lunedì 5 gennaio 2009

L'Intervista/2. Luttwak: è la giusta risposta ai missili palestinesi

L'Intervista/2. Luttwak: è la giusta risposta ai missili palestinesi


dal nostro corrispodente
Anna Guaita
NEW YORK (5 gennaio) - Politologo, economista ed esperto di strategia
militare, Edward Luttwak spiega al Messaggero gli ultimi sviluppi nello scontro Israele-Hamas:
Lei non crede che resistendo Hamas stia riportando una vittoria psicologica come Hezbollah in Libano nel 2006?
«Ma dopo il cessate il fuoco, Hezbollah non ha più osato agire contro Israele, anche se provocata. Sì, ha detto di aver ottenuto una vittoria psicologica, ma in realtà si era alienata le simpatie delle popolazioni sciite del sud, che non volevano perdere la propria casa e i propri cari per fare gli interessi strategici dell’Iran.»
Vede un’alternativa ad Hamas a Gaza?
«L’alternativa sarebbe Fatah. Aveva perso popolarità, perché la gente li considerava corrotti. Ma ora la gente sa che Hamas non ha fatto nulla di buono per loro, che li tiranneggia solamente, e Fatah ha recuperato popolarità. Hamas ne ha uccisi tanti, e altri sono riusciti a emigrare in Cisgiordania con l’aiuto di Israele, ma ce ne sono ancora a Gaza che potrebbero prendere il potere e riportare l’ordine se Hamas fosse sconfitto».
Come giudica la missione militare contro Gaza?
«Se i numeri dei caduti sono corretti, vuol dire che nei bombardamenti aerei ci sono stati un 75 per cento di vittime fra i militanti di Hamas e un 25 per cento nella popolazione civile. Il che testimonia di una grande precisione dei bombardamenti. La storia militare in genere racconta il contrario: i bombardamenti ammazzano tantissimi civili, e solo ogni tanto nella folla cade anche qualche obiettivo militare importante.»
Perché anche una invasione di terra?
«La missione di terra è dovuta avvenire per colpire gli obiettivi che per via aerea non si potevano colpire senza massacri di civili, per esempio depositi di armi nelle cantine di palazzi nei cui piani superiori vivono tante famiglie. L’intelligence è stata buona nella fase aerea, non vedo perché non dovrebbe esserlo altrettanto nella fase via terra».
Non le pare che questa guerra sia stata eccessiva?
«Troppi morti palestinesi per pochi morti israeliani? Se si dovesse rispettare il principio della proporzionalità, gli israeliani dovrebbero prendere i missili di Hamas, cioè missili non guidati, e buttarli su Gaza, senza puntarli su bersagli militari. Sparare alla cieca, come fa Hamas».
Ma Gaza è un formicaio di persone accatastate...
«Gaza è la prova che le buone intenzioni possono avere orribili conseguenze. Si sono tenuti i profughi in condizione di profughi, invece di spingerli a rifarsi una vita. Pensi agli italiani venuti via dalla Dalmazia, pensi se si fossero aperti campi nel Friuli Venezia Giulia e fossero tutti rimasti accatastati lì, invece che disperdersi in Italia e ricostruirsi un’esistenza...»
E’ una guerra dettata da motivi politici?
«No, è stata dettata dalle pressioni delle popolazioni israeliane spaventate dai missili di Hamas. I calcoli politici possono esserci sempre, ma qui le pressioni popolari sono state decisive».
Cosa dovrebbe fare Obama?
«Dedicarsi al rilancio dell’economia, e alle riforme del sistema finanziario. Solo dopo si dovrebbe occupare dei grandi problemi mondiali. Ma la Russia, la Cina, il Pakistan verranno prima di questo conflitto locale».

http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=13321&sez=HOME_NELMONDO&npl=&desc_sez=

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