Scala, vista la grande affluenza. Alcuni manifestanti hanno dato alle fiamme le bandiere con la stella di David e sono risuonate urla contro Israele, Bush e perfino Barack Obama. Bandiere bruciate anche a Bologna e Roma. Gli episodi hanno creato uno strascico di critiche e reazioni. "Provo vergogna", ha detto il portavoce di Forza Italia Daniele Capezzone. "Queste non sono manifestazioni di libero pensiero,sono inni allo sterminio di un popolo. Basta buonismo verso queste squadracce dalla camicia rossa", ha attaccato il centrista Luca Volonté. Mentre il responsabile esteri del Pdci Jacopo Venier ha affermato: "Le grandi manifestazioni di oggi mostrano la vera coscienza civile degli italiani contro uno Stato, quello di Israele, che attua una politica razzista e colonialista".


Gran Bretagna. La più grande manifestazione degli ultimi anni, non se ne vedevano così dai tempi delle mobilitazioni contro la guerra in Iraq: oggi a Londra 50mila persone secondo gli organizzatori, 5-6mila secondo la polizia, hanno manifestato il loro dissenso contro l'operazione "Piombo fuso". Tra loro anche volti noti: l'ex cantante degli Eurythmics Annie Lennox e l'ex sindaco di Londra Ken Livingstone. I partecipanti hanno lanciato scarpe contro i cancelli di Downing Street, per protestare contro l'atteggiamento del governo britannico. Cortei anche a Glasgow, in Scozia, Manchester, Hull e Portsmouth.

Francia, Spagna e Grecia. La protesta ha infiammato Lione, Marsiglia, Tolosa. A Parigi più di 20mila persone con le kefiah al collo hanno sventolato bandiere palestinesi, algerine, tunisine, francesi e libanesi. Tra i manifestanti, anche Marie-George Buffet, segretario del Partito comunista francese (Pcf), e il leader della Lega comunista rivoluzionaria (Lcr), Olivier Besancenot. Oltre un migliaio in piazza anche in Spagna, a Madrid: arabi, la società civile e decine di intellettuali e artisti, tra cui l'attore Javier Bardem. In Grecia, ad Atene e Salonicco, erano in migliaia a condannare i raid israeliani. Nella capitale ellenica ci sono stati tafferugli davanti all'ambasciata israeliana.

Germania, Austria, Olanda. Migliaia le persone in strada a Berlino e a Dusseldorf, nell'ovest della Germania. Ad Amsterdam gli striscioni invitavano a boicottare i prodotti israeliani. Gruppi musulmani hanno sfilato anche a Salisburgo, in Austria, dopo la grande manifestazione di ieri a Vienna.

Gli arabi di Israele. Tre grandi manifestazioni hanno avuto luogo ad Haifa, Sakhnin e a Tel Aviv, dove il corteo era organizzato dalla "Coalizione contro l'assedio a Gaza". La Corte Suprema ha bocciato la richiesta delle forze di polizia israeliane di impedire quest'ultima protesta. In strada, tutti i leader politici arabi e moltissimi arabi-israeliani, che hanno risposto all'appello dei partiti che li rappresentano (il fronte democratico, il partito comunista, il movimento islamico, e il raggruppamento nazionale democratico). La minoranza araba costituisce circa il 20% della popolazione di Israele, 1,2 milioni di abitanti su una popolazione di circa 7 milioni.

Le mosse diplomatiche. Tra richieste ufficiali e condanne, proseguono i preparativi degli incontri tra i leader internazionali, impegnati a cercare una tregua nel conflitto tra Israele e Palestina. Lunedì il presidente francese Sarkozy incontrerà a Ramallah il suo collega palestinese Abu Mazen, che poi volerà a New York per parlare alla riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Oggi, però, la Lega Araba ha accusato l'Organizzazione delle Nazioni Unite di "ignorare" il violento assalto di Israele a Gaza, sostenendo che il ritardo nel concordare una risoluzione è la prova del fallimento nella gestione del conflitto. In serata il segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer, parlando alla radio olandese, ha affermato che l'Alleanza atlantica potrebbe aiutare a stabilizzare l'area mediorientale, se un accordo di pace venisse raggiunto tra le parti.

Ue e Stati Uniti. Domani arriva in Medioriente anche la delegazione dell'Unione europea guidata dal ministro degli esteri ceco Karel Schwarzenberg, che mira a persuadere i dirigenti israeliani e palestinesi a puntare nella direzione della tregua umanitaria. E' sceso in campo anche il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, che ha chiesto un cessate il fuoco tra Israele ed Hamas "duraturo e controllato da un meccanismo internazionale", ricordando però che Hamas è il primo responsabile della crisi.

(3 gennaio 2009)



http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/esteri/medio-oriente-45/manifestazioni-3-genn/manifestazioni-3-genn.html

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